Sono e sarò sempre uno stratocasterista convinto e sfegatato, ma negli ultimi anni è sorta l'esigenza di uno strumento più immediato e spartano, di livello medio ma con caratteristiche un po' particolari sia per quanto riguarda il suono sia per la maneggevolezza e, cosa importantissima, dotato di un carattere preciso e immediatamente riconoscibile. Neanche a dirlo mi metto alla ricerca di una Telecaster rovistando tra i vari mercatini, leggendo decine di recensioni e provando quante più cose possibili (attingendo anche a vent'anni di musica in cui di chitarre me ne sono passate...) capitino a tiro nei miei giri nel profondo sud Italia.
Mi rendo conto che ci sono delle caratteristiche che sono in qualche modo fondamentali nello strumento che cerco e, quando leggo di questa Chapman, arriva la folgorazione: è meravigliosamente spartana, maneggevole come un fioretto e diretta come un pugno.
Sulla ML3 abbiamo un body in frassino costituito da due pezzi, con un top carved in frassino anch'esso rifinito in un bellissimo blu satinato a poro aperto in cui le giunzioni tra i vari pezzi del body nemmeno si vedono tanto è ben lavorato. Il retro è sagomato come una Stratocaster per dare la massima ergonomia e anche il tacco è arrotondato per poter raggiungere facilmente tutti e 22 i tasti.
Il manico si presenta invece con una strafighissima paletta reverse dello stesso colore del body. È costruito interamente in acero non verniciato, non è sottilissimo ma nemmeno una mazza da baseball, non presenta alcun segnatasti oltre il segno dell'infinito al dodicesimo fret e, per mia somma gioia e mia necessità imprescindibile, ha un radius da 14 pollici, tasti jumbo, capotasto in tusq ed è di una comodità e suonabilità assolute.
Le meccaniche sono marchiate Grover, così come il ponte tradizionale con le tre sellette in ottone, e compiono il loro dovere perfettamente.
Chiude la descrizione il reparto elettronica che presenta, unica differenza con una Telecaster standard, un pickup al ponte noiseless con bobina disattivabile tramite push/pull sul tono.
La chitarra è straordinariamente versatile, brillante di base come una Telecaster ma molto meno acida, con delle frequenze medio basse più pronunciate.
Il pickup al manico è, probabilmente, quello che potrebbe spiazzare perché è molto scuro rispetto a quanto ci si aspetta. Ma potrebbe, e vi assicuro che lo è, essere indicato per suoni di stampo jazz/fusion: con un bel clean rotondo ci suonate "Equinox" e con un Maxon SD9 siamo tranquillamente in territori alla Henderson senza nessuna fatica.
L'abbinamento manico-ponte è per me il più bello: ci puoi fare country, pop, rock, blues, sentirti Nile Rodgers, processare pesantemente il suono con chorus e delay e avere sempre "quel carattere" ben distinto. Risponde al tocco in maniera molto precisa. Unica nota: in caso di distorsioni/compressioni un po' spinte, bisogna ricordarsi di disattivare la bobina del pickup al ponte in modo da avere i pickup in controfase e nessun rumore di rete sotto.
Il pickup al ponte è cattivo, e pure tanto: ha un output medio/alto, acuti pesantissimi ed è leggermente indietro di medi. Non sfigura se ci fai i Fates Warning o se vuoi provare a esplorare suoni e territori alla Kotzen/Winery Dogs. Ha una grana bella compatta, come se fosse appunto una Telecaster sotto steroidi.
Questo mi ha convinto più di tutto: è uno strumento moderno, pronto per essere processato e suonato nei modi più disparati, non suona come una Telecaster del '61 ma risponde alle esigenze di un chitarrista più attuale che ha bisogno di affidabilità, suoni che strizzano l'occhio alla tradizione ma si affacciano a contesti più moderni.
Altro pregio assoluto è l'aspetto di questa chitarra: la possiedo da sei mesi e la butto lì dicendo che l'ho acquistata su Thomann a circa 600 euro, e chiunque la veda resta stupito dalla bellezza dello strumento perché, quando la indossi e la suoni, stai tranquillo che inosservato non passi.
Difetti ne ha, come qualsiasi cosa: i potenziometri sono un po' leggerini e si spostano facilmente, ritrovandoti magari a chiudere inavvertitamente il tono mentre suoni, e la loro azione non è esattamente lineare (non in senso di curva). Ciò richiede un pizzico di attenzione in più oppure, come nel mio caso, la sostituzione immediata.
Altre due/tre cose che potrebbero spiazzare potrebbero essere, come ho già detto, il tono molto scuro del pickup al manico, un manico non verniciato che tende a sporcarsi quasi subito e un peso non proprio contenuto, anche se la chitarra è molto ergonomica.
Tirando le conclusioni io ne sono soddisfattissimo, tanto che ha sostituito in alcuni contesti la mia chitarra principale senza sfigurare. Ha un rapporto qualità-prezzo importante e, vista la qualità dei materiali e delle rifiniture, si presta anche a eventuali customizzazioni qualora l'elettronica, per gusti o esigenza, non dovesse convincere.
Un'altra cosa da tenere in mente è questa: non ti perdona.
Il manico è suonabilissimo e risponde a tutto quello che fai. Legati e tapping vanno via che è un piacere, i suoni sono convincenti e precisi, esalta il tocco del musicista ed è dotato di grandissima dinamica (mi ci trovo benissimo sul pop) ma questo espone anche far sentire quello che non vorresti, quindi un po' bisogna prendeci le misure.
Per il resto vi lascio ai clip su YouTube dove il buon Rob Chapman suona questo strumento molto meglio di me, per tutte le caratteristiche tecniche e vi auguro un buon proseguimento d'estate e tante serate chitarrose. |