L'offerta didattica per chi vuole imparare qualsiasi strumento o affinare qualsiasi abilità in ambito musicale è sconfinata. Inoltre, sempre di più, si ha la sensazione che questa palette si faccia ogni giorno più inclusiva e accessibile: anche al semplice appassionato o curioso viene data l'opportunità di apprendere, curiosare, praticare con pochissimo tempo e meno fatica. Si pensano metodologie, sistemi, approcci comunicativi che aiutino a imparare, suonare e divertirsi fuori dal rigore di un processo di apprendimento accademico, senza l'affanno di un programma rigoroso e strutturato da seguire.
Fioriscono i metodi "per tutti", le guide "facili" a ogni strumento, i "video" per riuscire a eseguire quella tale canzone senza, quasi, saper suonare.
Bene, sul versante diametralmente opposto si colloca "Line Games" (Volontè&Co) di Randy Vincent, un libro dedicato allo studio approfondito dell'improvvisazione in ambito Jazz: un metodo rivolto a chitarristi di livello - almeno - intermedio, che conoscono il pentagramma e la tastiera (non c'è traccia di tab in questo testo) e che sono realmente motivati a darci dentro.
Ci sono cinque capitoli:
Scale Esafoniche per improvvisazione Jazz;
Uso dei Cromatismi nell'improvvisazione Diatonica;
Esafoniche rivisitate: copie di Triadi mutualmente esclusive;
Quadriadi ed equivalenze armoniche per estensione;
In Sospeso (una raccolta di concetti tra cui creazione di frasi melodiche attraverso condotta cromatica delle parti, costruzione di un'ossatura melodica, solo Break...).
"" è un testo che può traghettare un chitarrista davvero motivato a un livello di ricchezza stilistica e di espressività autorevole, da spendersi in maniera professionale - ovviamente - in ambito jazzistico ma anche in ogni altro genere (fusion, metal, progressive) in cui si insegua un solismo moderno, colto, ispirato e, più di ogni altra cosa, libero. |