La “indossai” ed…era la mia chitarra!
Su misura.
Chi suona mi potrà capire.
Perfetta.
Non ci credevo!
La guardai bene, cercavo qualche difetto per tornare coi piedi per terra..
L’occhio mi cadde sull’ adorata Japan che lesse subito le malvagie intenzioni nel mio sguardo e già tremava terrorizzata!
La presi.
La misi nella sua custodia.
Chiamai mio suocero per farmi aiutare.
Il pomeriggio procedetti col diabolico misfatto.
Prelevai con la forza e senza pietà i due texas special della nipponica e li impiantai delicatamente all’Americana e viceversa.
Non mi sfiorava nemmeno il pensiero che la mia adorata orientale me l’avrebbe fatta pagare un’altra volta!
Era la prima volta che mi sporcavo le mani con un lavoro del genere.
Avevo cominciato con piccole manutenzioni e mi ero fatto prendere la mano.
Chiamai mio suocero perché più abile di me nei lavori pratici.
Io di saldatori, di viti e di fili elettrici non ne sapevo un‘ emerita mazza!
Il risultato?
Funzionavano entrambe.
Per prima provai la yenki…top!
Mi piaceva tantissimo ed ero soddisfatto a tal punto che non mi resi conto del tempo trascorso.
Quasi tre ore!!!!
Tre ore di goduria assoluta autoconvincendomi che finalmente avevo fra le mani il sogno della mia vita…
Così, tornato sul pianeta sempre grazie a un mal di schiena terribile, mi alzai, la misi al suo posto (quello della mia chitarra preferita) e vidi la giapponese.
-“Ti sei dimenticato di vedere se funziono pirla!!!”-
Se avesse potuto parlare sarebbero state queste le sue parole …
-“Vediamo un po’ se ho collegato bene il tutto…”- pensai.
L’afferrai bruscamente, senza averne cura, quasi scocciato da quest’ultima fatica.
Da seduto, senza tracolla, appoggiata sulle gambe, controllai rapidamente l’accordatura…mi collegai all’ampli ,alzai un po’ il volume e restai di sasso.
Non potevo credere alle mie orecchie.
Non VOLEVO credere alle mie orecchie!
La scollegai subito, quasi la lanciai sul poggia chitarre, avevo le mani sudate e un leggero tremore…
Misi i gomiti sulla scrivania e infilai il naso fra le mie mani…ero semplicemente senza parole…
Scuotevo il capoccione e sul mio viso cominciava a scolpirsi uno strano sorriso.
Quella notte non riuscii a dormire bene…
La mia Made In Japan (MIJ) aveva colpito ancora.
Precisa.
Efficace.
Senza pietà.
Al mio cuore.
Ti amo.
Ti odio.
Ti amo. |