Ciao a tutti gli amici di Accordo,questo è il mio primo articolo, e mi spiace abbia un carattere polemico. Tuttavia sono davvero stufo di avere a che fare con negozianti maleducati, arroganti ed incompetenti che si spacciano per "esperti" nel loro campo, ma trasudano solamente avidità.
Racconterò un piccolo aneddoto capitato prima nell'acquisto e poi nella permuta di una Fernandes Ravelle Deluxe.
Partiamo dall'inizio; circa 2 anni fa ho acquistato in un negozio una Rvelle Deluxe usata. Il venditore ha esordito dicendomi che la qualità delle chitarre Giapponesi era assolutamente a livello di alcune blasonate marche Americane. Fin qui nulla da eccepire, mi trovo assolutamente in linea con questa filosofia, peccato che la Ravelle Deluxe in questione avesse un serial number che riportava la sua produzione in Korea. Fin qui tutto tranquillo, non si dovrebbe ma si può fare un errore di questo tipo. Invece non si dovrebbe in nessun caso prendersela per essere contraddetti, in quanto insistere infastidendosi per un dato di fatto incontestabile rasenta il ridicolo.
Nonostante la poca professionalità del venditore, imbraccio la chitarra la provo e ne riconosco subito uno strumento stupefacente per il rapporto qualità prezzo.
Tengo a precisare che sono un malato della chitarra e la intendo, come oggetto, una vera e propria forma d'arte. Nell'arco della mia esperienza musicale avrò acquistato e venduto più di 100 chitarre ed ancora oggi ne possiedo una ventina tutte di gran qualità.
Detto questo apro una parentesi sullo strumento: devo dire che la Ravelle Deluxe è davvero di gran qualità, a mio parere non ha nulla da invidiare ad una Gibson Les Paul Standard. Legno risonante e top molto bello, manico scorrevole, finiture curate e suono corposo.
Quindi nonostante il fastidio per il venditore arrogante acquisto lo strumento.
Dopo 2 anni decido di prendere una Fernandes Ravelle Elite. Passati un paio di mesi, preso dalla GAS, trovo una splendita Fender Stratocaster Paeisley in un negozio nei pressi di Milano, e con dispiacere decido di permutare la Deluxe per finanziare parzialmente il mio acquisto.
Arrivo in negozio, chiedo di vedere la Paisley e dico di voler permutare la Deluxe. Il commesso mi guarda sbigottito dicendomi testualmente "e questa che roba è?".
Faccio un po' di Training autogeno per non voltarmi e andarmene e cerco di spiegare di che chitarra si tratta, senza offendere la sua professionalità.
Il commesso chiama al cellulare il proprietario, in quel momento assente e, dopo 20 secondi di telefonata, si gira verso di me dicendomi "questa roba non la ritiriamo, se hai una Fender, Squier, Gibson o una Epiphone da dare dentro ne riparliamo". Tutto questo guardandomi con aria abbastanza schifata.
Ringrazio e me ne vado, con la consapevolezza che mai più sarei tornato in quel negozio.
Sono perfettamente consapevole che la Ravelle non è una delle chitarre più vendibili, e che ha un seguito di nicchia, tuttavia mi chiedo cosa ci si aspetti da un negoziante.
Mi spiego meglio: se avessi un'attività di vendita di strumenti e mi entrasse un ragazzino che vuole spendere una cifra modesta ed avere in mano una Signora chitarra, certamente gli consiglierei una Ravelle usata, al prezzo di una Epiphone nuova, lasciando poi la scelta al cliente. Questo perchè il buon negoziante non deve solo saper vendere ma deve soprattutto essere un punto di riferimento e saper "consigliare" e proporre. Una Fender Stratocaster la vende anche un fruttivendolo, una Fernandes probabilmente la consiglia solamente una persona competente.
Il buon venditore fa ritornare il proprio cliente, non crea la situazione in cui il cliente non tornerà mai più.
La cosa triste è che per curiosità sono andato in altri 3 negozi a vedere fino a che punto la follia dilagasse. Su tre soltanto uno ha fatto un ragionamento di senso, dicendomi ciò che mi sarei aspettato, ovvero "bella chitarra ma di nicchia, posso ritirartela ma ad un prezzo forse sotto la stima di mercato". Discorso crudo ma onesto, detto con gentilezza e cordialità.
Morale della favola mi sono tenuto la chitarra ed ho deciso di venderla privatamente su Internet. Venduta in una settimana ad una cifra molto vicina alla mia richiesta.
Quindi la mia domanda è semplice, internet ha segnato la morte dei negozi musicali oppure è l'incompetenza e la mancanza di una vera passione per lo strumento che ha ucciso il commercio in Italia?