Era il 1961 quando decise di rivedere concetto e design della sua solid body più famosa per dar vita a una variante riveduta e corretta, più sottile, leggera ed mirata a incrementare suonabilità ed ergonomia generale. La SG, inizialmente concepita come un'evoluzione minimalista della Les Paul, ha acquisito col tempo una propria dignità, collezionando un gran numero di illustri affezionati e guadagnandosi oggi una sua versione Deluxe.
La doppia spalla mancante e le caratteristiche corna leggermente asimmetriche sono valse al modello il soprannome di Diavoletto, nickname particolarmente azzeccato se si pensa al caratterino aggressivo e versatile che la Solid Guitar di Gibson ha dimostrato di avere nel corso dei decenni, tra le mani di musicisti del calibro di Angus Young e Frank Zappa, che alla sottile flat-top in mogano hanno legato la propria immagine per sempre.
Nel 2013, , Gibson deve aver deciso che la SG è diventata abbastanza grande da arricchirsi di quelle attenzioni estetiche e strutturali che la differenziavano inizialmente dalla singlecut da cui era derivata.
Per la SG Deluxe, i progettisti Gibson hanno introdotto un top finemente figurato e lo hanno abbinato a quattro finiture dai toni forti e caldi, perfettamente in linea con lo spirito ribelle della Diavoletto. Attraverso le colorazioni Cobalt Fade, Lime Burst, Orange Burst e Red Fade, tutte lucide e rifinite alla nitrocellulosa, è lasciato a vista l'acero del top fiammato, incollato sul tradizionale body in mogano. Per far risaltare maggiormente le venature del legno, la scelta è di non utilizzare alcun battipenna, assegnando a dei pickup ring neri il compito di ospitare i tre humbucker modello '57 Classic che riempiono la cassa piatta.
Con i loro magneti Alnico II e il filo 42-AWG rivestito, i pickup sono oggi, per Gibson, le repliche più fedeli ai PAF originali. La configurazione elettronica, sebbene a una prima occhiata rimandi alla solita configurazione a quattro potenziometri e una levetta, si discosta dagli standard per una interessante caratteristica. Il selettore conserva l'estetica del tradizionale switch a tre posizioni Gibson, ma cela una funzione fondamentale per trarre il massimo dall'elettronica offerta: oltre a selezionare i tre pickup singolarmente con i tre scatti previsti, è possibile dosare il pickup centrale in maniera graduale con il TogPot integrato nel selettore, ottenendo così una grande varietà di sfumature timbriche.
L'affollato body è completato dall'alternativa ideale al solito tune-o-matic: un vibrato Bigsby originale.
Come da tradizione SG, il manico offre un profilo slim '60, è incollato e ricavato da un blocco in mogano quartersawn di grado A. La tastiera, contornata da un binding a strato singolo che continua anche intorno alla paletta, è in palissandro, dotata di 24 tasti medium jumbo.
Una placchetta con la dicitura "Deluxe" svetta oltre il capotasto regolato via Plek. Meccaniche Grover bloccanti, tre per lato, circondano il grosso intarsio che occupa gran parte della paletta nera e che riprende il motivo a diamanti spaccati al centro già proposto sui segnatasti.
Completa di custodia rigida e di tutti gli accessori del caso per regolazioni di fino e setup, la Gibson SG Deluxe è tra i primi modelli a entrare nel catalogo 2013 al prezzo di listino di 4332 dollari. |