Quando ero piccolo sentivo mio nonno lamentarsi dell’Italia del boom economico e rimpiangere il fascismo. Da giovanotto, sentivo mamma lamentarsi prima degli hippies e poi dei punk e rimpiangere il boom economico. Io stesso, oggi, tendo a lamentarmi del nuovo millennio, ed a rimpiangere gli anni ’70. Insomma, l’erba dell’anno prima è sempre più verde. Anche su People non si fa eccezione a questa regola. Lo ricordava Alberto in un suo intervento in un recentissimo ed acuto diario di Oliver, scrivendo: “La frase "Accordo non è più quello di una volta" ricorre ciclicamente dal 1992 …”. E lo ricordo nitidamente anch’io, che su People ci sto - rispetto a lui - solo da una manciata di anni.
Le cose, invece, in genere diventano migliori col passare del tempo. Ed infatti Accordo nel corso degli anni si è trasformato in una realtà unica nel mondo dell’informazione musicale online, con numeri da record e con alcune peculiarità (People è una di queste) che nessun sito emulo è mai riuscito ad implementare in maniera altrettanto convincente. E’ quindi fuor di dubbio che resti un posto magnifico e ricco di notevoli contributi. Mi pare però (e la recente discussione in fondo l’ha confermato) che il modo con cui gli iscritti fruiscono dello strumento-People stia significativamente cambiando, con una partecipazione orientata decisamente più alla lettura che alla scrittura attiva. Ed è ugualmente evidente, anche se più difficilmente documentabile, che lo stile partecipativo sia oggi più “Facebook-oriented”, con molti diari che sembrano dei graffiti murali, che l’autore scarabocchia in pochi secondi e da cui spesso inspiegabilmente fugge via senza più tornarvi. E come succede per i graffiti, la gente legge senza sentire particolare interesse ad aggiungere commenti.
Mi sorgono, a questo punto, alcuni interrogativi. Se io acquisisco un dato, e quindi ne fruisco, ho il diritto di lasciare a senso unico il mio rapporto con la fonte o piuttosto ho il dovere di replicare, aggiungendo un qualcosa di mio all’informazione? In una logica da graffito metropolitano, ovviamente no. Ma nella logica di una Community, a me iscritto è consentito prendere soltanto, o devo dare a mia volta qualcosa agli altri in termini di conoscenza? Ancora, è politically correct sentirsi più utenti che membri, e avvertire quindi in misura molto ridotta il senso di appartenenza trasversale ad una comunità? In un social network sì può sicuramente sentirsi solo banali utenti, ma in una Community specialistica e per di più costituita da gente che dovrebbe per definizione essere accomunata una sensibilità fuori del comune? Infine, i rapporti interpersonali virtuali del Terzo Millennio sono veramente più snelli ed essenziali (il che non sarebbe necessariamente un male), o sono semplicemente meno civili? Per fare l’esempio giustamente tirato in ballo da Oliver, se io posto una domanda su People e poi - mettiamo - trovo la risposta altrove, ho il dovere morale di tornare nel diario a ringraziare chi eventualmente ha lasciato un commento, o posso tranquillamente sbattermene e non tornarci più, semmai aprendone immediatamente un altro su un nuovo dubbio amletico?
C’è, infine, un rovescio della medaglia, espresso bene nel già citato diario di Oliver dall’utente Tubes, che scrive: “Da parte mia, avrei a volte dei contributi da portare o considerazioni da fare, ma spesso mi freno perché leggo sovente dei commenti veramente assurdi e al limite dell'offensivo e quindi evito a priori di imbarcarmi in estenuanti botta e risposta con membri del sito un po' ottusi.”. Questo vuol dire che, all’altro estremo di una distribuzione gaussiana rispetto a chi legge e non commenta, c’è invece chi ama commentare, ma che qualora non si trovi d’accordo con quel che un altro scrive, non si ritiene vincolato alla regola aurea dell’IMHO, ma si arroga la più ampia libertà di spernacchiamento, a volte ai limiti del trollismo. E se questa libertà c’è, è possibile che una fetta di utenza, pur dispostissima a discutere, non lo sia affatto ad accapigliarsi, e pertanto rinunci a mettersi in gioco. Ed è possibile - ma è solo una mia sensazione epidermica priva di riscontri oggettivi - che molti degli utenti in grado di produrre contributi di livello, siano proprio quelli cui meno va di vederli rovinati da commenti inutilmente polemici quando non francamente sgradevoli.
E’ possibile che mi sbagli, sia chiaro, e che quel che mi pare di vedere non sia affatto vero. Ed anzi devo dire che spero sinceramente di aver torto marcio. |