In questi giorni sto frequentando più spesso Accordo, complice una fastidiosa influenza che mi sta bloccando a casa, e non posso far a meno di notare un proliferare di esemplari “Signature” più o meno modificati per venire incontro al musicista di ispirazione/riferimento. In realtà è un fenomeno che ci ...affligge da diversi anni, ma mi pare di vederne un incremento smodato negli ultimi 4/5.
Non credo che ci sia un solo marchio di prestigio che non abbia un qualche modello Signature e, qualora non esista, si fa ricorso a pesantissimi endorsement per associare indissolubilmente il proprio marchio a un determinato artista.
Essendo gravato da qualche primavera in più, non posso fare a meno di ricordare i miei esordi chitarristici (diciamo intorno al 1976/77). C’era molta meno scelta di adesso e la “forbice” fra strumenti professionali e cartoni immondi era decisamente larga: non c’era via di scampo; o prendevi una Fender o una Gibson o eri nel mondo delle imitazioni giapponesi e sottomarche e, comunque, nei cataloghi delle marche più prestigiose era estremamente raro trovare dei modelli specifici per qualche artista (mi viene in mente giusto qualche eccezione come Chet Atkins e Barney Kessel). I professionisti semplicemente acquistavano quello di buono che c’era sul mercato e lo usavano (a volte modificandolo, a volte no).
Ora sembra quasi che sia diventata la regola creare lo strumento “ispirato a”, quasi a voler creare un subliminale transfer freudiano per il quale se comprerò quella chitarra suonerò come il mio idolo... Bene, al di la dell’indubbia qualità di certi strumenti in oggetto, a me suona ormai tutto come puro marketing e omologazione; sappiamo tutti che il suono lo facciamo con le nostre mani e lo strumento è un mezzo che può aiutarci più o meno a esprimere quello che abbiamo dentro, ma i problemi sono altri secondo me.
- Abbiamo qualcosa da dire veramente? - Perché cercare di continuare a copiare sterilmente tizio o caio quando potremmo provare a trovare la nostra voce? - Perché prendere la Les Paul celebrativa di Tizio quando una Custom Shop suona già benissimo?
E’ vero, subentra il collezionismo e la voglia di possedere un determinato strumento, ma, se andiamo a vedere bene, il collezionismo non ha molto a che fare con la musica e, comunque, parliamo sempre di “riproduzioni” autorizzate, non dell’originale in questione...
...la nostra testa poi gioca molto nell’autoconvincersi che determinate cose funzionano meglio di altre: forse dovremmo inserire per legge una prova-strumenti da bendati all’acquisto? :)
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