Premetto qualche informazione, utile a fare chiarezza, perché le sciocchezze che si leggono e sentono fanno pensare che non si sia capito granché di quanto è successo.
1 - il tema non è confessionale, ma di diritto. Dice la sentenza, tra l'altro: "la libertà di non credere ad alcuna religione […] si estende alle pratiche e ai simboli che esprimono una credenza, una religione o l’ateismo. Tale libertà merita una particolare protezione se è lo Stato ad esprimere una credenza e se la persona è posta in una situazione dalla quale non può uscire se non a prezzo di sforzi e sacrifici sproporzionati. […] Lo Stato deve astenersi dall’imporre credenze nei luoghi ove le persone dipendono da lui. E’ altresì notoriamente tenuto alla neutralità confessionale nell’ambito dell’educazione pubblica".
2 - la sentenza è stata emessa della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, un organo indipendente, deputato alla salvaguardia dei principi contenuti nella Convenzione europea per la tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), firmata a Roma nel 1950 e ratificata anche dal nostro Paese. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è un organismo che non fa parte di alcuna organizzazione politica, e come tale è da sempre considerata un’istituzione di altissima moralità e rettitudine (cioè: non è la Corte di Giustizia delle Comunità Europee). Le sue sentenze sono peraltro esecutive solo teoricamente, perché l’esecuzione è rimessa alla buona volontà degli stati membri.
3 - la sentenza non contiene alcuna minaccia per le cosiddette (presunte) "radici cristiane" del nostro Paese, perché si limita ad affermare che l'Istituzione deve rispettare la propria Costituzione. E l'esposizione di simboli religiosi e anti-religiosi nei luoghi pubblici in Italia è una chiara violazione della nostra Costituzione (art. 3 e art. 8).
Il lato più inquietante di questa storia è però il cancan che se n'è fatto in modo totalmente disinformato. Il partito dell'ignoranza, molto diffuso tra i politici di spicco, è trasversale. Si va da La Russa che augura la morte a chi decidesse di rispettare la sentenza (roba che il buon Gesù scenderebbe dalla croce per prenderlo a calci nel culo) a Bersani che dice "il crocifisso non offende nessuno", dimostrando di essere un ignorante, perché ignora il tema su cui si esprime, dice una cosa sbagliata (ogni simbolo religioso è "offensivo" - in senso letterale - per chi è ateo o professa un credo diverso) e fuori tema (non è un bell'inizio di segreteria). Poi c'è il Presidente del Consiglio, che si presenta in veste istituzionale impugnando un crocifisso di notevoli dimensioni, quindi viola anche lui la Costituzione della Repubblica che ha giurato di rispettare e difendere (ma probabilmente non è la sua violazione più grave).
Mi sembra dunque che ci sia poco da azzuffarsi. Chiedo però a eventuali commentatori (ma anche no) di evitare polemiche, luoghi comuni e frasi fatte, perché sui giornali degli ultimi giorni le abbiamo già lette tutte. Un campionario di sciocchezze, di insulti all'intelligenza e alla cultura, prodotti sia da militanti di varie bandiera e colori politici, sia da semplici qualunquisti ignoranti (che "ignorano"). E invece, mai come in queste circostanze, calma sobrietà e rispetto per le istituzioni sono l'unico approccio ragionevole, anche se mi rendo conto che non sia facile, accerchiati come siamo da gente che strilla sempre e non ascolta mai.
A tutti suggerisco la lettura di questa bella riflessione di Don Gallo, pubblicata su Repubblica il 5 novembre scorso.