di jebstuart [user #19455] - pubblicato il 23 dicembre 2010 ore 20:56
Probabilmente nulla quanto il Natale bendispone la gente e tira fuori dal profondo di ognuno un sentimento empatico verso gli altri.
Per il Mondo occidentale quel che commemoriamo domani sera ha assunto significati non univoci. Per molti è il ricordo dell'Uomo di Nazareth, per altri una generica occasione per tentare di comprendere gli altri, per altri ancora un'appuntamento commerciale o mondano o gastronomico. Per tutti, comunque, è un momento particolare.
Leggevo in altri post di moltissimi che ne gioiscono, di qualcuno che non ne condivide appieno il significato ma che lo vive comunque con allegria, di qualcuno che francamente lo detesta.
Ma di fatto, almeno a giudicare da quanti Diari o anche semplicemente da quante risposte nei Diari il Natale abbia elicitato qui su Accordo, nessuno lo ignora.
Non credo sia poco, come fenomeno antropologico.
Personalmente, fin da quando ero bambino, lo vivo come un momento di calore familiare ed amicale. E' il momento in cui sento il bisogno di stare coi miei o di chiamare gli amici. E' il momento in cui di più mi ricordo che, al di fuori dei confini del Me, ci sono gli altri. Alcuni carissimi, altri cari, altri semplicemente miei vicini nel pezzetto di Mondo che mi è toccato.
Da qualche anno, tuttavia, ho un bel po' di gente in più di cui ricordarmi ed a cui dire la mia amicizia. Gli Accordiani.
E' per questo che anch'io voglio formulare l'augurio di un periodo Natalizio sereno, che rafforzi la felicità nelle case in cui le cose vanno bene, ma ne porti tanta anche in quelle in cui, per qualsiasi motivo, essa sia venuta a mancare.
A tutti Voi, quindi, il mio augurio, la mia amicizia ed il mio affetto.