di svalvolman [user #23788] - pubblicato il 06 novembre 2011 ore 01:13
Cosa può nascere in musica dagli opposti paralleli? Cronache dalle vacanze estive...aspettando Natale.
Bentrovati amici di accordo,
dopo una discreta assenza torno a farmi vivo.
L' inverno è tornato, con le sue piogge, il suo vento freddo, la sua nebbia avvolgente e così malinconica. Tra non molto arriverà anche Natale. I ricordi dell' estate sono ancora vivi in noi, quasi volessero portarci ancora un po' del loro clima caldo.
A qualcuno di noi, le vacanze estive hanno lasciato qualche ora lieta coi nostri cari, a qualcun altro qualche amore rubato tra le spiagge ed i falò, forse anche qualche lacrima nuova... L' estate ha sempre qualche storia da raccontare...a volte dolce, a volte malinconica, altre volte piena in ogni singolo istante di vita vissuta in completa adrenalina.
Spesso per gente come noi, anche in vacanza, è sempre presente in qualche modo la musica: Una strana amante che non ci lascia mai stare in pace, sempre presente, attaccata alle costole, che senza quasi accorgercene tende a monopolizzare il nostro tempo, facendocene infischiare di moglie, parenti vari, degli amici al bar e quant' altro.
Anche quando, a sera tarda, siamo seduti sul classico muretto, per gli affari nostri, arriva il ragazzo di turno con la sua chitarra sempre scordatissima ed un po' malconcia e prontamente ce la mette in mano sorridendo, quasi sicuro che, tempo 30 secondi, giusto il tempo di aver rifiutato formalmente per due o tre volte di imbracciare lo strumento, non sapremo resistere al quel richiamo primordiale per noi così antico quanto familiare.
E così, entro 5 minuti arriva anche il ragazzo coi “bonghi” che comincia a distribuirli ai più o meno facoltosi del gruppetto di 10-15 ragazzi che intanto si è formato attorno e che, tra le bottiglie di birra che vanno e vengono dal bar più vicino, canta sulla nostra canzone.
Personalmente quest' estate avrei fatto a meno di suonare. Non c' ero molto con la testa. Volevo solo stare tranquillo, magari un po' in solitudine.
Stavolta però non ho trovato il ragazzo con la chitarra e neanche quello coi “bonghi”, ma ben tre formidabili individui che mi hanno “sedotto” irresistibilmente e trascinato in una settimana di prove, imperniate sui vecchi pezzi di Pino Daniele.
Quello che ha reso irresistibile la cosa a tutti è che il quartetto così istituito è formato da figure alquanto improbabili o apparentemente inconciliabili. Da parte mia, a parte la bravura musicale degli altri tre, a colpirmi è stata l' umiltà e l' assoluta genuinità d' animo. Non c'è che dire, quattro cifòni mica da ridere:
Antonio, già mio bassista nei Kourbash (il gruppo hard-rock-metal-sperimentale-progressivo, come lo ha definito qualcuno...), arrivato al paesello prima di me e a sua volta coinvolto precedentemente. Un passato con lezioni di pianoforte (da bambino) e in banda (da ragazzo), dove suonava quello che capitava, secondo il bisogno del momento. Mettetegli in mano uno strumento qualsiasi e lui, nel giro di mezz'ora, vi suonerà qualcosa! Una ottima conoscenza teorica ed un' altrettanto grande mente pratica e musicale;
Mimì, un grande amicone, un saggio e giolivo cinquantenne, chitarrista con un trascorso giovanile di “Santaniana” memoria e vocato ormai da anni al Jazz (al quale in passato io e i Kourbash abbiamo fatto trascorrere dei brutti 5 minuti alle sue povere orecchie) con la sua Big Band. Sereno, trasparente, una miniera di umanità e di passione. Istintivo sullo strumento, di pochi complimenti di forma: se fai cacare te lo dice e non ci sono santi... ;
Lillo, tastiere e prestato umilmente anche alla voce, che conoscevo di vista da almeno una quindicina d' anni: Musicista (con cultura annessa) a 360 gradi, con una cura sopraffina dei suoni, un grande orecchio e gusto solistico, una grande passione per Pino Daniele, i Toto e la buona musica in generale. Ha speso una fortuna sia in apparecchiature che in strumenti musicali e, da sempre immerso nel panorama musicale, sia a Napoli (dove vive) che a Laurito (dove viene in vacanza), organizza serate musicali mettendo le sue cose a disposizione di tutti; A volte invitando come ospiti gente come James Senese, Gigi De Rienzo, Rino Zurzolo ed altri Big, che conosce personalmente. Rispettato da molti e mai abbastanza da altri, dà sempre l' opportunità, coi suoi strumenti, a chiunque di suonare ed esprimersi senza chiedere nulla. Un vero Gentleman partenopeo;
Io alla batteria, rockettaro inguaribile, che da qualche tempo ho scoperto e portato a nudo la mia anima blues coi D B B (e volumi più contenuti sullo strumento). Più che altro un istintivo, un rumorista...e non sempre gradevole, con notevoli limiti di tecnica ( ruggini articolari annesse) e perciò di costanza nei risultati. Praticamente quello più scarso sono io!
Infine c'è Italo, un mostro di simpatia, tra l' altro ottimo compagno a tavola e di bevute al bar, che bandana in testa, ha lavorato duro per dare una mano in tutto e che è stato sempre presente. Ha fatto da roadie, cablatore, mixerista durante lo show. Sempre con un sorriso. Un Jolly ad ampio raggio d' azione.
Quattro personalità, più una, molto diverse, provenienti da generi anche diametralmente opposti e messi assieme a lavorare su brani, sicuramente ascoltati ogni tanto, ma mai studiati e suonati prima. Tanto meno insieme.
Un quartetto di autodidatti, senza alcuna pretesa, se non quella di suonare davanti a qualche amico della buona musica al meglio delle proprie possibilità.
In due parole: Opposti paralleli. Un nome perfetto.
Comunque, opposti forse sì, ma mai troppo distanti se in comune c'è di base l' amore per la musica e quel po' di umiltà che porta a fare sempre del proprio meglio, nel rispetto degli altri. Quello che dovrebbe farsi sempre in un gruppo.
Una settimana di prove, venti pezzi preparati ed una serata “all' aperto”, programmata quasi per caso, in 10 minuti, presso il locale la “Terrazza”.
Trovo ancora sempre molto bella, a tratti romantica, la tradizione “vecchia scuola del musicante”, forse quella fatta dai momenti più veri: Il pomeriggio passato a caricare insieme tutta la roba, montarla e fare i suoni, in attesa che venga sera. E poi suonare, che siano dieci, cento o solo uno spettatore. Guardarsi per un finale...storcere il naso per un proprio errore...E poi finito tutto, mangiare qualcosa e, sempre insieme, smontare tutto, ricaricare e ritrovarsi nell' ultimo bar aperto per l' ultima birra...
Col mio fedele H2 ho registrato la serata ed ho estratto per questo post 4 brani. Riascoltandomi, devo ammettere che potevo fare meglio e che ogni volta, come la prima, c' è sempre da imparare.
A mio avviso l' esperienza è stata bella, divertente ed istruttiva; Non sono mancati neanche momenti comici d' improvvisazione musicale, a mo' di Corrida. Questo perchè (un classico immancabile) in prima fila c' era “Pippetto” : un vecchietto alquanto alticcio che ha continuamente fatto sentire la sua presenza chiedendo a gran voce qualche “pezzo allegro”. Le tarantelle cilentane...tormento di tutti le manifestazioni musicali locali! Neanche Clapton sfuggirebbe!
Allora, come burla, un minutino glielo abbiamo concesso... (da notare il battito a tempo del pubblico).
Nonostante i limiti vari, gli errori, i soli ed i finali praticamente improvvisati, ecco com' è andata...
Peccato non avere al momento foto disponibili.
"A me me piace o' blues"
"A testa in giù"
"Che soddisfazione"
"I say I' stò 'ccà"
Alla prox,
ciao uàgliòooooo
P.S. Un ringraziamento particolare va' a Franco Botte, che ha permesso la realizzazione fisica della serata. Al suo supporto, impegno, alla sua amicizia, a quella dei suoi collaboratori, a quella di tutti i presenti ed ai proprietari del locale “La Terrazza” di Laurito (SA). Grazie a tutti loro per il supporto e l' amicizia prestataci.