Strumento non molto conosciuto, la Artisan è stata per me la seconda Les Paul, la prima con humbucker regolari e mi ha accompagnato in innumerevoli registrazioni.
Figlia dell'epoca Norlin, venne pensata come estremizzazione del concetto di Les Paul, nel senso di eleganza: stando alle informazioni in mio possesso è stata prodotta dal 1976 al 1982 e, dal numero di serie a sei cifre presente, la mia dovrebbe essere tra le primissime.
Di base si tratta di una Les Paul Custom a tre pickup con degli accorgimenti estetici per impreziosirla, ma per il resto è una classica Les Paul metà anni '70 con corpo in mogano, top in acero in tre parti e manico anch'esso in acero in tre parti.
La paletta presenta il logo Gibson nello stile degli esemplari dei primi del '900 assieme a degli altri intarsi floreali.
Gli intarsi proseguono sulla bella tastiera di ebano: sono molto particolari, belli, anche se in tutta onestà fanno un po' la figura del galeone spagnolo e, con il tempo, sulla mia si sono un po' mossi creando qualche leggero "dislivello tattile" sulla tastiera.
Il corpo, come dicevo prima, è il tipico sandwich anni '70 e lo strumento è pesantissimo: siamo oltre i sei chilogrammi di peso.
I tre pickup sono i tipici del periodo che recano la decal con scritto "pat. 2.737.842". Ormai non hanno più un grande output e tendono a fischiare con alti volumi nonostante paraffinatura e altri accorgimenti, però hanno un suono, a mio gusto, meraviglioso: estremamente caldo e tondo rimanendo però molto definiti.
La finitura più frequente dell'epoca era quella che vedete nella foto (Walnut) ma ce ne sono in giro degli esemplari bianchi, Tobacco Sunburst ed Ebony.
Verso la fine del periodo di produzione ne son stati rilasciati anche degli esemplari a due pickup e con il TP6 al posto del classico tailpiece.
Lo strumento in mio possesso purtroppo è stato funestato da alcune modifiche del precedente proprietario che aveva installato un esafonico per pilotare un qualche guitar synth, due switch grandi nonché oggettivamente bruttini per inversioni di fase e quant'altro e, orrore finale, un DiMarzio Super Distortion in posizione centrale.
Dopo l'acquisto cercai di riportare all'originalità lo strumento, trovando un pickup coevo degli altri due e facendo sostituire i due switch enormi con dei mini switch a tre posizioni molto simili (come look) a quelli presenti sulla serie Artist di fine anni '70 primi '80, che mi consentono di splittare bobine, invertire fasi e disinserire il centrale, lasciandomi il selettore principale come se fosse su una normale Les Paul a due pickup.
Chiaramente non ho preso questo strumento con intenti collezionistici e, anzi, a suo tempo mi diede modo di avere una bella Les Paul senza spendere una fortuna.
Se vi capita di incappare in un esemplare, datele un ascolto: potreste avere una bella sorpresa in quanto, nonostante l'aspetto lussuoso, sono chitarre conosciute per essere in uso tra professionisti come strumenti da lavoro, e può quindi capitare qualche occasione interessante da portarsi a casa anche se, oggettivamente, sono strumenti difficili da portare sul palco per il peso considerevole.