Ne vado fiero di questo, perché mi piace sapere tutto di un album. Ora tutte le volte che prendo in mano un CD, di qualsiasi artista o gruppo, voglio sapere chi l’ha prodotto, chi è stato il tecnico del suono, chi si è occupato del mastering e in che studio/studi è stato registrato.
Ho deciso di comprare la mia prima scheda audio e, le mie prime cuffie da studio.
Sia chiaro, parlo di una scheda da 130 euro, che per iniziare, svolge il proprio lavoro senza tanti fronzoli.
Si tratta di una M-audio M track plus Mk2, con un paio di cuffie Shure SRH440 (se tornassi indietro le ricomprerei altre 1000 volte).
Mi basta poco per capire che il mondo della registrazione mi piace un sacco e decido così di iniziare a smanettare su varie DAW quali Ableton, Cubase e Reaper.
Reaper, a oggi, rimane il mio punto fermo. Facile, veloce, intuitivo e leggero, anche perché non dispongo di un Mac.
Inizio a sperimentare, facendo cover di vario tipo. Man mano che i giorni passavano, capivo che avevo bisogno di fare un piccolo upgrade anche perché capivo che i mix bisognava farli con un paio di monitor da studio. Passa all’incirca un anno e decido di comprare come monitor i Samson Resolv SE6, dopo vari test con Krk e M-audio (Yamaha erano fuori budget).
100 watt a monitor, boofer in carbonio da 6.25” da 75 watt e tweet da 1.25” con 25 watt di potenza con uno switch per impostare i dB delle High frequence.
L’acquisto dei monitor ancora una volta mi cambia il mondo e mi fa fare uno step importante.
Decido di continuare su questa strada anche perché ero molto preso, quindi con i soldi che mi rimangono acquisto i miei primi Plug-in della Waves, per iniziare a capire anche il mondo del mixing e del funzionamento di compressori, eq, limiter, de esser, reverberi, delay, ecc ecc.
Continuo a smanettare e sperimentare, iniziando a registrare anche le acustiche soltanto che all’inizio non sentivo il bisogno di comprare microfoni, quindi entrando direttamente nei pre della scheda.
Passa un po’ di tempo e finalmente mi decido ad acquistare i miei primi microfoni, vista anche la richiesta del gruppo di mio cugino per una demo.
Parecchio indeciso sui microfoni da comprare, inizio a “smanettare” su internet per vedere che tipo di microfono a condensatore scegliere.
Parlando con persone esperte del settore e negozianti, e un budget ridotto, restringo il campo a Rode e Sontronics.
La mia scelta ricade su Sontronics, una ditta inglese che produce microfoni a condensatore e non su varie fasce di prezzo.
Incuriosito, cerco svariati sample su Youtube e capisco che erano assolutamente i microfoni che volevo avere.
Eccoli, gli STC-1S, microfoni a condensatore pencil da mezzo pollice.
Microfoni compatti, ben costruiti, ad un prezzo stracciato!
Ma, veniamo al dunque: i microfoni sono contenuti in questo case di legno ben curato, molto piacevole al tatto e ben rifinito.
All’interno della confezione trovo: i due microfoni, i due attacchi, le protezioni per il vento e la slitta per la microfonazione stereo e con la super promo di sound waves distribution, avevo in omaggio anche quattro capsule, due OMNI e due HYPER (risparmiato 200 euro).
Prendo in mano il microfono e, al tatto, mi lascia subito un’ottima impressione, per la qualità di costruzione e la cura dei dettagli.
Sono costruiti in acciaio e, sul microfono troviamo il pad a due stadi di attenuazione, -10 e -20 dB e il filtro passa alto, a due stadi, 75 e 150khz.
Vi elenco qui di seguito le specifiche:
POLAR PATTERN: Cardioid, Omni, Hyper
FREQUENCY RESPONSE: 25hz-20khz
SENSITIVITY: 12m/vpa -36db +-2 dB
Il pomeriggio stesso ho avuto modo di provarli e sono rimasto a bocca aperta dalla qualità del suono di questi microfoni, ero basito.
Ho fatto un test di tutte e tre le capsule suonando il riff di “Time of your life” dei Green Day senza elaborazioni in post produzione e, la differenza a livello di suono e frequenze è notevole.
La capsula cardioide, risulta tra le tre essere la più bilanciata
La capsula omni direzionale, lavora sulle medio alte
La capsula Hyper, lavora sulle medio basse.
La mia preferita in assoluto, dopo varie prove e ascolti, rimane la cardioide, per la chiarezza e la brillantezza del suono.
Nei mesi a venire continuo la produzione al gruppo di mio cugino e userò i Sontronics come overhead per la batteria e, farò un ulteriore upgrade prendendo la Scarlett 18i20 come scheda audio usata ad un prezzo stracciato e, già che ci sono, prenderò anche il Mac.
In conclusione, i Sontronics sono degli ottimi microfoni, si possono portare a casa a ottimo prezzo. Gli STC-1S mi hanno colpito per la qualità costruttiva, dettagli, il pacchetto, il suono e la possibilità di cambiare le capsule.
Se tornassi indietro li ricomprerei ad occhi chiusi, infatti li stra consiglio a chi come me è appena entrato nel mondo RECnMIX.
Ora vi posto qualche foto che ho scattato nel mio piccolo studio.
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