Stamani un amico mi ha indicato questo pezzo "divertente" (secondo lui) di cui oggi ricorre il 25mo anniversario.
en.wikipedia.org/wiki/Gimli_Glider
In buona sostanza, un Boeing 767 canadese con a bordo 61 passeggeri, rimane letterlamente "a secco" nel bel mezzo del viaggio. Si spegne letteralmente tutto quanto - tutta la strumentazione cessa di funzionare (il 767 era il primo aereo che alimentava tutta la strumentazione con l'elettricità generata dai motori) tranne un paio di indicatori di scorta. Le superfici mobili, che pure necessitano di alimentazione elettrica funzionano solo grazie ad una turbina azionata dal flusso d'aria derivante dal movimento dell'aeromobile; con la progressiva riduzione della velocità, diminuisce anche l'energia residua prodotta.
Il pilota, che casualmente e per fortuna è un esperto aliantista riesce a far atterare il jet, in un aereoporto secondario che peraltro conosce solo lui, senza causare un solo ferito. Il miracolo del talento che fortunatamente si oppone ad una somma raccappricciante di "involontarie" cazzate commesse a tutti i livelli di controllo e verifica possibili ed immaginabili.
L'indagine appura una serie sciagurata di fraintendimenti tra i meccanico ed i piloti - "avevo capito che..." "credevo che..." - documentazione tecnica mancante a bordo, carenze procedurali, come pure errori matematici allucinanti di conversione legati alle differenze tra il sistema metrico e quello imperiale (!). Sensori disattivati, consegne verbali che avvengono in maniera approssimativa, i meccanici si dimenticano di passi procedurali (come la verifica manuale dei livelli di carburante quando i sensori non funzionano), libri di manutenzione annotati in modo incompleto, e via dicendo.
Stiamo parlando del 1983 - prima delle deregulation, prima dei problemi finanziari delle compagnie di bandiera, prima del caro-carburante, prima che le "innovazioni finanziarie" spingessero a creare "efficienze" tramite tagli del personale e cessioni di manutenzioni specializzate a terzi ed a cavillare sulle normative di sicurezza per poter spremere ogni centesimo di ricavo da un aeromobile e dai suoi piloti.
Alla luce di questo mi si chieda ancora perchè sono così contrario alle centrali nucleari.... Alla luce di vicissitudini personali posso solo confermare che "l'incidente Gimli" è sempre dietro l'angolo - dal traghetto, all'aeroporto (SAE...?), dal piantone del volante del pilota di Formula 1 al disastro di Bhopal. I recenti incidenti all'impianto atomico francese - dove l'incidente si è verificato addirittura due volte consecutivamente! - non fanno che rafforzare la mia posizione "contro".
C'è solo una soluzione per la gestione delle strutture complesse: spendere un mucchio di soldi, accettare le inevitabili "inefficienze", e far pagare il servizio finale in maniera proporzionata alla gestione del suo rischio.
E chi ha il coraggio e la volontè di perseguire simili propositi, oggi? Non fidarsi non solo è meglio - è purtroppo obbligatorio.
Paul