Non si dica che non ci ho provato, ce l'ho messa tutta. Ho deciso di variare un po' dai miei standard… o dalla mia Standard. Prima ho fatto qualche timidissimo passo: in seguito ad una serie di vendite, ho trovato una Les Paul Standard Double Cut. Strumento poco diffuso ma ottimo, con la comodità di accesso alla parte alta della tastiera di una SG (la LesPaul se la sogna) e il look mozzafiato della sorella "intera". Ma con un paio di cosette che alla fine mi facevano sempre tornare alla Standard. In primis le camere tonali, che la rendevano molto leggera ma le tagliavano anche una porzione di frequenze basse, e poi i pickups: mai piaciuti i 490evattelapesca. Non riesco nemmeno a ricordarne il nome :) Mi sono capitati sotto il plettro più di una volta e non c'è stato verso. Non fanno per me.
Nonostante mille remore, la suddetta chitarra è stata messa in vendita sul mercatino. Più volte ho ritirato e ripubblicato l'annuncio, in preda a continui ripensamenti. Poi è arrivata la proposta indecente: nonostante il mio perentorio "no permute", mi viene proposto uno scambio con una Music Man Steve Morse SMY2D, ultimo modello, nuova di zecca (la mia DC era un po' vissuta) e nella versione hard tali, come piace a me.
A parte l'aspetto economico, estremamente vantaggioso per il sottoscritto, la curiosità di provare una delle famose e stimate chitarre eredi di Leo -oltretutto una top of the line- mi ha convinto e, per la prima volta, ho osato fare uno scambio a distanza. Splendida chitarra. A parte la meravigliosa finitura Purple Sunset (e matching headstock), averla addosso era una goduria totale. Leggera e bilanciatissima, apparentemente piccola per via della micropalettina MusicMan, sembrava di averla suonata per anni. Un manico perfetto, con una finitura a olio di una naturalezza estasiante, tanto che non davano nemmeno fastidio le strane dimensioni della tastiera, molto più stretta rispetto agli standard abituali. Hardware di primissimo ordine, intonazione perfetta (e capotasto Earvana), action riducibile a misure teoricamente impossibili, tre pickups con millemila combinazioni. Eppure… I pickups DiMarzio Steve Morse Signature, con tanto di bobine purple, non sono adatti a tutti. Ottimi per la fusion, non urlano abbastanza per il rock. Hanno come una sorta di "freno", un effetto di compressione che li rende morbidi e controllati. Troppo, per il mio modo di suonare. E non si possono cambiare i pickups su una chitarra così, sarebbe davvero un sacrilegio. Peccato, perché per tutto il resto credo sia una delle migliori chitarre che abbia mai provato. Tra mille dubbi e senza troppa convinzione è finita anche lei sul mercatino, finchè si è profilato uno scambio con una PRS Mira, anche lei come nuova.
Ne avevo sempre sentito parlare molto bene, e il fatto che si trattasse dell'unica PRS "anomala", molto più gibsoniana delle sue sorelle o cugine, mi ha convinto. Affare fatto, e tre giorni dopo la nuova bimba era a casa mia, sfavillante nel suo Vintage Cherry, impreziosito da tanti begli uccellini madreperlati. Ottima chitarra anche questa. Grande tastiera, bel suono. Molto leggera, mi sembrava di averla già provata. In effetti è una SG con il corpo di una Junior Double Cut e i pickups splittabili :) Ma non mi ha fatto innamorare. Me ne sono accorto quando mi sono ritrovato a spulciare ancora il solito mercatino, aggiungendo "preferiti" alla mia lista. E tra i preferiti, dopo meno di una settimana, cosa trovavo? Sempre lei, il mio amore di sempre: una LesPaul. Una in particolare mi colpisce. Una Traditional -quindi una Standard, accidenti a te, Gibson!- nera che, penso, sarebbe stata benissimo accanto alla mia flametop cherry sunburst. Manico '50 come piace a me, caricata a Classic'57, vezzosa custodia con interno in peluche bianco. E' questione di un attimo, e l'email parte da sola. E ottengo una risposta! Lo scambio si fa, le due chitarre viaggiano contemporaneamente per la penisola in direzioni opposte (chissà, magari si sono anche incontrate) e, velocissime, arrivano a destinazione, facendo felici due "bimbi".
La mia Standard è ovviamente un po' gelosa, anche se da tempo ha dovuto accettare la mia… poligamia specifica, dovendo dividere le mie attenzioni con alcune sorelle e cugine. Ora ce n'è un’altra, molto simile ma non identica.
Colore a parte (quello si vede bene!), dal punto di vista liuteristico sono praticamente la stessa cosa. Considerando che una è del 2006 e una è del 2011, mi verrebbe da dire che la produzione è ammirevolmente costante, anche se due esemplari non bastano per una valutazione statistica. L'unica vera differenza sono i pickups: i Burstbuckers (I e II) confermano ancora di avere una ricchezza armonica superiore, soprattutto agli estremi di banda, anche se si tratta di sfumature. Per contro, i Classic'57 sono più rotondi e morbidi, soprattutto nei puliti, e hanno una maggiore riluttanza a fischiare a livelli elevati di gain e volume. Insomma, mi sa che questa… "rimane".
Era destino. E così dà anche un senso, finalmente, al mio avatar :) |