di Glen [user #183] - pubblicato il 05 settembre 2007 ore 13:05
Sicko è l'ultimo film di Michael Moore, dedicato al massacro del sistema sanitario USA, dove non esiste assistenza pubblica.
In USA per avere assistenza medica occorre essere assicurati privatamente, ma non sempre la copertura assicurativa è sufficente a fare fronte alle spese per le cure e spesso la tendenza è quella di trovare tutte le scuse possibili per non coprirle. La conseguenza è che capita che la gente muoia perchè non ha soldi sufficenti a curarsi, o che sia costretta a fare scelte allucinanti.
E' tutto vero, lavorando nel settore turistico ho conosciuto una persona che si è recata in USA in vacanza senza un'assicurazione adatta, ha avuto un tipo di incidente non coperto dalla polizza , gli hanno messo 8 punti e ha dovuto pagare 18.000 dollari.
Le storie raccontate nel film sono piuttosto sconvolgenti e Moore calca la mano con paragoni con paesi europei. E' qui che cala di stile, fa vedere solo il meglio della sanità pubblica del nostro continente (in una classifica si vede che l'Italia è al secondo posto subito dopo la francia che è la nazione con il migliore sistema sanitario pubblico). Ci mostra inglesi e francesi che vivono in un mondo idilliaco, perfetto, dove tutti sono sani, belli, felici, ignorando il fatto che lo stile di vita del borghese medio europeo non è altro che una copia di quello che ci viene propinato dalle fiction e dai film 'mericani. Mentre per noi è diventata una realtà (ovviamente solo apparente, estetica), per gli amici oltreoceano è un sogno.
Credo che tutti i paesi abbiano esempi estremi di malasanità, noi inorridiamo quando veniamo a sapere che nel nostro paese capita che la gente in alcune città possa morire in ambulanza per colpa del traffico (capita a Napoli, Roma, Milano, come capita a Londra, e a Parigi), per indole esterofila siamo abituati a pensare che siano cose che succedono solo da noi, ma non pensiamo o non sappiamo che magari in USA le ambulanze sono sì velocissime e puntualissime, solo che quando arrivi in ospedale e non hai soldi sufficenti per il ricovero vieni sputato in mezzo alla strada in mutande, umiliato, e malato come prima.
E' verissimo che il sistema sanitario USA è allucinante, ma è però anche strettamente legato a quello legale e ovviamente a quello assicurativo. Se non è l'assicurazione che protegge l'assistito, chi protegge l'assistito dall'assicurazione? ;-)A parte gli estremismi di Moore il film naviga piacevolmente in un mare di ironia, e arriva alla genialità nella parte finale che fa diventare questo il migliore documentario del regista. Evito di raccontare i particolari per lasciare il gusto emotivo della visione a chi non l'ha ancora visto.
Anche gli ultimi secondi del film sono un gran capolavoro di ironia, ci regalano un sorriso, ovviamente amaro, ma utile a farci capire che in fondo in fondo il nostro paese è meglio di quanto avessimo pensato fino ad un'oraemmeza prima. Sì, ma poi passa eh... ;-).G
Sicko è l'ultimo film di Michael Moore, dedicato al massacro del sistema sanitario USA, dove non esiste assistenza pubblica.
In USA per avere assistenza medica occorre essere assicurati privatamente, ma non sempre la copertura assicurativa è sufficente a fare fronte alle spese per le cure e spesso la tendenza è quella di trovare tutte le scuse possibili per non coprirle. La conseguenza è che capita che la gente muoia perchè non ha soldi sufficenti a curarsi, o che sia costretta a fare scelte allucinanti.
E' tutto vero, lavorando nel settore turistico ho conosciuto una persona che si è recata in USA in vacanza senza un'assicurazione adatta, ha avuto un tipo di incidente non coperto dalla polizza , gli hanno messo 8 punti e ha dovuto pagare 18.000 dollari.
Le storie raccontate nel film sono piuttosto sconvolgenti e Moore calca la mano con paragoni con paesi europei. E' qui che cala di stile, fa vedere solo il meglio della sanità pubblica del nostro continente (in una classifica si vede che l'Italia è al secondo posto subito dopo la francia che è la nazione con il migliore sistema sanitario pubblico). Ci mostra inglesi e francesi che vivono in un mondo idilliaco, perfetto, dove tutti sono sani, belli, felici, ignorando il fatto che lo stile di vita del borghese medio europeo non è altro che una copia di quello che ci viene propinato dalle fiction e dai film 'mericani. Mentre per noi è diventata una realtà (ovviamente solo apparente, estetica), per gli amici oltreoceano è un sogno.
Credo che tutti i paesi abbiano esempi estremi di malasanità, noi inorridiamo quando veniamo a sapere che nel nostro paese capita che la gente in alcune città possa morire in ambulanza per colpa del traffico (capita a Napoli, Roma, Milano, come capita a Londra, e a Parigi), per indole esterofila siamo abituati a pensare che siano cose che succedono solo da noi, ma non pensiamo o non sappiamo che magari in USA le ambulanze sono sì velocissime e puntualissime, solo che quando arrivi in ospedale e non hai soldi sufficenti per il ricovero vieni sputato in mezzo alla strada in mutande, umiliato, e malato come prima.
E' verissimo che il sistema sanitario USA è allucinante, ma è però anche strettamente legato a quello legale e ovviamente a quello assicurativo. Se non è l'assicurazione che protegge l'assistito, chi protegge l'assistito dall'assicurazione? ;-)
A parte gli estremismi di Moore il film naviga piacevolmente in un mare di ironia, e arriva alla genialità nella parte finale che fa diventare questo il migliore documentario del regista. Evito di raccontare i particolari per lasciare il gusto emotivo della visione a chi non l'ha ancora visto.
Anche gli ultimi secondi del film sono un gran capolavoro di ironia, ci regalano un sorriso, ovviamente amaro, ma utile a farci capire che in fondo in fondo il nostro paese è meglio di quanto avessimo pensato fino ad un'oraemmeza prima.