di FBASS [user #22255] - pubblicato il 02 maggio 2014 ore 11:18
Se proprio volessimo parlare di miti, allora il mio personale sarebbe quello degli anni in cui ancora credevo nel futuro e nella musica suonata dal vivo, eccolo è da sempre nella mia mente e resiste ancora alla demolizione del tempo, una chitarra Framus da Jazz. E' anche vero che ne ho posseduto una semi-hollw più economica ( e ne ho anche recentemente ritrovata una dello stesso modello, dopo 43 anni di ricerca ), cioè quella che fu la mia seconda chitarra elettrica, comperata ad inizio 1968 per sole lire 10mila usata, la modello 5/150 ad un solo pickup mobile, un modello della serie Hollywood, ma quella dell'immagine d'apertura è da sempre stata la meta prefissa di me ragazzo come lo ero allora negli anni 60. Di Framus hollow body ne ho avuto anche il basso, il modello 5/149 della stessa serie ad un solo pickup floating, denominatao lo Star Basse ( usato in quegli anni anche da Bill Wyman, bassista dei Rolling Stones, anche se però il suo era a 2 pickups ), quest'ultimo lo sto ancora cercando ed è l'unico che mi manca della serie "Il mio Vintage Povero degli Inizi", vi prego trovatemelo! Eccole le mie due vecchie glorie della Framus degli anni 60, nel loro sunburst cherry tendente all'oro e discrete come suono:
Comunque nel 1968, anno in cui mi diplomai Perito Industriale Elettrotecnico all'I.T.I.S. Alessandro Volta di Napoli, mi iscrissi al Poltecnico dell'Università degli Studi di Napoli ( non mi ricordo se si chiamasse già Federico II°, ove mi sono laureato poi in Ingegneria Elettrica, dopo un abbandono più che trentennale ); ricordo anche che all'epoca e sull'onda emozionale del periodo iniziato l'anno prima in Francia ci iscrivemmo tutti al "Movimento Studentesco", gli ideali di quel periodo sono poi da sempre rimasti in me ed ancora oggi mi firmo spesso con lo pseudonimo "Noi Eterni Ragazzi del 68". Questi ideali poi si sono evoluti quando incominciammo a lavorare, specialmente nella "fucina di idee" quale fu la città di Torino di inizio anni 70, ove entrai in questo mondo del lavoro nell'allora "Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato" ad aprile del 1973, presso la Squadra Rialzo di Torino P.N. come Capotecnico del Servizio Materiale e Trazione, mediante concorso pubblico.Un lavoro che mi ha dato poi da vivere per 36 anni e che mi ha infino fornito di una più che decorosa pensione, ( contesto solo il sindacato, oggi guidato da una donna, a cui ho versato la delega per 30 anni ed un cui esponente ed attivista, tra fine anni 70 ed inizio anni 80, ingegnere come me -che però non avevo "Santi in Paradiso", anzi mi fu detto che "Ero Vecchio"-, lui entrato con mansioni direttive nel 1977 sempre mediante pubblico concorso e diventato poi "Amministratore Delegato", ci ha tolto la medaglia d'oro dei 35 anni, cosa che gli altri non avevano mai osato fare, adducendo la giustificazione puerile che eravamo un'amministrazione in crisi economica). Preciso che non è per il valore pecuniario della stessa medaglia ma per il simbolo di appartenenza che rappresentava, a quella che era stata da sempre una bella famiglia di cui eravamo orgogliosi di appartenere, la "famiglia dei ferrovieri" ( se era per i soldi, il costo della stessa ce lo poteva benissimo addebitare, sarei stato ben felice di farmeli uscire di tasca quegli euri, detto poi proprio da lui che ne guadagnava 850mila e passa lordi annui contro i miei scarsi 2100 netti mensili , si vede che per il suo stipendio questi soldi c'erano e tutti sanno della sua polemica sui tagli degli stipendi dei manager, so solo che da Salerno in giù ho ormai difficoltà a prendere un treno per raggiungere Villa San Giovanni, poichè ha fatto tagliare tutti gli ICN per la Calabria, dal 1 marzo 2010, o sostituito con treni notte su cui bisognava pagare la tariffa cuccette anche di giorno, ed i colleghi del personale viaggiante non ci fanno salire, per lui esistono solo le "Frecce Rosse", treni poi gli ETR 500 che invece ho seguito personalmente dal 1° giugno 1997, scortandone il primo in assoluto, il 9408 Napoli-Milano della stessa data ). Ed ho quindi deciso di cancellare per sempre dalla mia mente, da quando sono andato in pensione il 31 dicembre 2008, quella esperienza sia lavorativa che sindacale, rifiutando eventuali assunzioni che mi erano state proposte, via email o direttamente, da altre amministrazioni ferroviarie ( ben consce della mia esperienza in materia ferroviaria e di sicurezza d'esercizio, compreso un contatto tramite LinkedIn per l'Italsider di Taranto ), anche poichè per il fatto che questi "Sindacalari" hanno tradito i miei ideali e non hanno mai tutelato i miei interessi, loro che mirano solo a posti di potere per i loro attivisti ( visti rare volte sul lavoro ), io che ho fatto anche la scuolasindacale e ne ho ricoperto incarichi sia locali che nazionali, da loro ho avuto solo non curanza e mai una mano per far valere i miei diritti. Però il mondo del lavoro è rimasto invece fortemente in me che sono stato formatore ed istruttore nazionale, da sempre dedicato ai giovani nuovi assunti per seguirli nelle fasi iniziali del lavoro a cui si affacciavano, oggi che la invece regna la disoccupazione e per cui ben poco si sta facendo, magari avessero questi ragazzi almeno la sicurezza del domani e di una futura pensione che permetta loro di sopravvivere a fine rapporto di lavoro che diventa sempre più lontano nel tempo, visto che non vi sarà più nemmeno il TFR.Comunque un mito del mondo del lavoro è rimasto in me, è la festa del 1° maggio detta "festa del lavoro", in più il legame con la musica dal vivo da quando si incominciò con i "Concertoni del 1° maggio" a Roma, in piazza San Giovanni:
Parallelamente all'esperienze scolastiche e poi lavorative, non ho mai abbandonato la "Musica", suonata e vissuta, anche se vi sono stati periodi di disaffezione totale, ma si sa che anche per me è sempre valido il motto "Vivo per Lei" ed avendo conosciuto un "Grande", Enzo Avitabile, ho seguito anche le sue direttive musicali e poi in seguito i suoi concerti, compreso la partecipazione ai concertoni del 1° maggio, molto spesso con i suoi "Bottari" ( eccovi proposto quello datato 1° maggio 2013 ). Ma rammento che nel suo gruppo iniziale anni 70 degli "Achei", si suonava "Progressive Rock" ( c'era anche l'altro fratello Rino e di cui ho fatto parte anch'io per un breve periodo nel 1971; all'epoca avevo un Gibson EB 0, poi passai ai Fender di cui uno, il Telecaster Bass del 1968, fu trovato proprio dal fratello Rino Avitabile presso una nota ditta italiana ove veniva usato per testare i loro pickups, dato da lui in permuta al negozio da cui mi servo da tempo ed ora è mio dopo un restauro, però ho usato più spesso il Precision, proprio del 1971 che ancora è il mio preferito ), cioè brani dei "Blood Sweat and Tears", "Chicago" e "Jethro Tull":
Quest'anno c'è stata una polemica su quanto detto da un altro musicista, Piero Pelù, che io seguo da tempo e cioè da quando era nei "Litfiba", ma ad esclusione delle sue frasi rivolte ai politici ( io personalmente sono contrario a confondere la persona fisica con il politico che è in quel momento, anche se a tutti loro non credo più ma contemporaneamente non voglio offenderne nessuno, al massimo non li ascolto o cambio canale televisivo, siano essi di sinistra o destra, oppure centro o zone limitrofe, "ormai non ci credo più e basta" ), però una cosa giusta l'ha detta, quale lavoro dare a questi ragazzi che si affacciano alla vita e vogliono formare una famiglia, loro che sono il nostro futuro? Da sempre si sa che il "mondo è un bene avuto in eredità dai nostri genitori ma solo in prestito dai nostri figli", ma noi cosa stiamo dando loro? Io ne ho due di ragazze che portano il mio cognome e che mi somigliano musica a parte a cui non si sono mai dedicate, anche se io lascerò loro un numero notevole di ottimi strumenti che quando avevo la loro età ho desiderato ma non me li potevo permettere, da quì la mia GAS perenne. A seguire l'intervista dei Tiromancino e di Pelù, poi uno "Show" datato 2004 del mio gruppo preferito ed altro mito: