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Stratocaster American Vintage '56: prova e confronto con quella vera
Stratocaster American Vintage '56: prova e confronto con quella vera
di [user #3] - pubblicato il

Faccio una dichiarazione a priori e a scanso equivoci: questa Stratocaster American Vintage '56 in assoluto è una buona chitarra, da tutti i punti di vista. Il suono è quello che ti aspetti da una Stratocaster. Tutto secondo copione, tutto bene, dunque? Ecco, secondo me, proprio tutto-tutto no.
La serie Fender Vintage nasce nel 1982 per tentare di frenare un declino che sembrava inarrestabile. Pressata da una concorrenza sempre più agguerrita, snobbata dai musicisti disposti a pagare le chitarre vecchie dieci o venti volte rispetto a quelle nuove, incapace di innovare ciò che tutti consideravano perfetto (la produzione originale di Leo Fender) Fender CBS decide finalmente di ritornare sui propri passi, riscoprendo un passato messo da parte senza una sola buona ragione. Nasce la serie Vintage, che propone chitarre disegnate sulla falsariga delle pre-CBS. Strumenti validi, ma, per dichiarazione dell'azienda stessa, le cui differenze rispetto agli originali sono notevoli. Per non rischiare contraffazioni e per modernità, sostiene l'azienda, ma i maligni pensano che Fullerton non fosse in grado di proporre nulla di più fedele. Addirittura la pre-serie giapponese del 1981 è più kosher - nei suoni e nelle forme - alle pre-CBS rispetto alla serie americana.

I nove modelli Vintage presentati nel 1982 sul più bel catalogo della storia Fender (Telecaster '52, Stratocaster '57 e '62, Precision '57 e '62, Jazz '62) sopravvivono alla fine dell'epoca CBS e aprono l'epoca Schulz a Corona. Resteranno in catalogo per ben trent'anni, fino a pochi mesi fa, quando viene presentata la nuova serie American Vintage. A leggere il comunicato stampa di lancio ci si aspetta la rivoluzione:

"Rather than just replacing the previous models with different ones, the entire vintage-reissue concept has been completely and comprehensively re-imagined - restoring original tooling dies, voicing new pickups, reformulating vintage colors and more - based on actual vintage guitars designers tracked down to ensure even greater accuracy. All the new American Vintage Series guitars feature thick and slim necks with profiles and edges carefully re-sculpted to reflect even greater period-correct authenticity".

Nelle promesse ecco forme più accurate, pickup più fedeli, attrezzature modellate sulla falsariga di quelle originali di Fullerton, per produrre strumenti quanto più vicini, per feel e sonorità, alle celebrate pre-CBS. Con simili premesso, da appassionato delle Fender di Fullerton, non vedevo l'ora di provarle e finalmente eccomi esaudito, grazie alla disponibilità di Mauro De Nadai di Lucky Music.  Mi trovo dunque tra le mani una splendida custodia tweed che contiene una Fender American Vintage '56, in "black custom color", in linea teorica quanto di più simile dovrebbe esistere al meglio della produzione dell'altro secolo. Avendo a portata di mano un esemplare originale del 1956 non c'è che da fare il confronto. Aprendo la custodia l'impressione è positiva. Il nero spicca sul rosso dell'imbottitura della custodia, il manico in acero è del colore giusto (non giallastro finto-vecchio come in molte Vintage '57 della serie precedente) e l'hardware lucido quanto basta, non troppo, più nickel che inox. Bene. Così la tiro su, la imbraccio e me la strimpello nel vecchio De Luxe.

Stratocaster American Vintage '56: prova e confronto con quella vera

A questo punto faccio una dichiarazione a priori e a scanso equivoci: questa Stratocaster American Vintage '56 in assoluto è una buona chitarra, da tutti i punti di vista. Manico dritto, action ben regolata, pot scorrevoli e precisi, single coil ben regolati in altezza, simil-Kluson efficienti quanto basta. Il suono è quello che ti aspetti da una Stratocaster, in questo caso particolarmente delicato perché i pickup sono volutamente debolini, inferiori a 6k. Tutto secondo copione, tutto bene, dunque? Ecco, secondo me, proprio tutto-tutto no.

Come alcuni sanno, sostengo che la magia delle chitarre vecchie sta non tanto in un suono oggettivamente diverso, ma in un insieme di caratteristiche che portano il musicista che ci si trova in sintonia a suonare meglio. Le tecnologie moderne - analogiche e digitali - consentono di riprodurre qualunque suono. Ma il feel dello strumento, la sensazione che dà quando lo imbracci, quello no, non è riproducibile. E infatti in questa American Vintage non ce la ritrovi, quella magia che una vecchia Fender porta con sé, anche avendo ben presente che oltre mezzo secolo di invecchiamento è un valore incommensurabile.

La vernice innanzitutto. Che sarà pure nitro, ma è spessa e fredda al tatto. 
Poi il manico, che alla deliziosa V degli anni '50 sostituisce uno strano profilo "boat", inutilmente massiccio. Un manico veramente poco sensato, né carne né pesce, del tutto improbabile sulle chitarre degli anni 56-57 di cui questa American Vintage dovrebbe essere un clone. 
Il peso, oltre mezz'etto in più rispetto all'originale, che coi suoi 3.400 grammi non è delle più leggere. Finalmente il corpo, il cui "contour" tozzo dista anni luce dalle linee sinuose dello strumento d'epoca. 
Da ultimi i pickup, la cui sonorità - per chi suona a parità di amplificatore - è più fredda, ghiacciata. Certo, la differenza da fuori è sottile, si percepisce sulla pennata (appena le tecnologie ci consentiranno di portare nelle vostre case anche il tatto - oltre a immagini e suoni - prometto che vi faremo toccare con mano l'enorme differenza di carattere tra i due strumenti).

E perplessità sul prezzo. Con i suoi (circa) 2.800 dollari di listino in USA e uno street price in Italia di (circa) 2.000 euro da Lucky Music (negozio che notoriamente applica prezzi tra i più bassi del mercato, non solo italiano), la Stratocaster American Vintage si colloca in una fascia di prezzo elevata, con ben (circa) 700 euro in più rispetto a una American Standard e soli (circa) 800 euro in meno rispetto a una ben più titolata Relic, destinata a mantenere una quotazione più alta nel tempo. Va infine detto che con gli stessi denari un appassionato potrebbe decidere di portarsi a casa un a Strat, una Tele e un basso messicani, strumenti economici nel prezzo, ma non nelle prestazioni. Per non dire dell'abbondante usato Custom Shop, che spesso circola sotto i 2.000 euro.

Ecco, ho detto tutto. Se vi capita di provarne una ci terrei a sentire la vostra opinione. Intanto ve la faccio sentire - suonata da Pietro, che aggiunge di seguito le sue impressioni - confrontandola con la mia vecchia Stratocaster del 1956 cui la nuova Vintage dovrebbe ispirarsi.

Video multimediale, richiede supporto Flash.

Provare una Stratocaster, se non forse acquistarne una, è una tappa obbligatoria per qualunque chitarrista. Tutti, per gusto o per curiosità, l'hanno imbracciata almeno una nella vita, tutti sanno come suona la doublecut di Fullerton, ma sono molti di meno a sapere com'è suonarne una con mezzo secolo sulle spalle. Fender questo lo sa e, se lo volesse, potrebbe marciarci alla grande. I chitarristi invece (forse) non lo sanno e, senza una Stratocaster del 1956 originale sotto mano con cui fare un confronto al volo, devono fidarsi di ciò che offre la serie American Vintage. Quando la sete di pre-CBS si fa forte ma il portafogli non collabora, l'idea di acquistare una riedizione diventa allettante: dopo anni di studi e grazie a macchinari tecnologicamente avanzati, riprodurre una chitarra d'epoca dovrebbe essere uno scherzo, per l'azienda che l'ha creata a suo tempo. No?
Forse.

Incuriosito dal restyling completo a cui Fender ha sottoposto la sua linea di chitarre reissue, in catalogo col nome di American Vintage, non perdo l'occasione di provarne una quando Cristiano Ceruti del Centro Chitarre me la sventola sotto il naso.
È una Stratocaster modello '56. Sunburst a due toni, tastiera in acero, 21 tasti, ponte stile vintage, trussrod con accesso alla base del manico. Il peso perfettamente nella media e la comodità delle forme sulla pancia fanno passare in secondo piano il primo impatto poco convincente dato dalla finitura, sì alla nitro, ma decisamente troppo gloss in confronto a quelle che un comune mortale si limita ad annusare alle esposizioni di vintage.
Sottile e per niente "appiccicosa", invece, è la verniciatura del manico, comodo seppur grandicello per i miei gusti e in relazione alle aspettative. La tastiera si lascia comunque suonare e i pickup restituiscono finalmente quella dinamica che sembrava andata persa in alcuni modelli di recente produzione. Viene voglia di giocare col volume alternando pennata e dita nude, strappando le corde come si fa con una signora che regala tanto timbro e poco sustain, come una Strat dev'essere.
Il pickup al manico non è mai eccessivamente caldo, con un attacco pronunciato e una punta brillante. Quello al ponte è più spinto, porta il suono appena oltre il punto di break-up, è decisamente reattivo alla pennata e, rarità per la categoria, per nulla freddo.
Ingolosito dalle tante letture sull'argomento, mi porto velocemente alla ricerca del selettore a tre scatti, sperando di riuscire a incastrare la levetta nel punto giusto per avere "quei" suoni.
"Oggi le posizioni due e quattro saranno pure scontate, ma cercarle così ha un gusto tutto diverso", mi scopro a pensare mentre la mano si appropinqua al controllo, ma devo rimangiarmi tutto quando realizzo che lo switch ha ben cinque posizioni. La macchina del tempo che ha riportato questa Stratocaster dal 1956 deve aver fatto una fermata extra lungo il tragitto, perché le due posizioni addizionali erano ben lungi dall'essere uno standard di fabbrica all'epoca.
Poco male, è evidente che i progettisti hanno voluto dare un tocco di modernità e versatilità laddove l'occhio non avrebbe sofferto. La delusione momentanea non mi fa venire in mente di chiedere a Cristiano se Fender avesse previsto un selettore di ricambio a tre posizioni, come talvolta accade con riedizioni del genere.

Terminata la prova, lunga e decisamente soddisfacente data la qualità oggettiva della chitarra, non mi abbandona una punta d'amarezza che, memore del manico e del selettore storicamente scorretti, mi porta a rimuginare su quali altri dettagli non siano fedeli al modello di riferimento, ma sono sfuggiti al povero occhio inesperto di un amante che non ha mai avuto la fortuna di imbracciare una vera figlia di Leo Fender.
(Pietro Paolo Falco)
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Fender Stratocaster American Vintage
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Bella all'apparenza, ho sempre desiderato ...
di dale [user #2255]
commento del 21/12/2012 ore 08:22:06
Bella all'apparenza, ho sempre desiderato avere una 2 toni.
Quando in futuro, forse, me la potrò permettere, andrò a rivolgermi sull'usato, sul CS senza dubbio!
AH già, monterò il mio set di antiquity, che attualmente mi dà l'impressione di avere "quel" suono, ma su una strato moderna.

Grazie per la prova, interessante.
Rispondi
chiedo un chiarimento
di luxvan [user #15458]
commento del 21/12/2012 ore 08:30:04
scusatemi.... forse son fuori tema....

ho letto più volte che:
"le primissime stratocaster furono un disastro... addirittura furono ritirate dal mercato.. suonavano tipo banjo... questo ricordo a causa del ponte"

potete togliermi questo dubbio???

comunque la '56 è sempre meravigliosa
Alberto però ;))) noto che non si accontenta e vuole sempre metterla e rimetterla alla prova.
Sicuramente dovrà fare un antologia dedicata a tale strumento.
Complimenti sempre per l'assidua voglia di studiare e sperimentare quanto più possibile su tale grandiosa opera di liuteria.

Luca
Rispondi
Re: chiedo un chiarimento
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 08:58:08
Nel 1953 i primi prototipi avevano un ponte completamente diverso, vagamente simile al Bigsby, che smorzava il sustain. Dopo molti dubbi (era già stato prodotto in notevoli quantità) Leo decise di rottamarlo e riprogettarlo. Nacque il blocco di inerzia a molle posteriori e la musica non fu più la stessa :-)
Rispondi
Re: chiedo un chiarimento
di JackDynamite [user #14761]
commento del 22/12/2012 ore 04:26:57
immagini di questi prototipi fallimentari? ;D
Rispondi
Re: chiedo un chiarimento
di dale [user #2255]
commento del 22/12/2012 ore 09:57:26
Che sia questa?

vai al link
Rispondi
Re: chiedo un chiarimento
di JackDynamite [user #14761]
commento del 22/12/2012 ore 22:22:55
questa è con il sistema classico, anche se dei primi. alberto ha parlato di simil bigsby.
Rispondi
Re: chiedo un chiarimento
di alberto biraghi [user #3]
commento del 22/12/2012 ore 23:20:44
Non ne esistono, che io sappia.
Rispondi
Re: chiedo un chiarimento
di JackDynamite [user #14761]
commento del 22/12/2012 ore 23:28:57
che disdetta.

Rispondi
Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di kirschak [user #32705]
commento del 21/12/2012 ore 08:44:55
Mi togliete una curiosità?
Perchè dite che il corpo della reissue è tozzo? non è stato scartavetrato per bene oppure è proprio diverso dalla stratocaster originale?
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 09:56:02
Le grandi differenze sono nel contour, principalmente (in posizione di suono) la svasatura alta posteriore e la rastrematura destra. Lì sta tutta la bellezza e la comodità della Stratocaster, se quelle sono grossolane, se il corpo è poco smussato, non è più lui.
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di crisfusion [user #12749]
commento del 21/12/2012 ore 10:32:29
Che poi davvero queste sono "scelte industriali" incomprensibili su modelli di questo tipo.
Cioè voglio dire, ti rivolgi ad una clientela sensibile a certi standard di riferimento eppoi mi riprofili il corpo in manierai diversa? Boh!
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 10:39:26
Anche per me è incomprensibile. Mi è chiaro che il pickup non lo puoi rifare con le mani di nonna Abigail, ma santo cielo, un corpo come questo nel 1956 non è mai stato fatto, che ci voleva a farlo come si deve?
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di kaio [user #2024]
commento del 21/12/2012 ore 12:08:54
...ma non sarà mica che la vintage reissue è perfettamente conforme all'originale, e a te hanno rifilato un pacco?!!!!...col body fatto dalla pizza & fichi vintage replica!!!! ;))))))
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 12:16:50
Potrebbe essere, il problema è che di pacchi dovrebbero averne rifilati molti, visto che tutte le maple neck che ho avuto l'onore di accarezzare nella mia onorata carriera di infoiato di Fender anni '50 dovevano essere delle pizza&fichi.... ;-)
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di kaio [user #2024]
commento del 21/12/2012 ore 12:29:23
....noi della pizza & fichi siamo mooolto attivi in Italia! ;D
Rispondi
Re: Mi togliete una curiosità? Perchè ...
di Pinus [user #2413]
commento del 22/12/2012 ore 13:10:31
I corpi warmoth della serie vintage hanno infatti la curva per la panza molto scavata e accentuata e l' appoggio per il braccio destro dolcemente curvo e meno squadrato. In efffetti sono molto piu belle cosi, non riesco a capire per qule motivo non contininuo a frle in questo modo
Rispondi
di tutte le Fender che ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 21/12/2012 ore 09:36:07
di tutte le Fender che ho provato non ne ho mai trovato una che valesse i soldi che costava.....:-(
Rispondi
sono stato fortunato!!!
di tonio90 [user #36226]
commento del 21/12/2012 ore 10:07:07
ciao a tutti , ho avuto la fortuna di imbracciare una strato originale del 56 (io ho una messico e ne vado fiero , suona meglio di qualche USA che ho imbracciato ma questa è un altra storia), un amico di famiglia che abita al piano di sopra la ha ricevuta come regalo per una serie di favori , ormai la possiede da circa 15 anni e un giorno mi dice sali a provarla , apre la custodia e mi si illuminano gli occhi , un REAL RELIC , vernice scrostata tasti usurati dall'uso frequente , una bruciatura di sigaretta sul body molto marcata e una sulla paletta sotto le corde , la attacco all'ampli e il suono è fantastico , il settaggio non era perfetto ma la sensazione imbracciandola è qualcosa di indescrivibile , ho avuto modo di provare in un negozio un esemplare della serie vintage , una ottima chitarra ma non può mai dare l'emozione di una fender d'annata
Rispondi
Sempre belli questi articoli ma..
di jackvance [user #34268]
commento del 21/12/2012 ore 10:46:02
Sempre belli questi articoli ma rimango della mia opinione : non pagherò mai fior di "vaini" per una relic , uno strumento rovinato appositamente per soddisfare l' immaginazione ..e dal video non le trovo superiori alla vecchia Vintage andata fuori produzione ( ne ho una ).Le originali son ostate costruite in un'altra epoca : quando si costruivano oggetti in modo artigianale o simil; oggi le cose sono diverse come anche le analisi che queste ditte devon fare.Avendo provato in USA delle originali ( 59 e 62 ) devo dire che mi sentivo d'imbracciare la Storia ..qualcosa che è la somma della mia immaginazione, della validità dello strumento , di sentirmi trasportato altrove e in altro tempo ..lo so , sarò bimbo ma è così : questa per me è la vera unica magia di quegli strumenti ..
Rispondi
Mi viene un dubbio. Ma ...
di giambu [user #4070]
commento del 21/12/2012 ore 11:40:46
Mi viene un dubbio. Ma sono suonate con lo stesso amplificatore?
Rispondi
Re: Mi viene un dubbio. Ma ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 12:19:05
Ma no, assolutamente, siamo uno a Milano e uno a Napoli, ma chiaramente il video non ha altra pretesa se non quella di incuriosire. Comunque quel giorno ho anche girato una cosina io, poche note con la vecchia e la reissue, che metteremo online presto.
Rispondi
Re: Mi viene un dubbio. Ma ...
di Giampa [user #26401]
commento del 10/01/2013 ore 10:05:42
Ecco appunto! Confrontare due chitarre suonandole su due amplificatori diversi che avranno anche settaggi diversi è come darsi una botta sulle p.....!! Fuorviante e basta! Mi sarei aspettao un confronto più utile. Poi cosa significa "fare incuruiosire", "fare confusione" dove ce n'è già troppa? Come quella dei selettori a più posizioni. Se devo cercare un doppio contatto su un punto intermedio di un selettore, per quale motivo un selttore che per quel doppio conattto ha già una sede predisposta dovrebbe andare peggio?. E allora di questo passo dovremmo anche fare l'eastto esame della composizone del metallo dei pickup e dell'avvolgimento e così via. Ogni strumento è in un certo modo unico e confronti troppo spinti nella ricera dell'uguaglianza a mio avviso non hanno senso. Comunque grazie lo stesso per il lavoro svolto e postato.
Rispondi
Non capisco, la Fender ha ...
di jimi88 [user #12905]
commento del 21/12/2012 ore 11:42:17
Non capisco, la Fender ha pubblicizzato questa nuova serie di American Vintage come "le più fedeli alle originali vintage" e poi si perde sui dettagli. Posso capire la scelta di installare un sellettore a cinque posizioni al posto di quello a tre, modifica che tra l'altro la stragrande maggioranza dei chitarristi effettua comunque, ma il contour, il manico boat neck...e poi il suono,che a me non ha convinto per niente, troppo freddo e nasale. Inoltre, pagare così tanto per avere una replica non replica non ha poi tanto senso, meglio aspettare un pò e orientarsi verso una Custom Shop Time Machine magari usata.
Rispondi
Grazie
di Francescofalcone [user #16513]
commento del 21/12/2012 ore 11:44:29
Sono questi gli articoli molto utili .. Grazie per il vostro tempo e il vostro lavoro
Rispondi
Non ho mai avuto la ...
di peppe80 [user #11779]
commento del 21/12/2012 ore 11:55:17
Non ho mai avuto la possibilità di imbracciare una vera pre-CBS quindi devo fidarmi delle sensazioni e del parere di chi ha effettuato la prova. Noto comunque che la nostra categoria, quella dei chitarristi intendo, è troppo legata all'immagine ed all'alone di magia che ruota intorno a determinati strumenti; premetto che anche io sono affascinato da determinati marchi (per me le chitarre sono Fender e Gibson) ma reputo che l'esasperazione di determinate idee e concetti, ci porta lontani da quello che dovrebbe essere il nostro fine ultimo, cioè fare musica. In fin dei conti una stratocaster è caratterizzata da un suono che deriva dal suo metodo di costruzione ovvero manico avvitato, ponte con sistema tremolo 6 viti, 3 pick-up single coil montati su battipenna, ecc... e queste caratteristiche ovviamente le riscontriamo anche sulle strato odierne per cui il carattere di una chitarra, che sia pre-CBS, anni '70, American Vintage, ecc... dovrebbe essere sempre quello con lievi differenze dettate dalla qualità dei materiali con cui le stesse sono realizzate; poi ovviamente il feeling fa la sua parte per cui si preferisce un manico a V piuttosto che uno C shape, e così via per ogni componente dello strumento, ma parlare del "calore" della vernice alla nitrocellulosa odierna rispetto a quella del passato mi sembra esagerato. Non vuole essere una critica ovviamente ma solo una mia considerazione ad un bell'articolo ed una bella prova tra due grandi strumenti la '56 e la sua reissue. Non apro il discorso relativo al rapporto qualità prezzo sennò faccio tardi al cenone di Natale, anzi approfitto per augurare a tutta la comunità di Accordo un Natale di pace, serenità (per quanto oggi sia possibile) ed ovviamente musica!
Rispondi
Re: Non ho mai avuto la ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 12:10:07
Bè, certo hai ragione per molti versi. Un corpo e un manico con tre pickup sono quello che sono.
Però bisogna anche pensare che i dettagli fanno la differenza, soprattutto se - come me - si pensa che lo strumento, più che "suonare bene", in realtà "fa suonare bene (il musicista)". A questo punto, sempre secondo me, un dettaglio come la diversa sensazione tattile della nitro sottilissima del manico (che lascia percepire il legno) rispetto a uno strato spesso è determinante.
E' chiaro che EC, SRV, JB, DG eccetera producono musica straordinaria comunque. Ma nessuno riesce a levarmi dalla testa che tutti loro, in qualche modo, siano stati ispirati da uno strumento con cui hanno stabilito una relazione particolare: tattile, ma anche di risposta dei pickup, di sfumature sonore, peso, vibrazioni, eccetera. La chitarra ispira, alcune chitarre più di altre, ciascuno si fa ispirare da strumenti diversi. E' qui la magia, che in realtà magia non è, ma relazione tra musicista e strumento a formare un mix unico e irripetibile.
Rispondi
Re: Non ho mai avuto la ...
di peppe80 [user #11779]
commento del 21/12/2012 ore 14:37:31
Mi aspettavo una risposta intelligente, e sono daccordo sulla relazione tra musicista e strumento, nel mio piccolo, tra i miei strumenti, riesco a percepire le sensazioni diverse che ognuno di loro dà.. come hai detto tu i grandi nomi producono musica straordinaria comunque proprio perchè la musica ce l'hanno nella testa e nelle mani e lo strumento è per l'appunto uno "strumento" che serve loro ad esprimersi. Chissà se anche io avrò mai modo di provare una strato "come si deve", mi hai fatto venire un forte prurito alle mani!!! Magari visto il periodo babbo natale me ne farà trovare una sotto l'albero:)
Rispondi
...molto interessante la doppia recensione, ...
di kaio [user #2024]
commento del 21/12/2012 ore 12:15:04
...molto interessante la doppia recensione, con i pareri, a tratti contrastanti, di due punti di vista decisamente diversi!
Rispondi
Reissue issues
di robogg [user #204]
commento del 21/12/2012 ore 12:21:00
Dico la mia e mi prendero' con benevolenza le mie pomodorate.
Nel 1989 (sob !) presi da un noto pro una Vintage Reissue '62 della prima serie (c'era ancora lo scontrino di Milan Fisa datato 1983). A me sembrava ottima: leggera, contour "sottile", manico veloce, bel suono... Qualche anno dopo presi una '64 autentica (transition logo) da un noto accordiano. Ebbene, la '64 dava senz'altro un feel diverso, per non parlare del look, ma la reissue '62 suonava decisamente meglio, sopratutto con il p.u. al manico, piu' piena, piu' strato, piu' bluesy.. Aggiungo che la VR62 aveva uno switch a tre posizionii nella custodia, sostituito da un 5 posizioni dal precedente possessore.
Stupidamente l'ho venduta, e me ne sono sempre grandemente pentito.
Poi, nel 1999, ho preso una VR '56 del '91, niente a che vedere con la VR'62 early years: contour farlocco, rumorosa, suono spento...pesante...manico appiccicoso...
Morale: non tutte le pre CBS autentiche suonano bene, non tutte le Reissue suonano male. Questa e' la bastarda verita' di casa Fender. Ogni pezzo fa storia a se'.
Il noto pro che mi vendette la VR62 disse che la scelse tra una mezza dozzina di gemelle perche' "era quella che suonava bene e aveva un buon attacco".

Rispondi
Re: Reissue issues
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 12:23:09
Quanto a pentirsi di aver venduto chitarre sei un dilettante rispetto a me.
Rispondi
Re: Reissue issues
di robogg [user #204]
commento del 21/12/2012 ore 12:36:52
Eh Eh, credo di sapere a cosa ti riferisci in particolare. Sappi comunque che e' ben costudita e che gode di ottimissima salute. Tipico caso di esemplare Fender ben riuscito, che meriterebbe un custode ben piu' dotato :-)
Rispondi
Re: Reissue issues
di kaio [user #2024]
commento del 21/12/2012 ore 12:42:50
Io non ho avuto l'onore di confrontarla con un'originale, ma la migliore chitarra che mi passata per le mani è stata una Vintage 62 dell'88(non so se rientra nella prima edizione delle Fender VR) presa nell 2004, al di là della correttezza storica aveva un manico fantastico e, a detta di qualcuno molto più preparato di me, un gran suono, purtroppo non riuscivo proprio ad andare d'accordo con tasti piccoli e raggiatura stretta, la sostituii con una tele Am St, dopo un paio d'anni proprio quando il body cominciava a scolorire naturalmente!...un vero peccato!
...i pomodori lasciali a me visto che ora ho una classic player 60 mex che adoro e che, finiture a parte, non me la fà rimpiangere per niente! ;)
Rispondi
Re: Reissue issues
di stefano53 [user #26833]
commento del 28/12/2012 ore 14:49:46
Ciao Roberto!Sono assolutamente d'accordo sul fatto che le Fender vadano giudicate singolarmente e non per categorie.Molto in generale ,le pre-Cbs non sempre suonano bene ,ma spesso si!Quanto a comprarle ,oggi,tenendo conto dei prezzi e del fatto che,nella migliore delle ipotesi ,sono assemblate con parti provenienti da una dozzina o più di strumenti più o meno dell'anno indicato dalla data sul manico,si può discutere.Per quanto riguarda le reissues,per mia esperienza,metto al primo posto le CS ,masterbuilt o anche teambuilt limited degli ultimi anni,seguite a distanza da quelle del periodo Page-Vinetto (per me un po' troppo gommose).Non sono male le american vintage non CS del periodo CBS (82-84)..Le altre am vintage,comprese le ultime,non sono nè carne nè pesce e comunque costano nuove quanto una CS time machine usata ma come nuova.Una cosa è certa:se avessi una '56 originale,per migliorarne suono e suonabilità,metterei di sicuro un selettore a 5 (sfido chiunque a fare una serata tenendo in bilico la levetta!!),tasti jumbo e appiattirei la tastiera portandola a 9-10" dai 7.25" originali.In sostanza la renderei come le migliori CS
Rispondi
La prova comparativa del video ...
di esseneto [user #12492]
commento del 21/12/2012 ore 13:04:12
La prova comparativa del video è a mio parere del tutto inutile date le abissali differenze tecniche tra i due chitarristi.Io avrei fatto suonare entrambe chitarre ad un solo,tra l'altro con lo stesso ampli e pedali se proprio si volevano far risaltare le differenze.Poi penso che il suono fender di 50 anni fa non sia più riproducible per ovvi motivi cronologici e il suono fender attuale è appunto quello prodotto da chitarre e ampli costruiti oggi,pure i grandi musicisti che hanno iniziato la loro carriera negli anni 60 usando fender costruite all'epoca (Clapton,Townsend,Winwood ecc.ecc.) da anni usano chitarre Fender nuove di zecca addirittura con pick up noiseless o lace sensor che nulla hanno a che vedere con quelli vintage.Personalmente di sta storia delle differenze tra gli strumenti fender o gibson fatti cinquanta anni fa e quelli di oggi non ne posso più,invito tutti a suonare con qualsiasi chitarra fregandosene della marca e sopratutto dell'anno di costruzione.....
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Re: La prova comparativa del video ...
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 21/12/2012 ore 14:03:42
La prova non è da prendere come una comparazione tra due strumenti, piuttosto come un aperitivo per stimolare un po' l'appetito. Un po' di sano feticismo.
Nel video trovi comunque i link ad altri video in cui le due chitarre vengono suonate un po' più a fondo singolarmente (sempre su base, ma che a tratti sparisce per far sentire anche il suono della chitarra da sola nelle varie configurazioni di pickup).
Rispondi
Re: La prova comparativa del video ...
di Giampa [user #26401]
commento del 10/01/2013 ore 10:10:50
Completamente d'accordo!!!
Rispondi
Della American Vintage nuova
di MM [user #34535]
commento del 21/12/2012 ore 14:34:0
non mi piace questo corpo privo della benché minima venatura.
Molto brutto, sembra plastica.
E francamente faccio fatica a giustificare un prezzo così elevato, per questo tipo di chitarra che è, per tecnica costruttiva, assemblaggio, e semplicità... l'emblema della chitarra (stupenda tra l'altro) popolare.
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Re: Della American Vintage nuova
di kirschak [user #32705]
commento del 21/12/2012 ore 19:46:56
Sì in effetti la totale assenza di venature lascia anche me molto perplesso ....
Rispondi
Il suono è nella nostra mente
di distorto [user #28299]
commento del 21/12/2012 ore 16:26:18
Ringrazio Alberto per la simpatica comparazione, sinceramente non ho avvertito grandi differenze tra le due signore, per un motivo molto semplice, la persona che suonava era la stessa. Date 10 strato a Michele Quaini, tutte e dieci suoneranno straordinariamente bene, poi sarà lui a determinare quella che è più consona a se stesso. Se si suona con poca passione e dinamica, la chitarra suonerà fredda e senza personalità, se non abbiamo un bending intonato o un bel vibrato, non c'è cura che tiene, il suono sarà sempre e soltanto brutto. Il suono si forma nella nostra mente, non c'è ingrediente che possa far cambiare il sapore del suono. Lavoriamo sul nostro suono mentale, risparmieremo tanti soldini, e soprattutto ci concentreremo maggiormente sul nostro suono, parole già sentite? Migliaia e migliaia di volte, cerco di ripeterle soprattutto a me stesso.
Auguri a tutti.




" il blues per il 99% dei chitarristi è solo un modo per mettere le dita sulla tastiera, il 100% di questi suonano le stesse cose, sentite e strasentite, forse una scimmia suonerebbe cose più interessanti, l'un per cento suona quello che ha dentro, e quando ci riesce è blues! - tratto da un anonimo..........................
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Ma sono l'unico che ha ...
di gilmour_pugliese [user #8498]
commento del 21/12/2012 ore 18:37:55
Ma sono l'unico che ha preferito il sound della VR? A me la '56 originale pare incredibilmente sottile... Non faccio ragionamenti sulla mano e altro, sia ben inteso... Per me la reissue ha un sound più orecchiabile :)
Rispondi
Re: Ma sono l'unico che ha ...
di herrdoctor [user #18849]
commento del 21/12/2012 ore 20:56:45
Sono belle entrambe ma ho fatto la tua stessa valutazione, preferisco la reissue.

Giusta l'osservazione sulla mancanza di venature... veramente innaturale e non piacevole per me.
Forse la foto e il video nn rendono l'idea?
Rispondi
Re: Ma sono l'unico che ha ...
di JackDynamite [user #14761]
commento del 30/12/2012 ore 09:07:50
colpa del ampli e del cavo del alberto :) diciamo che è il caratere del ampli, a me piace molto ma sarebbe stato meglio una prova con due ampli se non identici simili
Rispondi
aspettavo da tanto di sentire ...
di frengo95 [user #24124]
commento del 21/12/2012 ore 22:13:
aspettavo da tanto di sentire questa bellezza, su accordo avevo cercato articoli simili per tanto tanto tempo per sentire questa famosa 56...e suona proprio da 56.
anche se il twang e il suono da surf rock credo sia dato dell' ampli settato a dovere con il riverbero a palla...o il settaggio era simile anche sull' amp della reissue?
perchè altrimenti è una chitarra che non assomiglia per nulla all' originale, il suono è freddo, il twang è poco, e i pickup nuovi sono meno potenti di quelli di 56 anni....mah.
a sto punto mi compro una messico che suona più calda xD (semplice provocazione su, non mi ammazzate! :) )
Rispondi
Re: aspettavo da tanto di sentire ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 21/12/2012 ore 22:19:46
Sono d'accordo con te.
Rispondi
Legno, legno, legno... La diffenza ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 21/12/2012 ore 22:15:42
Legno, legno, legno... La diffenza la fa il legno... Incide nel suono solo per una piccola sfumatura... Ma è quella sfumatura che fa la differenza... Oggi si fanno troppe chitarre ed il legno buono non si trova più... Quindi lo si conserva per pochi esemplari costosi che spesso si producono per i "veri" musicisti... Spesso endorser... Poi a scalare c'è il custom shop e poi tutta la serie industriale... Questo è un bene da una parte: c'è una chitarra per tutti e in tutte le fasce... Però la qualità è solo per pochi... È inutile una ricerca spasmodica di quei suoni d'epoca... Bisognerebbe rimodernarsi e cercare nuovi suoni con le nuove chitarre che la modernità di offre... O accontentarsi del discreto custom shop... Dove non tutte le chitarre suonano come dovrebbero però... Andrebbero provate e confrontate...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di JackDynamite [user #14761]
commento del 30/12/2012 ore 09:16:21
ma quando mai... il legno non centra niente, qui si parla di piccole finezze, ponte in acciaio, sellette in lamierino, pick up avvolti in una certa maniera, tasti in acciaio, ecc.
il legno buono c'è stai certo che c'è... oggi come al epoca, che già al epoca era usato legno da falegnameria, niente più, non abete della val di fiemme e acero campestre della valle del adda... sveglia!
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 30/12/2012 ore 11:18:47
State sempre li a parlare di quanto il legno conti poco... Quantitativamente sono d'accordo... Il punto è che è proprio quella piccola "quantità" a fare quella differenza timbrica... Ho provato chitarre che a parità di pickup (custom shop vs standard) suonano come se fossero due strumenti diversi... Voi continuate a pensare che i pickup facciano il 90% del suono (senza raggiungere l'obiettivo) mentre io continuo a pensare a quel 10% in più che fa la differenza tra una suono di chitarra e uno strumento che suona come una chitarra... È triste pensare che una "vera" chitarra oggi debba costare più di 3000 euro... Ma è una scomoda verità...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di JackDynamite [user #14761]
commento del 30/12/2012 ore 11:44:
è una tua convinzione senza fondamento.
ti faccio un esempio, ora sto facendo un lavoro di set up ad una gibson custom shop les paul replica 58, da suonare da sensazioni eccezionali, suona divinamente, ha un volume da spenta ragguardevole , è bilanciata e cristallina come il mogano sa fare, ed è analogamente bella e di qualità sonora come la mia epiphone del 63. bene, le due nel mio marshall han suoni ben differenti, dovuti al elettronica sopratutto. non ci piove che con due paf originali del 57 questa les paul suonerebbe in maniera molto simile alla mia epiphone, stesso discorso, se io montassi due mini HB gibson odierni al posto degli originali, stai sicuro che la pasta sonora si avvicinerebbe molto a quella che è ora d questa custom shop... i legni davvero non centrano, anche perchè non hai capito che al tempo si usavano pezzi da falegnameria, e nemmeno tanto belli... oggi perfortuna si usano tagli di maggio qualità e bellezza. per farti un esempio, le prime broadcaster usavano corpo in pichpine e tavole di acero in taglio radiale , il taglio peggiore , meno stabile e meno resistente, stesa cosa venne perpetuata per una decade anche su strato e altri modelli... per non parlare del ontano, legno da sempre usato per fare sedie, tavoli, ante di mobili... per il frassino, è un altro paio di maniche, ma non pensare che sia meglio quello che si trovava al tempo, e non pensare che se ne trovi di meno, ne è pieno il mondo, ci sono piantagioni eccellenti, oltretutto ci sono essenze alternative che in alcuni casi danno sensazioni migliri dei classici steriotipati...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 31/12/2012 ore 12:00:47
La differenza è che io non ritengo la "tua convinzione" senza fondamento... È la tua convinzione ed è diversa dalla mia... Punto... Le cose che dico le dico perchè ho provato... E sono il primo a cercare di continuo il "miracolo" tra le chitarre economiche (ho tre squier bullet strat che pur non avendo QUEL suono, suonano... E sono fiero di averle...)... Però il denigrare i prodotti di alta fascia bollandoli di continuo come pure proposte commerciali a prezzi spropositati non mi piace... Pur credendo che possano e debbano costare meno, le ritengo comunque chitarre migliori (con le dovute eccezioni ovviamente).... E i legni contano... Basta vedere la selezione che Gibson fa per i legni e vedere come una Les Paul '59 suoni meglio di una '60 che suona meglio di una '58 che suona meglio di una Nashville Standard... E come le signature suonino meglio di tutte le altre... E tutto è dovuto ai legni e la loro selezione... Le ho provate e posso confermare... Poi che in una chitarra con legni di qualità ci si dedichi anche per fornire una tecnica liuteristica migliore che aggiunge suonabilità allo strumento, questo non lo discuto...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di JackDynamite [user #14761]
commento del 31/12/2012 ore 12:11:11
lasciamo perdere và!
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 31/12/2012 ore 14:09:07
Ma si dai...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di alexxx882 [user #36111]
commento del 05/05/2014 ore 12:13:17
I legni FANNO la differenza, anzi, STRAFANNO, e molte volte piu dei pick up. Specialmente i mogani e palissandri. Metti delle ranocchie su un body di 60 anni e se il legno canta vedrai che suoneranno bene come (quasi) un paf del 59.

le gibson anni 50 ma cosi come le fender paradossalmente suonavano bene come oggi anche allora. dovuto al fatto che le partite di legni - specialmente mogani - erano di qualità e disponibilità maggiori che nei decenni a dietro. Ma non solo, colle e vernici, con el tecniche di allora sono fondamentali per fare il suono.

Oggi i legni sono piu belli che buoni - dovuto anche a un fatto di quantità, reperibilità, ma anche di marketing. I top delle 59 fatti con gli scarti delle L5 oggi non sarebbero piu ammissibili, per una mera questione di estetica ma anche perche l'acero oggi è uno dei pochi legni che ha una qualità non lontana dal passato.

Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 30/12/2012 ore 12:23:28
il legno incide, ma non nel modo col quale incide nella liuteria acustica...

tanto per semplificare: corpo e manico debbono essere rigidi, e stop.. e questa rigidita' puo' essere fornita non necessariamente da essenze pregiate, ma puo' uscire fuori tranquillamente da compensato, truciolato, "collages", legni da sedia, da imballaggio, plastica, mix legno/sintetico ecc. ecc.

ovviamente anche da legni esotici sopraffini...

ma siccome puo' succedere che la faccenda risulti bene anche con legni non sopraffini (vedi le soluzioni di cui sopra), non si puo' identificare una buona solid body dal pregio del legno usato per costruirla...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 31/12/2012 ore 12:05:37
Non faccio riferimento al pregio... Al giusto grado e tempo di stagionatura... Se vogliamo quei suoni datati che amiamo dobbiamo riprodurre quelle caratteristiche del'epoca d'oro... Quel tipo esatto di legni... Probabilmente stagionati per anni... Ora le cose sono cambiate... Ci sono i forni... E non è la stessa cosa...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di JackDynamite [user #14761]
commento del 31/12/2012 ore 12:13:23
esato, è meglio. i forni garantiscono miglior precisione della stagionatura, e maggior stabilità, aumentano le caratteristiche di rigidità, leggerezza e elasticità del legno...
tutta balle e leggende! sveglia!
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 31/12/2012 ore 14:13:02
Quando diedero a Jimmy Page una copia della sua number one disse che era una gran bella chitarra con un gran suono... Ma che i legni della sua originale erano inarrivabili e si sentiva la differenza... Detto da un maniaco del suono... Io mi fiderei...
Rispondi
Re: Legno, legno, legno... La diffenza ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 31/12/2012 ore 12:26:36
quando ho parlato di pregio ho inteso parlare anche di quello...
Rispondi
sono perplesso...
di bill1975 utente non più registrato
commento del 22/12/2012 ore 09:04:48
queste nuove reissue sulla carta sono state presentate come ottime riproduzioni e invece...dal video sono rimasto molto deluso, ma a parte il suono su cui io sono del parere che le mani del musicista facciano il 90%, esteticamente quel body senza una minima traccia di venature (sembra basswood) e i manici cosi' pallidi...(bruttini a mio avviso) per me il manico abbronzato è più carino, non mi importa se è scorretto storicamente...certe cose forse interessano ai collezionisti ma a quel punto è più sensato collezionare esemplari dell'epoca non delle semplici reissue!!!

P.S.
Sul pickup centrale della reissue nera in foto il polo relativo alla corda SI è alto come quello della corda SOL...andiamo bene!!!
Rispondi
Carl Popper
di DocRock [user #568]
commento del 22/12/2012 ore 11:25:25
Vi invito a meditare sulla filosofia della comunicazione, così ben spiegata dal compianto Carl Popper. Egli parlava dei bisogni indotti. Il marketing assedia i consumatori con proposte, che si fanno via via sempre più incalzanti, finchè il consumatore medio si convince della assoluta necessità di possedere un dato prodotto e... lo compra, a qualsiasi prezzo. Strategie di mercato che sono diventate comunissime, macchine, telefoni, gadget elettronici, e anche chitarre. Da tempo mi chiedo, e chiedo agli esperti, per quale motivo una chitarra ridotta allo stato larvale da colpi di lima, ruggine artificiale, carta vetrata, debba costare in media 800 o 1000 euro in più di una custom shop lucida; perchè una reissue, che è solo una approssimazione dei modelli a cui si ispira, e che, ricordo, venivano fabbricate con tecnologie modeste rispetto ai nostri giorni, debba costare il doppio di una chitarra di produzione standard. Sono i legni? La finitura? I pickup? Tranne che non vengano utilizzati davvero legni antichi, tutto il resto a mio parere è opinabile. Detto questo, secondo il mio gusto, la '56 originale suona meglio, molto meglio, più rotonda, cremosa, carezzevole. Ma mi resta il dubbio che siano le carezze di Alberto e magari il diverso ampli a fare una differenza. Per utlimo: siamo dei feticisti, ammalati di vintage, amiamo muffe e incrostazioni, e tutte le sensazioni che uno strumento antico ci da. Non facciamo del male a nessuno, solo alle nostre tasche, ma life is too short, e allora, chi se lo può permettere, vada alla ricerca del suo Sacro Graal!

PS: agli eventuali maestrini che ti rampognano dicendo che le devi provare per parlare, spiego che le ho provate, altrimenti starei zitto. Mi occupo di scienza e applico il metodo scientifico, anche se il cuore a volte batte più forte dei neuroni.
Rispondi
Re: Carl Popper
di enrico73 [user #22985]
commento del 22/12/2012 ore 13:50:31
Di recente sono stato a provare in un blasonato negozio alcune custom shop (4 per la precisione). Mi sono portato dietro la mia stratocaster standard alla quale ho sostituito solo i pick up con dei fralin. Ho provato gli strumenti per 2 ore.
Sono rimasto colpito dalla bellezza delle strato custom shop provate (prezzi che si aggiravano dai 2500 ai 3200 euro). Queste custom shop sono proprio belle, le rileccature sono opere d'arte e ognuna ha le sue sonorità legate ai legni e ai pick up. Tuttavia sono rimasto basito nel sentire che la mia standard se la giocava alla pari con tutte. Non ho sentito delle differenze così ampie nella sonorità da giustificare delle differenze così forti di prezzo.
La mia conclusione è che si tratta solo di differenze di estetica, ma sul suono non c'è quella superiorità che mi aspettavo.
La mia sensazione è che noi musicisti ci facciamo dei gran viaggi e che forse anche un custom shop si può impegnare nel sciegliere legni e vernici, ma il suono dipende da tantissime variabili che non può controllare. Come rimango convinto che il vintage non sempre suona così bene come lo si dipinge.
Ringrazio per il bell'articolo e condivido il fatto che uno strumento con una certa sonorità può influenzare l'artista nella sua creatività e produzione. Probabilmente quasi come un delay o un wha.
Buone feste a tutti.
Rispondi
Re: Carl Popper
di angusnoodles [user #13408]
commento del 22/12/2012 ore 17:21:53
Per niente d'accordo. Ho provato fender e gibson standard usa e le ho confrontate con il relativo custom shop... Il custom shop suona come dovrebbe suonare... Le standard suonano diversamente e non hanno quel suono che le ha rese famose e richieste... È un suono diverso... Magari bello ed utilizzabile ed hanno anche una ottima sonabilità... Ma non hanno QUEL SUONO... Quel suono forse non è raggiunto nenache dal custom shop... Ma il custom shop ha dei suoni decisamente più ricchi, meno acustici, meno secchi... Insomma: c'è del legno solido che partecipa e vibra... Io la differenza la avverto e per me non è poca... Sembrano chitarre totalmente diverse... Poi è questione di gusti... Magari può piacere di più un suono pulito e definito di una standard piuttosto che un suono caldo, morbido e ricco di un custom shop...
Rispondi
Re: Carl Popper
di enrico73 [user #22985]
commento del 22/12/2012 ore 18:47:08
Beh questione di gusti, forse è la mia standard che suona particolarmente bene e il cambio di pick up l'ha resa simil custom shop.
Rispondi
Re: Carl Popper
di angusnoodles [user #13408]
commento del 22/12/2012 ore 19:23:47
Infatti... Questione di gusti... E poi una standard ben riuscita (non suonano tutte uguali) è più che una buona chitarra... Diciamo che io le considero delle ottime basi per le customizzazioni...
Rispondi
Fate fare le prove a Quaini!
di distorto [user #28299]
commento del 22/12/2012 ore 15:42:39
Apprezzo molto il vostro sforzo e la simpatia che ci avete messo per farci sentire questi strumenti. Tuttavia per rendere giustizia veramente a tutte le chitarre provate, in modo da poter far uscire la vera anima di uno strumento, ci vuole anche un musicista che abbia l'attitudine per far ciò. La chitarra non è una tastiera digitale, dove il tocco del musicista si sente meno, è uno strumento a corde, il suono lo crea il chitarrista, se fai un bending stonato, se non hai groove, se non tocchi le corde con la giusta pressione, puoi avere in mano anche la Blackie originale in mano, il suono sarà sempre una ciofeca, fuori luogo, approsimativo, in definitiva poco musicale.
Quaini for President!!!!!!
Ma dove sono anche i fantastici Simone Gianlorenzi e Alex Massari ?
Rispondi
Re: Fate fare le prove a Quaini!
di gioaquino [user #31627]
commento del 22/12/2012 ore 22:21:09
E poi ti lamenti di me!
Rispondi
Re: Fate fare le prove a Quaini!
di sound floyd [user #5767]
commento del 23/12/2012 ore 11:24:58
Quotone per il tuo commento. ho suonato agli inizi con vester economiche, e chi mi ascoltava diceva che facevo uscire un suono strato più di molti altri che avevano una strato ;).... non è che voglio fare il figo e dire che ho delle buone mani, ma la vedo proprio come te.
Rispondi
Re: Fate fare le prove a Quaini!
di distorto [user #28299]
commento del 23/12/2012 ore 17:05:15
Apprezzo molto che mi apprezzi : ) Credo che tu il suono strato ce l'hai in testa, le mani per così dire sono solo dei pezzi di carne : ) che toccano le corde. Per capire questo concetto ho impiegato ventanni e speso oltre 10.000 euro in attrezzatura. Il mio suono faceva sempre schifo, ho iniziato a interrogarmi su tante cose che prima non considerevo, ora cerco di riprodurre quello che ho in testa sullo strumento, sono ancora molto lontano dal sentirmi soddisfatto ma la strada è quella. Oggi mi diverto molto di più rispetto a qualche anno fa, suono solo con un piccolo ampli valvolare, un delay analogico, un chorus analogico del 79 solo per alcune cose, e basta, inoltre ho scoperto che la chitarra ha il pot del volume, capisci? da lì nascono tante sfumature pulito, semipulito, distorto, distortaccio ecc. ecc. Caspita, mi sono chiesto, ma che diavolo avevo prima in testa? Cerume e paraocchi.
La sensazione di controllare il suono di una strato ad alto volume, con la sola chitarra mi dà così tanta adrenalina, che ancora oggi sono super innamorato della musica e della chitarra.
A presto amico Floyd!
Rispondi
Re: Fate fare le prove a Quaini!
di sound floyd [user #5767]
commento del 24/12/2012 ore 13:44:39
I potenziometri sono la chiave di tutto. il tuo commento potrei averlo scritto io ;), poichè anch' io non li usavo per niente agli inizi. Ma è anche vero che avevo a che fare con pot di bassa qualità e idem i pickup, quindi passava la voglia di usarli :)) poichè il suono se non erano a palla, diventava brutto.
invito tutti quelli che non lo fanno, ad usare di più i potenziometri delle proprie stratocaster!!
Auguri Distorto
Rispondi
Anche a me dá la ...
di kirk76 [user #10549]
commento del 23/12/2012 ore 08:31:41
Anche a me dá la sensazione di essere un po' fredda la VR rispetto all'originale, rimango comunque dell'idea che per dare un giudizio oggettivo dovrei provare tutte e due...è non posso per ovvi motivi.
Scusate la domanda da ignorante di Strato, ma tra una VR 56 e una VR 57 che differenze ci sono? Perché visto i prezzi dell'usato a sto punto la 57 comincia a farsi appetibile....
Rispondi
non discuto la tecnica dei ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 24/12/2012 ore 12:58:40
non discuto la tecnica dei chitarristi, non mi interessa, anzi, quando voglio provare una chitarra io faccio cose estremamente piu' semplici di quelle suonate nel video...

semmai mi sento di dire che ampli, regolazioni, stanza e registrazione sono cosi' differenti da non poter ascoltare una vera comparazione alla pari...

presentati cosi' i suoni mi sembrano buoni entrambi...
Rispondi
Re: non discuto la tecnica dei ...
di giambu [user #4070]
commento del 29/09/2013 ore 09:08:15
:-)
Rispondi
Secondo me non ci sono ...
di brianino [user #25057]
commento del 24/12/2012 ore 18:56:27
Secondo me non ci sono dubbi .. l'originale non ha una frequenza fuori posto.. micidiale!!! ma riguardo alle diverse condizioni di registrazione quanto possono influire sul risultato finale particolari un po' "dimenticati" quali: corde (pure nikel ?), cavi, altoparlante , microfono ???

Auguro buone feste a tutti
Sandro
Rispondi
tutte le case propongono modelli ...
di zaloral [user #31722]
commento del 27/12/2012 ore 13:55:15
tutte le case propongono modelli "relic-reissue-vintage-antiquity" che promettono di ricalcare i strumenti storici ma come sempre gli si ispirano solamente. spesso e volentieri apportano qualche piccola miglioria o ammodernamento.
è ovvio quindi che non potranno MAI essere uguali ma solamente molto simili.
venendo al video i suoni mi piacciono molto entrambi.
però per quanto riguarda il feel a mio modesto parere una comparazione tra uno strumento vecchio di 50 anni e uno nuovo di pacca non ha molto senso. è scontato che una strato 56 sia superiore di una 2012, a meno che non sia difettosa.
è impossibile che un legno e vernice nuovi trasmettano lo stesso feel di legno e vernice vecchi.
neanche le fender d'annata appena sfornate suonavano così come suonano adesso.
tra 10 anni questa av56 della prova suonerà da favola, tra 20 ancora meglio ecc...
io ho una american standard dal 1992 che fa letteralmente sparire tutte le altre, ma appena portata a casa mi ricordo che il suono era atroce, non sembrava neanche lo stesso tipo di chitarra del mio idolo (blackmore) che sentivo nei dischi.
Rispondi
strato vintage
di cucciolo1234 [user #23772]
commento del 28/12/2012 ore 00:30:56
io giorni fa ho provato un paio di vintage strato ma ad essere sincero preferisco la mia standard. E poi non la comprerei mai a 1800 euri... a questo punto mi prendo una nos con 200 euri in più almeno ho uno strumento del custom shop. Tra standard e vintage mi sembra business e basta
Rispondi
Re: strato vintage
di G1ud4 [user #31574]
commento del 28/12/2012 ore 08:40:1
Concordo, sono belle chitarre ma non valgono 1700-1800 euro
Rispondi
Per me è sempre un ...
di stefano53 [user #26833]
commento del 28/12/2012 ore 15:12:30
Per me è sempre un piacere leggere articoli di questo tipo.
Ho provato anch'io la am vintage nera in questione,la stessa della prova di Alberto.
Secondo me non è male ma ,a quel prezzo entra in concorrenza con le CS 'time machine ,anche NOS per chi non ama le relics,modello '56 ,fatte nell'ultimo decennio e facilmente reperibili nel mercato dell'usato.
Mi sembra migliorata rispetto alle appiccicose vintage '57 della serie precedente ,fornite di un manico troppo verniciato e di un improbabile giallo,ma ancora molto lontana non solo da un' inarrivabile originale ma dal livello CS,anche di accesso..Contour,peso ,pick ups,feel e vibe mi hanno deluso.Non è male invece,secondo me ,il profilo del manico,oltretutto,period correct.I famosi soft V sono nati nell'ottobre '56,ma la maggior parte degli strumenti fatti in quell'anno avevano un profilo quasi a U,appena più soft di quello delle tele '52,spesso definito "boat neck"
Rispondi
stratocaster
di cucciolo1234 [user #23772]
commento del 04/06/2013 ore 11:00:53
Io mi tengo la mia strato standard made in usa - non intendo minimamente spendere 2000 euro per una vintage. Come hai detto tu stesso con la stessa cifra mi porto a casa una custom shop di seconda mano.
Il suono della standard a mio avviso è carino, non mi sembra che ci siano differenze sonore tali da avvicinarsi alla vintage.
Rispondi
ci vogliono i soldi
di alexxx882 [user #36111]
commento del 05/05/2014 ore 13:31:57
su Accordo si leggono spesso post di utenti che è palese trattarsi di ragazzini o giovani spesso spaventati o lontani da certi prezzi e quindi certi strumenti... e che per difendersi o giustificarsi delle loro scelte banalizzano certi concetti legati alle chitarre piu care o blasonate.

la storia della "mia chitarra da 1000 euro che suona come quella da 10 mila euro", è strasentita e fa sorridere.

Premesso che ognuno suona cio che vuole e apprezza i suoni che vuole, il fatto oggettivo che lo strumento vintage suoni "meglio" o con timbriche non replicabili oggi è e dovrebbe essere assodato e fuori discussione.

Poi se uno strumento costi troppo per le tasche di qualcuno, ci può stare, non è obbligatorio che tutti i musicisti suonino con Gibson o Fender degli anni 50 o 60, o con custom shop ultra limitate.

Detto questo eviterei però di giustificare ogni volta il fatto di non possedere certi strumenti con storie del tipo "la mia standard suona bene come quella da 8mila euro" oppure che lo strumento costoso sia solo marketing e null'altro, miti e preconcetti.

per es. e poi chiudo, lo stesso mito e frasi fatte per cui "oggi Gibson fa schifo, meglio PRS".... ma dove? ho provato e posseduto PRS che sarebbero state piu utili ad infornare le pizze, alla STESSA stregua di Gibson (ma anche Shur per es.)

saluti.
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di dariorepen [user #15510]
commento del 11/11/2015 ore 18:33:34
Essendo piuttosto avanti con l'età e fortunato possessore di una vera 59' e di una più recente ma molto valida Relic, credo di poter esprimere una opinione equilibrata.
Le vecchie Fender erano ottimi strumenti fin dai primi momenti, io acquistai la mia vecchia nel 65' da un conoscente il quale suonava sulle navi da crociera, il quale la aveva acquistata da nuova qualche anno prima negli USA. A fare la grande differenza sono i legni e l'essicazione naturale, oggi la mia "vecchia" ha 56 anni di età e suona stupendamente bene, forse meglio che da giovane. Mi ricordo ancora oggi l'impressione che ebbi la prima volta che la suonai, seminuova, tenuta perfettamente dal suo primo proprietario, al tempo utilizzavo chitarre Italiane EKO e SOLO e l'impatto con la signora Fender fu fatale e indimenticabile. La enorme differenza tra uno strumento di elevata qualità e uno normale, si sente immediatamente a chitarra spenta, cioè non collegata all'ampli; la "vecchia" pur essendo una solid-body, risuonava talmente bene da sembrare una chitarra acustica, praticamente suonando un accordo pieno o una singola nota in qualsiasi parte del manico, questa vibrava a lungo, dalla paletta alla parte posteriore del body e posso affermare che con il passare degli anni le armoniche si sono sviluppate ulteriormente; oggi ci sono delle rughe sul body, lievi sverniciature di qua e di là (ma è una Relic naturale, non artificiale) i PU single coil sono i suoi originali, lievemente più spessi rispetto a quelli attuali dei modelli di serie; un altro grande particolare è costituito dal manico, più tozzo rispetto a certi C-Shape più recenti o di alcuni ridicoli manichetti sottili attuali, tra l'altro ho avuto pure il modo di confrontarla con una 56 pure originale (di un conoscente), altrettanto valida e con il manico a V Shape piuttosto pronunciato al quale però non sono abituato (mi piacciono i manici pieni forse perché ho le mani piuttosto grandi). Qualche anno fa mi sono preso una Relic 57 Custom Shop, ottimo strumento, decisamente in pieno stile Fender il quale per caratteristiche si avvicina abbastanza alla mia "vecchia", ma non emana quelle incredibili armoniche a tutto manico, perché l'invecchiamento non è naturale e di conseguenza non c'è stata quella fusione tra legno, ferro, e componenti varie tra i quali i PU e alcune loro parti ossidate dal trascorrere del tempo. Ultimamente ho provato la nuova riedizione della Strato Vintage Series 62' (appena possibile proverò pure la 57'), mi è sembrato un buon strumento, molto migliore rispetto alla serie precedente (alcuni dettagli sono più curati, il manico è più massiccio rispetto a quelli delle American Standard e similari), risuona e vibra abbastanza bene già da spenta, pure la pitturazione mi sembra più curata e soft; di base mi sembra uno strumento affidabile e abbastanza preciso valido per un utilizzo professionale, magari se ci mettevano PU e Pot con un maggiore Output forse era meglio (magari dei Lollar o dei Fralin o simili), visto che comunque il prezzo gira attorno a 1800/1900 Euro e non è poco, visto che arriva a livelli di usato di alcune Custom Shop. In definitiva se oggi dovessi acquistare una Fender attuale e normale, credo che opterei per queste nuove riedizioni vintage series, altrimenti per spendere un po' meno ma con la garanzia di un buon prodotto, me ne farei costruire una da un bravo liutaio e pazienza se sulla paletta non c'è la storica scritta Fender, visto che è una soluzione posta in atto da diversi professionisti, certi pure famosi, quindi non vedo perché non si possa prendere in seria considerazione.
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