di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 16 novembre 2014 ore 13:00
Ispirarsi a una chitarra che ha fatto la storia del rock è sempre terreno minato e ci vuole poco per finire nei guai per plagio, qualcuno però ha trovato un modo infallibile per replicare in tutto e per tutto le linee originali di una Gibson senza rischiare di vedersela con i suoi avvocati.
Ispirarsi a una chitarra che ha fatto la storia del rock è sempre terreno minato e ci vuole poco per finire nei guai per plagio, qualcuno però ha trovato un modo infallibile per replicare in tutto e per tutto le linee originali di una Gibson senza rischiare di vedersela con i suoi avvocati.
Da Ibanez e Burny sul versante nipponico a PRS su quello statunitense, Gibson è spesso stata oggetto di "attenzioni particolari" da parte di produttori concorrenti. In molti hanno provato a riproporre le forme perfette di una Les Paul e in più di un'occasione mamma Gibson si è dimostrata dal grilletto facile, giuridicamente parlando. Il termine "lawsuit" è divenuto di uso comune tra i chitarristi dopo che gli avvocati Gibson hanno "suggerito" a innumerevoli brand di cessare la produzione di chitarre solid body single cut ritenute troppo simili alla LP. L'epoca d'oro delle chitarre lawsuit, strumenti di marchi meno noti ma identici nell'aspetto e in alcuni casi addirittura ritenuti migliori rispetto alle controparti originali, è ormai lontana. Gli anni '70 hanno portato con sé i residui di quelle chitarre ora divenute oggetti del desiderio tra i collezionisti, ma qualche burlone si diverte ancora a scherzare sulla sottile linea rossa che divide una chitarra ispirata a un classico da una che lo copia spudoratamente. Spulciando nei meandri più oscuri della Rete, è possibile imbattersi in una Les Paul che sfida a viso aperto il colosso di Nashville con un nome decisamente eloquente: Lawsuit Proof Les Paul, letteralmente "Les Paul a prova di causa giuridica".
Negli anni, la chitarra è comparsa in diversi forum e articoli che raccolgono gli strumenti più strani in circolazione. C'è chi l'ha trovata altrove e l'ha postata in cerca di informazioni, chi l'ha spacciata per una propria scoperta piazzando in sovrimpressione nuovi loghi o cancellando malamente quello che, evidentemente, era stato messo in precedenza. Se si approfondisce la ricerca, è possibile risalire fino al settembre 2007, a quella che parrebbe essere la prima apparizione dello strumento in un thread del forum di Harmonycentral.com proprio sulla questione delle vecchie repliche Les Paul pre-lawsuit. L'autore, che si cela dietro il nickname di Mazi Bee, la presenta così: "ho disegnato una copia Les Paul con la forma del body e della paletta identici a una LP. E sono intoccabile". Impossibile dargli torto, in effetti: la paletta e il body della Les Paul saranno pure protetti da copyright, ma che non si possa usare la forma della paletta per fare un body e quella del body per fare una paletta è tutto da stabilire. Purtroppo, pare che la chitarra non sia mai andata oltre il "disegno", appunto. L'autore si rivela essere un esperto di fotoritocco e ha realizzato quell'immagine per gioco, ennesimo esperimento tra tanti già presenti sul forum. Pensandoci è un vero peccato perché, mentre una paletta così tondeggiante resta scomoda e inguardabile, c'è da giurarci che un body simile avrebbe certamente incontrato i favori di qualche chitarrista fuori di testa. D'altra parte, l'idea di invertire cassa e paletta era già venuta a qualcuno.
Il giovanotto in foto è Stig Pedersen, bassista dei D-A-D il cui basso in stile Jazz Bass con paletta gigante al posto del body è il meno strano di una collezione assurda. Non è raro vederlo con bassi a forma di razzo o dotati di enormi body di plexiglass retroilluminati, tutti rigorosamente a due corde.
Se eravate in cerca di un'idea per il prossimo progetto di liuteria fai-da-te della domenica, ora avete uno spunto in più.