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CHITARRA DIDATTICA ONSTAGE RITMI NEWS SHOP

Versatilità, è diventata una parola ...

di dale [user #2255] - pubblicato il 19 febbraio 2018 ore 13:53
Versatilità, è diventata una parola ormai all'ordine del giorno.
La si cerca nelle chitarre, negli amplificatori, negli effetti.
Pare essere un'esigenza sia per chi fa materiale inedito che per chi suona cover.

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di dale [user #2255]
commento del 19/02/2018 ore 13:54:29
Passare dal Blues al Metal, dal Jazz al Funk con un tocco del piede.
Sempre alla ricerca dell'ennesimo multi effetto, o amplificatore digitale, che promette di avere tutti i suoni della storia del rock a portata di click.
In fin dei conti è una cosa che cerchiamo o abbiamo cercato tutti nella nostra vita di musicisti amatoriali.
Siamo disposti a spendere qualunque cifra, a patto però che sia l'ultima volta, chiaramente non è mai l'ultima volta.
Ma alla fine, di tutte quelle modulazioni, distorsioni, effetti di dinamica, Reverberi e delay, cosa ce ne facciamo realmente?

Ormai esco di rado e i pochi gruppi che sento suonare hanno più o meno sempre gli stessi suoni, Fender, Marshall,VOX, Mesa, e tutte le loro imitazioni, spesso banali e volgari.
Capisco se uno ha un budget basso poveretto e non può spendere, ma quando sento questi suoni osceni uscire da setup da migliaia di euro mi viene la tristezza.
Questo può succedere anche con amplificatori valvolari direte voi, ed è vero. Rientra più nel nostro saper usare la propria strumentazione.
Quello che mi fa riflettere è la ricerca spasmodica della versatilità, di avere tutti i suoni possibili immaginabili a portata di click ; quando ogni musicista capace e dotato di sale in zucca sa che con qualche valido suono di base si possono ottenere tantissime sfumature, a patto di avere la perizia per poterlo fare.
Per quello che mi riguarda ho chiuso con la ricerca della versatilità a tutti i costi.
ho capito che non è una cosa che fa per me, mi piacciono le cose minimali e facili da usare.
Rispondi
di superloco [user #24204]
commento del 19/02/2018 ore 13:57:00
in "effetti" non si può che darti ragione.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 19/02/2018 ore 14:15:51
"Quello che mi fa riflettere è la ricerca spasmodica della versatilità, di avere tutti i suoni possibili immaginabili a portata di click ; quando ogni musicista capace e dotato di sale in zucca sa che con qualche valido suono di base si possono ottenere tantissime sfumature, a patto di avere la perizia per poterlo fare. " Hai centrato la questione, il sale in zucca... E ci metterei un pelo di onestà nel capire dove finiscono i limiti della strumentazione e dove invece iniziano i nostri, che siano tecnici o psicologici :-)
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 19/02/2018 ore 14:19:57
Esatto, poi se ci pensi una cosa anche che va al di là della tecnologia.
Un esempio concreto, quando prendevo lezione da un bravissimo chitarrista acustico, pensavo che alcuni passaggi gli riuscissero meglio perché lui aveva una chitarra molto simile alla mia ma "vintage riedizione" con il manico così la tastiera cosá eccetera.
Ho espresso i miei dubbi, lui ha detto
"Ok facciamo cambio chitarra."
La sua chitarra suonava come facevo suonare la mia prima, la mia chitarra nelle sue mani aveva un suono della madonna.
Gli ho detto "ridammi immediatamente la mia chitarra , ha un suono meraviglioso!"
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 19/02/2018 ore 14:32:04
Concordo in toto. Esperienza provata in prima persona durante le mie primissime (ed uniche, che peccato!) lezioni di chitarra. La mia classica è modestissima, certo in massello, ma comunque un prodotto orientale molto economico. Io ero convinto che il suono fosse nella Yamaha del maestro, finchè un giorno lui si presentò a lezione senza chitarra e iniziò a usare a turno le chitarre di noi studenti (era una classe da 8, tutti con le Eko da 30 euro della feltrinelli, io con la mia Valencia presa a una svendita per 65 euro - ho scoperto solo anni dopo che, normalmente, sarebbe costata sui 200 - ). Mi colpì talmente che da allora il mio obiettivo fu far suonare la mia chitarra bene come avevo sentito quella volta... E non ci sono ancora arrivato, perchè alla fine ho trovato altri suoni che mi aggradano :-)

Detto ciò, un altro problema, secondo me, è che molti si fermano all'emulazione dei propri modelli. Io come chitarrista sono men che modesto se non mediocre, ma uno degli insegnamenti più importanti che ho potuto apprendere sin dai primissimi anni è che, al di là della strumentazione, un suono convincente, un bel suono, è ben più importante che un suono uguale a quello di riferimento. Poi ovviamente le influenze e le ispirazioni tutti le abbiamo, e menomale, ma non dovrebbe ridursi tutto all'emulazione... Trovare i propri suoni penso sia fondamentale e che l'incapacità di farlo vada di pari passo con la mania per la versatilità.

Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 19/02/2018 ore 14:41:24
penso che il primo ad essere versatile deve essere il chitarrista....
La storia ci insegna che si puo' suonare di tutto con qualsiasi strumento.
Rispondi
di Sparklelight [user #41788]
commento del 19/02/2018 ore 15:50:23
Argomento semplice all'apparenza.

Magari, per passare da un genere all'altro bisogna intanto saperli suonare, e bene (quindi studio e mani) :-D
Se - se - sai suonare bene allora la strumentazione assume una certa importanza (effetti inclusi) per impreziosire ed affinare il proprio stile, diventa il "tocco personale-distintivo" del musicista.
Nel caso di musica originale servono soprattutto buone idee e poi pure il resto.
Per i suonatori amatoriali di cover il discorso è un po diverso, è la nostra passione e avere 10 chitarre, ecc. ecc. è più un divertimento che una necessità, se piace perché no :-P
Ho un sacco di roba però uso sempre le stesse due-tre cose (buone) live e con poche cose mi sento più versatile :-)
Ogni uno ha il suo metodo.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 19/02/2018 ore 15:55:07
"Ho un sacco di roba però uso sempre le stesse due-tre cose (buone) live e con poche cose mi sento più versatile :-)"


Esatto Proprio questo è uno dei punti fondamentali.

Poi è chiaro che il fattore divertimento, collezionismo, amore per gli strumenti e per la strumentazione ci sta tutto
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 19/02/2018 ore 15:55:45
Da qualche anno penso che la versatilità sia abbastanza nemica dell'arte.
Gli artisti più rispettati di sempre fanno le loro cose in modo eccellente, non fanno tutto e con tutti i suoni del mondo.

Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 19/02/2018 ore 16:03:05
Perfetto, esatto, i chitarristi che hanno fatto la storia della musica avevano quel suono lì, mica tutti i suoni del mondo.
Cosa che però sembra indispensabile a noi, sempre per suonare le solite cose.
Rispondi
di kelino [user #5]
commento del 19/02/2018 ore 16:04:38
Versatilità. Ovvero fare tutto. E male.
Non nego che esistano strumenti che riescono ad abbracciare diversi stili e generi. Ma saranno in grado poi i legittimi proprietari a fare lo stesso?
Rispondi
di chikensteven utente non più registrato
commento del 19/02/2018 ore 16:14:20
basterebbe cambiare strumento, da li ti rendi conto di tante cose.
mi chiedo chi suona un sax, o un violino, , se ha così tanti pensieri o preoccupazioni di versalità;)
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 19/02/2018 ore 17:11:4
Tra i trombettisti posso dirti di si, per un centesimo di calore in più spendono milioni... In media uno che suona ha quella decina di bocchini diversi, che vanno dai 4 ai 100 euro l'uno! E adesso inizia anche a diffondersi la moda del relic (e in parte del vintage) :-O
Rispondi
di chikensteven utente non più registrato
commento del 19/02/2018 ore 18:54:11
quello che penso io, da chitarrista per passione a tempo perso, è che si cerca troppo il + delle volte il pelo nell'uovo, e quello non va bene e quest'altro neanche, la maggior parte delle volte certa gente partre col presupposto dei luoghi comuni perche mi hanno detto che per fare questo ci vuole quello, e non va bene certe cose e devi prendere quelle altre. prendersi troppo sul serio quando si suona poco e per passione è sbagliato dal mio punto di vista.
io mi sono sempre divertito e ironizzo anche molto sulla mia ignoranza in campo delle specifiche delle 6 corde, se qualcuno mi chiedesse come sono fatte le mie chitarre non saprei neanche cosa dirgli. però alla fine suono lo stesso anche se non so una mazza. la mia non vuole essere una polemica, ci mancherebbe, ma ribadisco prendersi troppo sul serio quando magari non è il caso, porterebbe + risultati:) spero che tu non mi fraintenda, non ce l'ho con te, però sarebbe l'ora per tanti che scrivono cosa mi serve per fare tanti generi, cominciassero a prendere in mano lo strumento e cominciassero a studiare e suonare, ciao Aleck
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 19/02/2018 ore 19:04:52
Stesse identiche considerazioni per il mondo della tromba: il mio maestro aveva uno studente "tostarello" come si dice dalle mie parti, diciamo di età avanzata. Questo signore voleva correre: non gli importava tanto imparare a suonare, voleva solo atteggiarsi a trombettista jazz. Dopo neanche un anno di lezioni aveva cambiato 4 trombe, si era munito di qualcosa come 7-8 sordine e di una quindicina di bocchini diversi, oltre che un flicorno e una pocket trumpet. Quando il maestro ha provato a dirgli "ma perché non ti concentri sullo strumento? Sei ad un livello per cui l'importante sarebbe imparare a suonare una cosa e bene, non ti serve a nulla tutta questa strumentazione." il tipo decise di smettere di prendere lezioni e di iniziare a girare per locali come "trombettista jazz". Inascoltabile. E insopportabile! Alla fine di ogni brano si fermava dicendo che purtroppo non aveva la strumentazione giusta per eseguirlo e quindi il pubblico doveva avere pazienza per la sua esecuzione imprecisa... Se durante l'esecuzione si bloccava, addiceva scuse del tipo "eh, questo olio cinese mi intasa i pistoni, non si riesce proprio a suonare!" e cose simili... Intanto che lui sta lì a lamentarsi e a guastarsi la salute a furia di spendere migliaia di euro in strumenti nuovi ogni mezzo mese il mio maestro e molti giovani allievi suonano, suonano e suonano, fanno esperienza in orchestra, in big band, e si divertono un mondo :-)

Concordo pienamente con te! :-)
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 19/02/2018 ore 19:17:48
Vabbè ma questo tizio "sta inguaiato"
proprio.:-) :-) :-) :-) :-)
Non c'entra più la versatilità lì :-) :-)
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 19/02/2018 ore 19:19:12


Anche questo è un aspetto centrale. Da troppi sottovalutato. Anche da me stesso per tanti e tanti e tanti anni
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/02/2018 ore 17:29:12
se mi permetti esempio un pò sbagliato, era più pertinente se si parlava di chitarre acustiche.
Il sistema che usiamo anche il più semplice è un pò più complesso ed un mimino di versatilità è sempre garantita, a meno che no stiamo suonando con una L5 su un Jazz Chorus.
Poi sono d'accordo con te su uno strumento classico od acustico la componente umana è predominante nel discorso della verstilità.
Poi non credere anche lì è un mondo di malati, quando suonavo tromba e trombone c'era chi toglieva la vernice a un corno francese da svariate migliaia di euro solo perchè pensava che lo strumento suonasse meglio...
Rispondi
di chikensteven utente non più registrato
commento del 19/02/2018 ore 17:43:31
secondo me + malati di noi chitarristi elettrici la vedo dura, abbiamo troppe variabili dove ognuno di noi si appiglia:
i plettri , le corde, i pick up, i cavi, i pedali, gli ampli, i legni, le meccaniche, l'elettronica, i fori di alleggerimento, l'action, il ponte fisso, il ponte mobile, i tasti jumbo, i medium jumbo, la tastiera in ebano o quella in palissandro? poi mi fermo ma ci sarebbe tanto da aggiungere. e tanta gente si flippa il cervello per queste cose. io ho suonato anche con una big band di fiatisti, ma non ho mai sentito cose del genere. la testa del chitarrista si spinge oltre ogni confine, ho letto delle cose qui sopra che a volte mi chiedo se la gente le pensa davvero
Rispondi
di dantrooper [user #24557]
commento del 19/02/2018 ore 18:08:34
sono pienamente d'accordo con te!
sulla base della mia esperienza personale posso dire di aver ricercato la versatilità, fino ad arrivare al punto di dire "che palle! voglio un mio suono, che mi caratterizzi; se non mi piace la modulazione X non la uso, quindi non la devo avere per forza".
diciamo essendo rinsavito mi sto prodigando a vendere il multieffetto che usavo (combinandolo ad ampli e pedali), per acquistare (eh la GAS comunque non ci abbandona mai!) pochi pedali che mi piacciono e che sono parte dei suoni che ho in mente.
Rispondi
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 19/02/2018 ore 21:12:31
Mai stato interessato alla versatilità. Sempre stato ossessionato da un certo tipo di sviluppo del suono e a uno specifico processo di costruzione. Nessuno dei miei chitarristi di riferimento può essere definito versatile.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 19/02/2018 ore 22:52:37
"Versatilità" a volte è solo un paravento per mascherare le proprie "incapacità" o "pigrizie" (materiali e mentali),in realtà la versatilità non significa nulla,con una sola chitarra puoi fare tutto,però se sei davvero uno che vuole andare a fondo ( e naturalmente devi avere le capacità) allora puoi esplorare le particolarità di strumenti diversi,per generi diversi.Riguardo i suoni credo che il problema principale sia la pigrizia mentale,che porta la gente ad avere/volere "il suoni di..." etc..etc... e quindi caricarsi di apparecchiature,pedaliere smisurate e via così,mentre invece la cosa più bella è partire da zero con poche cose e creare i suoni avendo in testa dove si vuole arrivare,si può fare basta volersi fermare un attimo staccare tutto,lasciar perdere gli schemi mentali "da branco" e lavorare per arrivare ad un obiettivo...però bisogna avercelo l'obiettivo in testa altrimenti è tutto inutile. :-) Quello che vedo attorno a me in questo tempo,è che la gente non ha voglia di "fare fatica" le cose devono fare tutto da sole in automatico,la vita "preset" in poche parole.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 20/02/2018 ore 07:07:51
Qui c'è molta versatilità
vai al link
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 20/02/2018 ore 09:47:16
Io sono "vecchia scuola"... chitarra + ampli valvolare (magari monocanale) e ciao.
Qualche effetto solo dove serve (il delay già non lo sopporto) e suonare.

Niente da più gioia di una chitarra in un ampli valvolare.
Tutto il resto è noia... :o)))

Beh almeno per me... poi ad ongnuno il suo...

Rispondi
di satch76 [user #19713]
commento del 20/02/2018 ore 11:48:43
Sono d'accordo fino ad un certo punto.

Non ci vedo nulla di male nel voler avere accesso a più tipologie di sonorità, fosse anche per suonare un solo accordo in un solo brano, se è quello che uno cerca e vuole.

Se tutto è votato alla ricerca sonora per scopi MUSICALI, allora a mio avviso tutto è lecito: in caso contrario allora il discorso esposto può avere senso, più che altro perché si deve partire dal presupposto, come è stato detto, di saper suonare.
Rispondi
di Gasto [user #47138]
commento del 23/02/2018 ore 14:09:29
Parto dal presupposto che, come dice Chicken, siamo messi male noi chitarristi.

Però in alcuni casi la ricerca della versatilità è qualcosa di necessario.

Io ho la fortuna di suonare Jazz in una big band, blues in Jam sessions e ogni tanto registrare/suonare con degli amici che fanno rock/metal. Se poi aggiungi il fatto che abito in un mini appartamento e che posso studiare solo la sera dopo le 21, diciamo che la versatilità è per me un’esigenza importante.

La musica è la mia passione e anche se sono scarso come pochi a suonare, la mia nuova chitarra/pedale mi fa stare bene ed è lo sfogo di tutte le mie frustrazioni. Alcuni miei amici spendono migliaia di euro per prendersi la moto o un SUV più grosso di quello precedente.

Io preferisco spenderli in chitarre. Se poi mi accorgo che qualcosa non mi serve bhè lo vendo e rinvesto…

Concludo concordando che la ricerca della versatilità non deve essere una scusa per non fare pratica sullo strumento: cambiare chitarra o ampli non cambierà drasticamente il nostro modo di suonare.
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