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Una super-pedaliera tutta digitale
Una super-pedaliera tutta digitale
di [user #32554] - pubblicato il

La paura per la degradazione del segnale fa sì che non tutti i chitarristi accettino l'inserimento di effetti digitali in pedaliera, ma cosa succede quando tutta la catena è composta da processori digitali? Insieme alla versatilità impressionante che si ottiene, il risultato può aprire nuove strade sonore.
La paura per la degradazione del segnale fa sì che non tutti i chitarristi accettino l'inserimento di effetti digitali in pedaliera, ma cosa succede quando tutta la catena è composta da processori digitali? Insieme alla versatilità impressionante che si ottiene, il risultato può aprire nuove strade sonore.

Pochi giorni fa ho suonato live per due giorni consecutivi all'Hi-Fidelity, fiera nazionale del hi-fi di altissima qualità. Sapendo di avere principalmente un pubblico di audiofili con la A maiuscola, ho voluto sperimentare un setup particolare assemblando una pedaliera composta solo da effetti digitali. L'occasione si è rivelata perfetta per mettere alla prova i prodotti Zoom messi a disposizione da Mogar, distributore del marchio in Italia.

L'esperimento è stato utile a soddisfare la curiosità di sapere come suona una pedaliera soggetta a continue conversioni del segnale da analogico, a digitale e poi di nuovo in analogico, a catena per ognuno degli stompbox usati.

Il primo passo è stato studiare il modo migliore per sfruttare in contemporanea due multieffetto G3.
Queste pedaliere permettono di attivare numerosi effetti allo stesso momento, ma i display ne mostrano solo tre alla volta. Per agire sugli altri, bisogna scorrere verso destra o verso sinistra attraverso una catena virtuale.
Dal momento che trovo poco pratico dover schiacciare due pulsanti contemporaneamente per effettuare questa azione, ho pensato di nascondere nelle posizioni non visibili gli effetti che avrei deciso di tenere sempre accesi, quelli che insomma mi sarebbero serviti a confezionare il make up di base del mio suono.

Una super-pedaliera tutta digitale

Il primo in catena è il riverbero, decisamente migliore di quello on-board nel Laney A1, dignitoso ma insufficiente se paragonato al potenziale di quelli offerti dalla G3. Questo è stato applicato sulla pedaliera di destra come primo effetto, subito all'uscita del pedale volume Ernie Ball.
In mezzo ho quindi disponibili i primi tre effetti: un chorus, un tremolo e un phaser.
Chiude la catena un primo equalizzatore paragrafico che lavora principalmente sull'intelligibilità delle frequenze medie. È utilizzato solo in modo sottrattivo per togliere una fastidiosa risonanza, anche se leggera.

Dentro nella seconda pedaliera, celati alla vista dei piccoli schermi LCD della G3, ho tenuto acceso un secondo equalizzatore, questa volta grafico, che lavora soprattutto smorzando le frequenze alte, dai 1600Hz in avanti. Ho disegnato una curva graduale per arrotondare il suono sui cantini. In uscita ho selezionato un riduttore di rumore regolando una soglia molto bassa e una curva di intervento piuttosto lenta onde non far rovinare le code dei delay e riverberi, ma che potesse accompagnare il sustain senza far comparire il caratteristico soffio dato dalla catena di effetti digitali.
A seguire, disponibili sotto ai piedi per l'on/off immediato, ho messo un primo delay analogico, con una ripetizione di 420ms e pochissimo feedback, giusto per irrobustire il soloing, poi un secondo delay digitale dalla ribattitura netta e definita, decisamente intellegibile per lavori più ritmici a patto di utilizzare la funzione tap per adeguarlo ai bpm del brano. Infine, è inserito un pitch shifter che aggiunge una quinta giusta a ogni nota una volta acceso, per ottenere un sound epico che mi ricorda gli arrangiamenti di corni francesi.

Così facendo, mi trovo davanti sei effetti con on/off diretto, immediati e sicuramente intuitivi per poter letteralmente giocare e colorare due giornate a suonare principalmente su basi, passando da classici jazz, swing e bebop fino a moderni funky e liquide ballate.
Entrando quasi nell'esoterismo, ho lavorato per diversi giorni sul sound di base privo di effetti tranne il riverbero. Ho notato che il LaneyA1, amplificatore specifico per chitarra acustica adottato da me per la semiacustica, essendo un full-range è ottimo per riprodurre tutta la gamma in frequenza della mia Archtop RanDeGal. Il tutto è a discapito di cantini un po’ troppo brillanti e soprattutto un po' sottili, quindi per recuperare dimensione e contemporaneamente limare le frequenze (due operazioni spesso difficili da bilanciare in quanto opposte nell’intento) ho utilizzato, in uscita dalle G3, il preamplificatore A3 selezionando la simulazione di body "Drenought" e la simulazione microfonica del AKG 414 (condensatore strepitoso per la chitarra). Inoltre, sulla destra di questo pedale ho ho disponibile un pulsante da utilizzare come boost per incrementare il volume, mentre sulla sinistra un altro pulsante mi permette di far partire un anti feedback automatico, che in meno di due secondi fa un analisi totale dello spettro in frequenza, andando a prendere la frequenza incriminata da fischi e boati tagliandola definitivamente: semplice, intuitivo ed efficace.
Nel routing, questo pedale aggiunge dimensione e spessore ai due cantini, bilanciando volume e suono sulle sei corde.

A questo punto mi sono fatto prendere la mano, anzi le orecchie. Ho voluto esagerare collegando anche l'MS-70 e l'MS-100 come una sorta di optional speciali. Ho selezionato un delay reverse con il primo, che mi ricorda i pad utilizzabili su una comune tastiera, e una simulazione di synth monofonico con il secondo stomp per le parti più aggressive e guizzanti.
Il segnale in uscita dalla catena di pedali digitali passa attraverso il wah-wah Morley Bad Horsie.


Apparentemente complesso, il routing è assemblato all'insegna della praticità, per avere più opportunità a disposizione cosicché potessi trascorrere le due giornate suonando e divertendomi con tutto questo arsenale a disposizione e magari sperimentare, ispirato anche da suoni che normalmente non mi trovo sotto le dita sopratutto con una Archtop in mano.

Sull'ampli, ho tenuto l'equalizzazione totalmente in flat, in quanto il make up è affidato ai vari dispositivi in pedaliera. La reattività generale è ottima, il suono ha una grande escursione in dinamica, la vera differenza risiede nella curva con cui si sale dal pianissimo al forte: in un routing semplice e magari completamente analogico (chitarra e amplificatore), l'escursione della dinamica è completamente regolare senza presentare buchi o scalini, mentre nel routing presentato con questa pedaliera avverto un leggero distacco tra i piano/pianissimo e il classico suonare forte, senza però arrivare al limite, cioè si trova un leggero stallo all'incirca al 30-40% dell'escursione per poi trovarsi minor spazio di gestione suonando forte e accentato.
Attenzione: ribadisco il termine "leggero distacco", fattore a volte riscontrabile anche nella semplicità di utilizzare chitarra e ampli. Questo dato cambia semplicemente da modello a modello di chitarra, di pickup e soprattutto di amplificatore, con appunto curve in dinamica poco regolari o comunque con un certo sbilanciamento tra il suonare piano e il suonare forte. Ovviamente, da tutto ciò sono completamente esclusi parametri di compressione che farebbero semplicemente accentuare la praticità nel gestire la maggior dinamica possibile con il massimo della regolarità.

Concludendo, ho trovato l'insieme generale molto versatile con suoni credibili ed efficaci. Certo, alla fine rispetto a ciò che mastico normalmente nella maggior parte dei live (chitarra, ampli e una G3 giusto per il riverbero chiudendo con una leggera rifinitura di equalizzatore), trovarmi davanti tutto ciò mi ha fatto pensare all'associazione di idee con un eccellente pranzo di matrimonio: tanto, ricco magari anche un po’ grasso e soprattutto molto goloso e gustoso, ma poi penso che non potrei vivere tutti i giorni mangiando così. Nello stile inteso come jazz e swing, l'attenzione si sposta molto facilmente sull'esecuzione e sull’interpretazione a discapito magari di un suono più crudo, ma sicuramente diretto ed efficace.
Tuttavia, la ricerca del suono prescinde dai parametri oggettivi e sfocia nella più assoluta soggettività, dove la differenza tra analogico e digitale, simulazioni complesse e soluzioni meno convenzionali non ha più importanza.

Una super-pedaliera tutta digitale
a3 effetti e processori g3 multistomp zoom
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