Ecco quanto segnale mangia un wiring scadente nella chitarra
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 21 luglio 2016 ore 07:30
A parità di legni e componenti, quanto cambia il suono tra una chitarra cablata come si deve e una il cui wiring è stato eseguito in maniera sommaria e disordinata? Fili interni e presa jack influiscono sul suono? Abbiamo testato sul campo quanto segnale divora un cattivo cablaggio interno.
Un cablaggio ordinato e pulito è senza dubbio bello da vedere e comodo da riparare o modificare ma, con così tanti anelli nella catena del suono, a volte ci si chiede quanto influisca davvero sul suono il modo in cui i componenti interni di una chitarra elettrica sono collegati tra loro.
Uno strumento economico si differenzia da uno di qualità non solo per legni e componenti più ovvi come i pickup, ma anche per particolari talvolta trascurati come i cavetti interni, la presa jack e la stessa cura con cui sono effettuati collegamenti e saldature.
Quando la mia Squier Telecaster Cabronita ha deciso di regalarmi più fruscii che note, ho colto l'occasione per rifare da zero l'intero circuito e per documentare le eventuali migliorie che ne sarebbero scaturite.
Per l'occasione ho sostituito i due treble bleed con dei condensatori da 1pF, cambiato quello dei toni per il pickup al ponte da .022 a .047uF perché chiudesse un po' di più e rimpiazzato la presa jack d'uscita con una di qualità superiore e che smettesse di scricchiolare a ogni vibrazione. Lo schema di base è rimasto lo stesso.
Gli spazi angusti del vano elettrico non rendono possibili passaggi ordinati di cavetti per realizzare l'intero cablaggio, quindi ho optato per dei collegamenti diretti: non ci sono fili tra i due potenziometri, ma gli stessi terminali dei condensatori sono stati utilizzati per le connessioni necessare. In un paio di punti, ho tagliato gli eccessi per utilizzarli dove sarebbe stato inevitabile usare dei fili esterni, ma tutto è cablato facendo seguire alla corrente la strada più corta possibile, evitando giri inutili, effetti antenna o dispersioni di sorta.
Gli unici cavetti in giro per il circuito sono quelli provenienti dai pickup e quelli diretti all'uscita. Ho preferito non tagliarli al millimetro: consapevole che qualche centimetro in più fa sempre comodo per modifiche future, ho accettato di buon grado un po' di grovigli negli angoli.
Ho approfittato dell'operazione per inserire una placchetta di alluminio morbido che completasse la schermatura già offerta sul coperchio. Mi è tornata utile anche per tenere i potenziometri sempre al loro posto come se fossero già montati sulla chitarra, e per lavorarci così più comodamente da fuori lo strumento, per calare poi tutto insieme nel vano al momento delle ultime saldature. In pratica, come accade con qualunque Telecaster: per me resterà sempre un mistero perché Squier abbia preferito inserire l'elettronica dal retro sulle Cabronita.
In foto, il circuito com'era prima seguito da com'è ora. Forse si nota poco ma, vi assicuro, ci sono delle sostanziali differenze, molti meno goccioloni di stagno e molta più "aria".
A lavoro finito e nonostante qualche intoppo (un potenziometro caduto sul pavimento e spaccato in due, ma fortunatamente recuperato: fate attenzione con questi cosi!), ogni fruscio è sparito, com'è giusto che sia. Con non poco piacere, però, ho notato anche delle differenze sensibili nel suono.
Ho raccontato le mie impressioni dettagliatamente in video, ma sono curioso di sapere la vostra: quel pizzico di segnale recuperato giustifica lo sventramento di una chitarra appena uscita di fabbrica?
Per quanto mi riguarda, se si ha confidenza con il saldatore, un cablaggio ben fatto (anche entro i limiti dell'amatoriale, come nel mio caso) non può fare che bene. La cosa si complica se bisogna scomodare un professionista, ma lì ognuno trarrà le proprie conclusioni.