di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 19 agosto 2013 ore 15:00
Tre fraseggi in pieno stile Metal NeoClassico ispirati a Vinnie Moore, RacerX, Joey Tafolla e Yngwie Malmstenn. Studiamo la scala minore armonica nella sua applicazione più rock, cimentandoci con tecniche di plettrata, sweep, salti di corda e legato.
Mettiamo in pratica quanto abbiamo appreso nella precedente lezione sulla scala minore armonica. L’idea è di utilizzarla in combinazione con la scala di Am naturale. Le due scale si differenziano per una sola nota, la settima. Questa è minore sulla scala di Am Eolio, maggiore su quella armonica.
Am Naturale (Eolio) = A, B, C, D, E, F, G
Am Armonico = A, B, C, D, E, F, G#
Siamo in tonalità di Am e la base su cui lavoreremo è composta dai due accordi Am (A, C, E) e F (F, A,C). Nessuno dei due accordi contiene la nota G ed entrambi derivano dall’armonizzazione di entrambe le scale. Potremo pertanto alternare e combinare tra loro le due scale senza alcuna controindicazione, ottenendo invece una gradevole alternanza di sonorità.
Questo tipo di applicazione è molto frequente nel fraseggio solista metal neoclassico. Le tre frasi che proponiamo si ispirano allo stile di alcuni grandi chitarristi del genere come Paul Gilbert, Joey Tafolla, Vinnie Moore e, ovviamente, Yngwie Malmesteen.
Il livello di articolazione tecnico è abbastanza complesso ma la velocità d’esecuzione è stata tenuta volutamente non troppo alta per agevolare l’apprendimento e motivare anche i solisti alle prime armi. In partitura è sempre evidenziata la presenza ora della settima minore G ora di quella maggiore G#.
Le tre frasi sono in ordine progressivo di difficoltà e sono accomunate da un impiego massiccio della tecnica di pennata alternata, probabilmente la regina del solismo neoclassico.
Il primo fraseggio è il più contenuto nella velocità. E’ interamente costruito in sedicesimi. Due le insidie principali. La prima è rappresentata dallo slide con il quale sulla corda di E cantino prendiamo il G#: lo slide deve essere preciso e non rompere la continuità ritmica del fraseggio. L’effetto glissato avvicina il suono della frase a quella di un Sitar accrescendo la sonorità esotica e orientaleggiante del lick. Attenzione anche a l‘impennata ritmica finale con un’accelerazione in terzine di sedicesimi in rigorosa pennata alternata. Si osservi come la frase si apre utilizzando la scala pentatonica giapponese (A, B, C, E, F) perfettamente contenuta tanto nel Am Armonico che in quello Naturale.