Cari amici accordiani,
è con una punta di rabbia, mista a voglia di far polemica (forse) che voglio operare una
denuncia senza peli sulla lingua (e sfogarmi, uniamo l' utile al dilettevole) su un
argomento che mi preme da tempo: Le "tecnologie" valvolari, o meglio altezzosamente
millantate per tali, che i vari costruttori tengono segretamente, gelosamente nascoste, come
fossero le rivelazioni ultime della scienza universale!
Sono fortemente infastidito da questo atteggiamento, da persone illuminate, da prescelti,
che sono riusciti tramite il loro sapere a scoprire la pietra filosofale dell'
amplificazione elettromusicale. Su cosa poi? La tecnologia valvolare?
Amici cari, non fatevi ingannare da questi presuntuosi ciarlatani da quattro soldi di cacio
marcio: Nessuna illusione di aver creato l' universo dal nulla, perchè il 99,99% dei
costruttori utilizzano tutti la medesima zuppa sviluppata dalla philips, RCA, Telefunken (e
Leo Fender a ruota, nei suoi ampli) nei loro datasheet, con al massimo qualche modifica nei
valori, quà e la. Le strutture circuitali sono le stesse, a meno di poche varianti di cui
sopra!
Tutti, nessuno escluso!
Alcuni esempi?
Mesa Dual Rectifier - Soldano SLO 100 - Peavey 5150; sapete cos' hanno in comune questi
ampli? lo schema elettrico. Praticamente uguale! A volte mi diverto a fantasticare su chi lo
ha copiato a chi...
Tirando le somme brutalmente, in generale:
Le resistenze catodiche di pre sui primi due triodi 12AX7 sono quasi sempre da 1,5 oppure
1,8K e qualche volta da 2,7K nel primo stadio (tipo nei Marshall o Koch);
I valori anodici, invece, 9 volte su 10, restano fedelissimi ai 100K;
Nel terzo stadio del pre compare un valore da 22 - 33 o classico 39K, naturalmente non
bypassata. Oppure le solite 1,5K ;
Lo stadio sfasatore che pilota le finali è sempre quello differenziale a "coda lunga". Solo
Koch ho notato che adopera una tensione negativa a potenziale dei due catodi (tecnica
utilizzata in hi-fi);
La tipologia per il finale è la classica push-pull in classe A- AB1 o B, niente di più,
niente di meno. Nessuno si discosta, nemmeno di un grammo. Lo dimostrano anche i valori
delle resistenze di polarizzazione per le valvole di potenza: 220K, duo o quartetto che sia.
Che a dirla tutta è anche un valore sconsigliato dai datasheet sulle 6L6 (infatti, in caso
di polarizzazione fissa consigliano un valore max di 100K, onde evitare instabilità e
eccessiva rumorosità di fondo), per quell' applicazione, già solo da singola, figuriamoci
per una coppia in parallelo.
Alla luce di questo io mi chiedo: com' è possibile che costoro possano permettersi la
presunzione malsana di rivendicare una qualsivoglia paternità di "progetto" sui loro ampli?
E perchè qualche costruttore, nello specifico uno tutto Italiano, di cui non faccio il nome
per ovvi motivi, pretende che tutti i suoi ampli debbano pervenire a lui, in sua esclusiva
sede, per assistenza generale e per essere riparati? Alla richiesta di un documento tecnico
dell' apparecchio, quale possa esserne lo schema elettrico, ti viene risposto che non è
assolutamente possibile!!!! Perchè?
Che segreti occulti potrà mai contenere un simile ampli? Nessuno. La riparazione la si fa
ugualmente, solo che si impiega una valanga di tempo in più!
Queste cose mi mandano letteralmente in bestia. Sicuramente un costruttore potrà operare una
scelta magari particolarmente oculata della componentistica, portare qualitativamente il
progetto al top della resa sonora, scegliere dei trasformatori di qualità mirata, ma non ha
assolutamente diritto di reclamare alcuna paternità di progetto e, tantomeno, rivendicare la
segretezza di uno schema, perchè al 99,99% è la copia perfetta, come valori e come
struttura, di tutti gli altri in commercio.
Le sole differenze sono riscontrabili in qualche punto di lavoro tarato diversamente, oppure
nel diverso taglio in frequenza della controreazione (la presence, per intenderci).
Nessuno ha in mano il push-pull alieno. Nessuno!
Sono solo speculazioni! A tutela delle possibili "innovazioni tecnologiche" (sulle valvole?)
esistono gli uffici Brevetti, chiaro?
E allora cosa dovrei dire io che ho sviluppato schemi in classe AB2, tramite inseguitori
catodici e ad accoppiamento diretto (switchabili all' occorrenza in tre modalità: Diretta
AB2, Diretta AB1 e Condensatore AB1), a pilota di un push-pull sottocaricato in placca?
Oppure col mio pre a struttura multiDrive. Oppure di un sistema per la selezione di tre
rette di carico sul trasformatore d' uscita.
Devo sollevarmi da terra in lievitazione e affermare che ho reinventato l' amplificazione
valvolare sulla chitarra?
Ma smettiamola!
Ciao uagliòooooooo! |