di LaPudva [user #33493] - pubblicato il 30 marzo 2013 ore 08:00
Ci sono storie che sembrano destinate a rimanere ignote ai più, alcune di queste vengono strappate all’oblio e fanno il giro del mondo. È quello che è successo di recente con un bel capitolo della storia della fabbrica Gibson di Kalamazoo, nel Michigan, venuto alla luce grazie alle ricerche di un appassionato.
Ci sono storie che sembrano destinate a rimanere ignote ai più, sepolte per anni e messe in salvo solo da qualche ricordo sopravvissuto all’avvicendarsi delle generazioni. Poi, per una serie fortuita di circostanze, alcune di queste vengono strappate all’oblio e fanno il giro del mondo, entrando meritatamente – anche se con qualche decennio di ritardo – nei ricordi delle persone. È quello che è successo di recente con un bel capitolo della storia della fabbrica Gibson di Kalamazoo, nel Michigan, venuto alla luce grazie alle ricerche di un appassionato.
John Thomas è professore di legge presso la Quinnipiac University, nel Connecticut, ma è anche un collezionista, musicista e grande appassionato di chitarra. Tempo fa, durante le sue ricerche su Gibson, gli è capitata tra le mani una splendida foto del 1944 che ritraeva settantacinque donne davanti alla leggendaria fabbrica Gibson a Kalamazoo. All’epoca non era affatto raro che le donne rimpiazzassero nelle fabbriche e nei cantieri gli uomini partiti per la guerra, il che lo ha portato a pensare che fosse accaduto lo stesso a Gibson. Nel libro “The Gibson Story” di Julius Bellson, direttore del personale dell’azienda durante la Seconda Guerra Mondiale, però, Thomas aveva letto che in quel periodo la produzione era stata interrotta, mentre in un altro libro si riportava che la produzione era calata bruscamente e che era rimasta nelle mani di pochi artigiani esperti. Qualcosa non tornava: Thomas era convinto che quella bella foto in bianco e nero ritraesse la forza lavoro Gibson di quel periodo e, determinato ad arrivare fino in fondo alla vicenda, ha dato inizio alle sue ricerche.
Tramite una serie di annunci sui giornali di mezzo Michigan, è riuscito a rintracciare una dozzina di quelle ragazze e a intervistarle, scoprendo che la sua intuizione era corretta. Irene Stearns, una di esse, oggi è novantenne e racconta di aver lavorato diversi anni in Gibson e con lei molte altre.
“Venivano un sacco di celebrità a comprare le chitarre, ma stavano al di là del muro rispetto a dove io fabbricavo corde. Doveva essere davvero bello di là! Riuscivo a sentirli suonare tutte quelle fantastiche chitarre!” Secondo l’autore, la Gibson teneva nascoste le ragazze perché gli acquirenti più importanti non avrebbero mai suonato uno strumento fabbricato da una donna.
La storia della Stearns e delle sue colleghe è confluita nel libro di Thomas "Kalamazoo Gals: A Story of Extraordinary Women & the Gibson 'Banner' Guitars of WWII".
John Thomas ha voluto integrare la pubblicazione del libro con un disco che uscirà il primo aprile prossimo, realizzato insieme alla musicista Lauren Sheehan, dal titolo "The Light Still Burns", da una pubblicità della Gibson del 1943. Le chitarre utilizzate sono quindici Gibson fabbricate proprio in quel periodo e le canzoni sono ancora precedenti.
Un bellissimo doppio tributo a delle protagoniste nascoste di un universo maschile.