Lui è un vecchio che da sessant’anni lacca quel ciuffo inverosimilmente castano, qualcuno dice che è invecchiato bene, qualcun altro ne parla male a priori perché non ha avuto i suoi stessi amori, perché non è riuscito a sorridere altrettanto a lungo. Fa rabbia, non tanto il verde della vita degli altri, ma il proprio costante affogare nel grigio.
Lei, invece, è una bambina di vent’anni invecchiata precocemente da un’eccessiva curiosità, maturata terribilmente da un amore perso. Ha dimenticato di essere bella, nell’unica età in cui si è belli davvero; ha lasciato che il caso le sceneggiasse la vita e ora annaspa in questo recitare sorrisi.
Ma fu proprio un sorriso che le salvò la vita una mattina in fila alla posta. La prima cosa che capì è che, o per finta o davvero, in ogni caso bisogna sempre sorridere.
Cosi lui la notò e i suoi occhi tornarono indietro di quarant’anni, ripensò alla prime volte che aveva amato, il ricordo era in bianco e nero.
“Buongiorno signorina, io sono Paul”. Disse riscoprendo vecchi imbarazzi assopiti.
“Mi scusi sa, ma è raro vedere un sorriso cosi ostinato da farne intuire il dolore. Vorrei tanto sapere il suo nome, vorrei sapere chi abita questi occhi scuri. Mi scusi anche il modo di parlare, appartengo ad un’epoca in cui la poesia era tutto”.
Lei osservò quell’uomo un po’ bizzarro ma a suo modo tenero, si sorprese di non trovare in lui quella dolce vigliaccheria di maschio che ci prova.
Le donne o si fanno ridere o si fanno piangere, siccome lei aveva già troppo lutto in corpo si aprì volentieri a quella simpatia e s’accorse che da tempo la cercava.
“Mi chiamo Sophie e il mio è un sorriso di principio. Il bello dei sorrisi è che più li fai larghi e più cose puoi nasconderci dietro”.
Mentre parlava s’ascoltava la voce, non credeva di avere certe parole dentro. Quante cose si tirano fuori dagli abissi scavati dal dolore.
Qualche decina di parole dolci dopo, uscirono insieme in contro al mondo; la mano di lui, che aveva visto anche un po' di guerra, nella mano di lei che l'aveva solo immaginata.
Avevano da dirsi una vita e quel che ne rimaneva volevano passarla insieme, fermarsi in un posto a sfogliare le estati, con la guerra nelle mani ma nel cuore la pace.
Erano l'incontro perfetto, lui ormai liberato dall'istinto carnale, lei ancora troppo poco impastata di sesso per poterne sentire il desiderio. Tanto le favole sono solo al presente, non esistono quelle in cui si ha paura del futuro, sarebbe come vivere in un continuo processo temendo giorno per giorno la condanna.
Sophie interpretava candidamente bene il suo vivere nell'età del tutto e subito, aveva in gola mille domande e il desiderio di scalfire quella conoscenza neonata.
“Parlami un po' di te, raccontami ad una ad una le tue rughe. Insegnami quello che ancora non so e dimmi se più avanti nel cammino c'è un po' di conforto”.
Paul era un metronomo pacato, scandiva i suoi pensieri con il senile ritmo della calma; il suo tempo – col tempo – rallentava, più si arriva verso la fine e più s'apprezzano i dettagli del viaggio.
Raccolse la sua vita in un cesto di parole, pensò di regalarle a quegli occhi scuri che ora amava, esitò, si concesse ancora un attimo di solitudine, poi iniziò a condividerne i ricordi.
“Chi l'avrebbe mai detto che proprio alla fine della mia vita avrei incontrato te, il mio inizio. Chi l'avrebbe mai detto che per i sogni c'è sempre tempo. Avevo smesso anche di pensarci, con la serenità di chi ha avuto abbastanza aspettavo che si spegnesse tutto e dal buio rivedessi la luce. Di me che dire? Non so... Ho avuto una vita come tante, meglio di molte - ne sono consapevole – ma non è una colpa né un merito; ho preso quello che veniva dal caso, per conto mio mi sono comunque impegnato. Sai, a vent'anni ero piuttosto bravo, ho visto il mondo viaggiando molto, tra il dire e il fare ho sempre preferito l'America, sarà per quello che ho avuto quel che ho avuto. Dicevo... ah si! A vent'anni me la cavavo piuttosto bene, suonavo il basso elettrico in un'orchestrina niente male, avemmo anche un discreto successo, ci chiamavamo i Beatles.”