di Andrea_M [user #26406] - pubblicato il 11 maggio 2013 ore 10:30
A dispetto del nome, la Les Paul Classic 1960 si rifà al sound aggressivo di un certo hard rock e tende la mano a territori anche hi gain. Tradizionale nell'aspetto ma di progettazione al passo coi tempi, la sei-corde di Nashville mostra di avere un'anima moderna.
A dispetto del nome, la Les Paul Classic 1960 si rifà al sound aggressivo di un certo hard rock e tende la mano a territori anche hi gain. Tradizionale nell'aspetto ma di progettazione al passo coi tempi, la sei-corde di Nashville mostra di avere un'anima moderna.
La Les Paul Classic 1960 che vi presento è una graziosa signorina piacevole al tatto e alla vista. La rifinitura Tobacco Burst la rende molto elegante, tuttavia, nonostante l’aspetto da gran salone da ballo, la chitarra in questione nasconde un animo aggressivo che si avvicina molto di più al pogo che al valzer. Non è un caso che le prime Classic si ispirarono alle Les Paul di due mostri come Slash e Page. Le caratteristiche principali di questa chitarra si possono riassumere nel manico slim taper molto veloce per quelli a cui piace correre, la coppia di pickup con un livello di uscita adatto per scorribande in territori hard rock e le camere tonali che hanno la funzione di alleggerire il mattoncino e contribuiscono a scurirne il suono. Prendete questa informazione con il beneficio del dubbio, perché la questione rimane oggetto di dibattito internazionale.
La prima impressione che si ha alla vista, quando la si estrae dalla custodia rigida fornita da mamma, Gibson è di aver di fronte un pezzo importante. La qualità liuteristica si respira e il top in acero che si intravede sotto la vernice appaga l’occhio. Chi, come me, non si vuol far intortare da un bel paio di fianchi ma vuole tastare la sostanza a piene mani, potrà confermare l’impressione avuta di primo acchito. È in mogano con top in acero, al tatto dà la sensazione di essere morbida e comoda, si può godere della precisione nella lavorazione del legno e del binding sul corpo che risale il manico e notare la bellezza della verniciatura del manico. Insomma è proprio bella sia da vedere sia da toccare. Ma veniamo alla voce di questa signorina. Spiegare un suono a parole non è difficile, è impossibile, quindi i suoni li ascolterete nel video allegato all’articolo. Però ritengo che alcune impressioni sia giusto scriverle.
Con questa chitarra ho registrato due dischi pop rock, un disco punk rock ed è stata utilizzata dal vivo con una cover band rock blues. È una chitarra versatile nonostante i due pickup caratterizzati da un alto livello di uscita, anzi vi dirò di più: in studio di registrazione, per ottenere il suono desiderato in alcune parti di accompagnamento clean utilizzando il pickup al manico (il 496R), ho dovuto pestare come un dannato con il plettro. Quindi tutto dipende dalle situazioni che si affrontano e da come ci si organizza in studio. Che tutto fosse relativo già lo si sapeva, ma assicuro che non ho avuto problemi a trovare i suoni adeguati in diverse situazioni che comprendono svariati generi musicali. Se si conosce bene questo strumento ci si rende conto che mancano solo il Floyd Rose e lo split da humbucker a single per essere versatile al 100%. Quando poi si passa al crunch/lead con il pickup al ponte (500T ) si sentono gli artigli della signorina che sa fare il mestiere per cui è stata progettata. Giocando con l’equalizzatore si può saltare da un mondo musicale all’altro nel giro di un potenziometro pur mantenendo il carattere Gibson Les Paul.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.