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gwynnett
utente #9523 - registrato il 28/01/2006
Bancario pentito Stregato dalla magia delle valvole
Città: Formia
Genere: Rock.
Sono interessato a: Basso.
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Articoli pubblicati

Circuitazioni eterne
di gwynnett | 19 luglio 2010 ore 16:00
Nei lontani anni '50 un arguto riparatore di radio pensò di non circoscrivere l'amplificazione di uno strumento alla semplice elevazione del segnale in uscita e lo fece elaborando un semplice ma efficacissimo preamplificatore che consentisse un'accurata regolazione delle frequenze immesse favorendo quelle infinite e sensibili limature utili a personalizzare al massimo l'esibizione di ogni singolo artista.
Analogico e digitale: quali differenze?
di gwynnett | 23 febbraio 2010 ore 07:25
Considerando l'indiscussa valenza dei mezzi di riproduzione di cui oggi ogni strumentista può avvalersi l'articolo si prefigge lo scopo di descrivere in modo sintetico e quanto più intellegibile vantaggi e pecche dei due unici modi di generazione del suono operando un'analisi alla fonte e servendosi di termini di paragone che possono esulare dalla vera essenza della materia trattata in quanto implicano il coinvolgimento di altre discipline.
Ruvida tecnica e morbido edonismo
di gwynnett | 10 gennaio 2010 ore 09:13
La musica è arte e la propensione di ciascun musicista è quella di esercitarla in tutte le sue forme proiettando la validità di una frase nei mezzi per percepirla, avvalendosi dunque della ricerca, della tecnica, del genio. Uscendo dalla voce umana e quindi dal canto come prima forma di espressione musicale le diverse esigenze e la logica evoluzione hanno trasferito la facoltà di modulare un suono anche a mezzi meccanici funzionanti con raffinate tecniche di soffio, di pizzico o di percussione oltre a quelli che si avvalgono dell'attrito radente come la famiglia degli archi.
Una soluzione veloce e sicura
di gwynnett | 24 agosto 2009 ore 15:45
Ancora un disegno che non vuol descrivere questa volta la timbrica di un ampli e le varie reazioni alle diverse tipologie degli strumenti applicati ma solo un modo per assemblarlo considerando il crescente numero di autocostruttori che si affacciano sul sito con il desiderio di condividere le loro idee innovative o tradizionali che siano.
Un preamplificatore molto minimale per alta fedeltà
di gwynnett | 05 maggio 2009 ore 11:58
Da qualche tempo i preamplificatori per chitarra hanno avuto una certa evoluzione arricchendo la classica circuitazione con componenti a stato solido che semplificano alcune funzioni come l'fx loop ed il riverbero e ne aggiungono altre con esiti più o meno validi ma che comunque non valuteremo in questa sede. In questo scritto vorrei riproporre un pre per chitarra molto simile a quello in uso verso la fine degli anni 50 insieme con un altro molto valido in alta fedeltà che ho avuto occasione di sperimentare con successo.
Valvole e alta fedeltà
di gwynnett | 03 maggio 2009 ore 09:29
Nel disegno lo schema di due finali dove sono visibili grandi differenze pur utilizzando praticamente le stesse componenti ad eccezione del trasformatore di uscita. Il primo rappresenta un finale per alta fedeltà ed usa un trasformatore cosidetto ultralineare che ha caratteristiche completamente diverse da un normale magnetico per strumenti musicali sia per i criteri costruttivi sia per la qualità dei materiali impiegati. Il secondo è invece un finale per chitarra o per basso, uno schema trito e ritrito ormai in uso da più di mezzo secolo che offre sempre ottime performances con qualunque tipologia di valvole e voglio puntualizzare magari puntando il dito che da 30 a 3000 euro troverete sempre questa concezione con nessuna o lievissime differenze.
Questo circuito è mio e guai a chi me lo tocca
di gwynnett | 24 gennaio 2009 ore 14:15

Sfogliando una rivista di autocostruzione ho notato un piccolo circuito di un ampli per HI-FI che ho subito associato ad una mia realizzazione dei primi anni 80 che assemblai allo scopo di verificare se con tre valvole si potesse creare un piccolo sistema per la riproduzione dei CD conferendo ad esso un minimo ingombro ed un modesto peso. Il risultato fu molto soddisfacente e quell'ampli ancora oggi allieta le serate di pioggia del mio amico Mimì. Dopo aver esaminato il circuito la mia attenzione è caduta su una minuscola scritta al lato e longitudinalmente: IL CIRCUITO E' PROTETTO DA COPYRIGHT. E' qui la meraviglia. Ma come è possibile realizzare un circuitino di quel genere usando i datesheet dei tubi usati per un risultato ovvio e scontato e vincolarne la riproduzione ad una sorta di diritto d'autore? Il circuito in questione è praticamente quello descritto nel disegno e ve ne descrivo le funzioni prestandolo a critiche anche da parte dei meno esperti.
Il mosfet come la valvola
di gwynnett | 19 dicembre 2008 ore 00:31

Quel simpaticissimo accordiano che si firma con lo pseudonimo di FLEX1979 ha postato un commento su un mio articolo precedente con il quale mi rimprovera con parole decise e taglienti il fatto di mostrare "foto di belle donne, di farne ascoltare la voce gentile ma al contempo di starne lontani per non contrarre brutte malattie". La grande originalità della metafora usata, a mio parere al limite del geniale, mi ha dato l'idea per un nuovo scritto che evidenzi le differenze tra un sistema di amplificazione che impiega tubi termoionici ed un altro che utilizza semiconduttori e, nel caso specifico, i MOSFET, componenti che più si avvicinano alle valvole sia come resa sonora sia come comportamento all'interno del circuito.
Il progetto di un amplificatore
di gwynnett | 11 dicembre 2008 ore 08:58

Il progetto di un ampli può scaturire dal desiderio di creare un suono che sia profondamente diverso e che una volta ottenuto ci appaghi totalmente oppure da un'esigenza commerciale del momento che impone determinati criteri dai quali risulta difficile derogare per rimanere sempre competitivi e coerenti con le linee di mercato. Nel primo caso si usa il cuore, l'emozione, l'originalità, nel secondo invece il cervello, l'ambizione, l'essere profondamente volitivi. In ambedue i casi è necessaria una certa perizia ed una forte determinazione.
Sembra un AC30 ma non lo è
di gwynnett | 28 novembre 2008 ore 00:52

Un saluto a tutti gli amici. Un altro amplificatore che presenta una disposizione dei tubi molto nota: tre 12ax7 nel pre e quattro EL84 nel finale, quindi sette valvole che ricordano un notissimo ampli che ha fatto la storia ma non è quello e certamente non è mitico come il suo somigliante ma è una buona idea, e suona.
Analisi di un preamplificatore
di gwynnett | 21 novembre 2008 ore 15:06

L'articolo precedente mostrava in video la taratura in corrente e tensione di un finale da 20 watt con una 12 AT7 e due 6V6 fino ad una prova pratica con lo strumento effettuata da un improbabile chitarrista. In questo articolo, corredato anch'esso di un video, l'analisi all'oscilloscopio del piccolo preamplificatore usato a complemento del finale che sottoporremo ad una serie di controlli atti a visualizzare le forme d'onda risultanti dalle diverse regolazioni.
Indagine su un tubicino al di sopra di ogni sospetto
di gwynnett | 13 novembre 2008 ore 22:49

Naturalmente il tubicino in questione è il phase inverter, nel nostro caso una 12AT7 Jan Phillips della metà degli anni sessanta mentre le finali sono due 6V6 Philips Miniwatt anch'esse degli anni sessanta e rigorosamente accoppiate.
Cenni sull'attenuazione
di gwynnett | 08 novembre 2008 ore 08:51

Premetto di non condividere alcun tipo di attenuazione come soluzione alternativa ritenendomi, al pari di molti altri, un vero estimatore del suono valvolare inteso come massima espressione del dialogo armonico. Con questa premessa decisa e roboante vorrei rivolgere a quegli amici che forse distrattamente leggeranno questo mio scritto, l'invito a non lasciarsi in alcun modo condizionare dai pesi e dai volumi perchè questi compromettono inesorabilmente la creatività individuale.
Un dono sottovuoto
di gwynnett | 25 ottobre 2008 ore 19:02
Oggi, 25 ottobre, compio gli anni. Non sapevo di averne così tanti, ma il numero sulle candele me lo dice spietatamente e senza mentire. Ho ricevuto regali e bacetti, un orologio, un accendino, un pull di lana ed un pacchetto con un fiocco rosso che conteneva le due splendide MULLARD ECF82 che vedete nella foto. Si tratta di due valvole nuove la cui costruzione è presumibilmente collocabile tra il 53 ed il 58 in Gran Bretagna e dall'aspetto, e guardando con una lente i piedini, sembrerebbe che non siano mai state montate.
Due fusibili per una diagnosi
di gwynnett | 22 ottobre 2008 ore 00:14

In un amplificatore per strumenti musicali sono solitamente presenti due fusibili sistemati sul pannello posteriore, uno nella vaschetta dell'alimentazione e l'altro in un cappuccetto nero con smontaggio a vite. Il fusibile è una componente unipolare composta da un conduttore in serie ad una linea di tensione e la sua utilità è quella di fondere aprendo il circuito quando la corrente che lo attraversa supera valori prestabiliti evitando SERI DANNI ad altre componenti fino ad un reale rischio di fiamma. Ma saranno sicuramente diverse le collocazioni all'interno del circuito, quindi ci possiamo servire dello schizzetto nella foto per individuarli con precisione.
Un preamplificatore molto versatile
di gwynnett | 20 ottobre 2008 ore 13:36

Nell'immagine il disegno di un nuovo preamplificatore questa volta più complesso rispetto al precedente che faceva uso di una sola valvola per una risposta dal sapore molto clean e con un controllo dei toni in "uscita anodica". Questo secondo pre fa uso di quattro triodi, quindi di due valvole, come è chiaramente visibile nel disegno per una risposta con toni piuttosto forti e con una più versatile manipolazione delle frequenze resa possibile da una vasta gamma di regolazioni.
Il bias e la controreazione
di gwynnett | 17 ottobre 2008 ore 08:29
Lo schema descritto nella foto è fondamentalmente simile ai precedenti ma si avvale di due importanti innovazioni che consentono una reale e millimetrica taratura per favorire l'adattamento al circuito di diversi tipi di tubi e la possibilità di limitare il guadagno totale per una resa sonora più idonea ed efficace. Il primo cambiamento riguarda la possibilità immediata di poter modificare il valore della tensione negativa che entra nelle griglie delle finali insieme con il segnale, operazione attuabile anche nello schema precedente ma con sistemi senz'altro più lenti e macchinosi.
Il peso del comando
di gwynnett | 14 ottobre 2008 ore 15:44
Leggendo il precedente articolo che descrive un finale completo in tutte le sue parti ci si pone subito una domanda: perchè descrivere il funzionamento di un ampli integrato iniziando dalla coda? Le risposte possono essere più di una.
Il circuito di alimentazione
di gwynnett | 13 ottobre 2008 ore 08:25
Per consentire alla classe AB il meritato accesso al paradiso è necessario inserire un altro circuito completamente avulso dal primo che lo alimenti adeguatamente applicando ai vari stadi le giuste tensioni e fornendo le correnti necessarie per un corretto funzionamento. Il disegno della foto integra quello presentato nell'articolo precedente definendo la tipologia di un finale ormai completo in tutte le sue parti eccetto che nella determinazione dei valori dei vari componenti subordinata al tipo di valvole usate per ottenere la potenza richiesta.
La classe AB va in paradiso
di gwynnett | 09 ottobre 2008 ore 13:28
Come sarebbe stata la vita per noi strumentisti, musicanti o musicisti, se qualcuno non avesse pensato a configurare un amplificatore finale in classe AB? Saremmo sicuramente stati un popolo di "lazzari felici" come recita Pino Daniele nella sua bella canzone, con le stesse valenze artistiche ma con una limitata capacità di esternarle mancando quella tecnica ostica e tediosa ma comunque indispensabile. Confesso di non essermi mai posto il problema fino a qualche giorno fa quando è comparso come per magia un piacevolissimo articolo dell'amico Madmaker corredato da splendide foto che illustravano un Epiphone Valve Junior coloratissimo e squisitamente retrò che mi ha portato nostalgicamente indietro nel tempo, quando si suonava con pochi watt e molta maestria.
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