In sostanza la questione sollevata da Tidal era questa, riscrivendo le sue stesse parole :
“Ciao Svalvol, la tua trovata è semplicemente geniale, però occorrerebbe verificare, se tu non l'hai già fatto, delle eventuali ripercussioni che tale caduta di tensione del secondo elettrolitico ha sul circuito di preamplificazione, soprattutto la prima valvola. In pratica potrebbe darsi che la richiesta di una grande corrente aggiuntiva più vicina al preamplificatore potrebbe creare degli spyke che andrebbero amplificati tantissimo dal circuito del pre, specie se lo stiamo usando in forte saturazione.
Ripeto è solo un mio dubbio, ma credo che tu abbia già la risposta.”
Fermo restando su quanto già detto di teorico nel precedente post, mi autocito riguardo alla risposta:
“...quello che determina la buona riuscita dell' "accrocchio" è la costante di tempo R-C costituita dal terzo condensatore più resistore a monte (nell' esempio 10K e 16uF). Dev' essere logicamente maggiore di quella costituita dai due condensatori antecedenti e la resistenza equivalente dell' utilizzatore.
In questo modo, durante il picco di richiesta, il condensatore posto sul ramo del pre, non avrà tempo sufficiente a scaricarsi, se non in minima parte. Se poi dovesse davvero presentarsi un simile disguido, la soluzione semplice ed efficace sarebbe quella di porre in serie alla succitata resistenza da 10K, un diodo 1N/UF/FUF 4007. Non potendo più la corrente tornare indietro (in quanto il diodo risulterebbe chiaramente contropolarizzato), impedirà al condensatore posto sulla preamplificazione di scaricarsi sulla maglia a monte.”
Su queste basi un eventuale possibile upgrade sarebbe in sostanza questo:
http://www.mediafire.com/?a3cqsauytb8xwgi
Aggiungendo un solo altro diodo, ci mettiamo subito al riparo dall' eventualità avanzata dal nostro TidalRace.
In questa sede aggiungo anche un' altra riflessione logica, fatta a posteriori:
Nel circuito alimentatore originale, in conseguenza ad una forte richiesta energetica impulsivo-continua, si verificano già delle cadute di tensione di notevole rilevanza. Ovviamente costoro si ripercuotono anche sul preamplificatore, che ad un uso intensivo dell' apparecchio, viene già a trovarsi sottoalimentato.
Il problema degli spike spuri riprodotti in altoparlante, a questo punto, dovrebbe già verificarsi. Questo però non succede per via dell' effetto “volano” della rete R-C menzionata sopra (e tutte le altre sparse nel telaio). Essa infatti rallenta le forti variazioni di tensione, le ammortizza grazie alla sua “costante di tempo”, rendendole più dolci a valle.
Con l' aggiunta del diodo e dello switch sul circuito alimentatore originale (vedi ultimo schema sul post precedente), la sola costante che viene a mancare è quella formata dalla resistenza da 470 Ω e dal secondo elettrolitico da 25μF (solo 11,75 milliSecondi per il primo Tao, il 63% della carica del condensatore, quello più rilevante. 11,75mS sono l' equivalente temporale di un ciclo a 85Hz).
Tuttavia ciò avviene soltanto nella fase di “rilascio energetico”. Se poi pensiamo che la capacità principale passa da 25μF a 50μF, ecco che addirittura il comportamento del circuito in regime dinamico-impulsivo non può fare altro che migliorare, nei confronti del carico e a parità di prestazioni richieste.
Poniamo ad esempio il caso che la tensione sia di 350Volt e che il finale richieda nel complesso una corrente di 150mA. La resistenza equivalente di costui sarebbe di 2333 Ω. Se calcoliamo la costante di tempo primaria (primo Tao in Secondi = R in Ohm moltiplicato per C in Farad) creata con 25μF otteniamo poco più di 58mS. Se ripetiamo il calcolo con 50μF otteniamo ben 116mS, il doppio. In quel frangente la tensione anodica subirà minore calo e perciò la potenza di picco disponibile sarà più alta.
C'è infine un ulteriore vantaggio: Generalmente le griglie di schermo dei tubi, soprattutto per quanto riguarda le applicazioni nei finali di potenza,vengono sempre poste ad una tensione statica inferiore a quella anodica o, al massimo, uguale.
Con la modifica del diodo introdotto tra la cella anodica e quella di schermo, durante una richiesta di energia “importante”, istantaneamente le rispettive tensioni statiche appena menzionate, che normalmente avrebbero mantenuto anche nel calo di tensione generale un certo “distacco” tra loro (di diverse decine di Volt), si “livellano” sullo stesso valore e per tutta la durata del transiente sonoro. Questo ci permette di sfruttare il massimo dalle caratteristiche di emissione dei tubi finali, che si traduce in maggiore resa di potenza istantanea.
Comunque, se si vuole il massimo delle prestazioni e della sicurezza di funzionamento, c'è ora la versione ultra-completa II.
Niente stavolta è stato lasciato al caso, compresa la soppressione intrinseca ed assoluta di eventuali spike di tensione sulla maglia di alimentazione del preamplificatore che potrebbero causare rumori vari e gli odiosi “toc” in altoparlante, che personalmente detesto fino alla morte, durante l' operazione di switch.
Neanche il circuito si è complicato più di tanto: rispetto alla prima versione sono stati aggiunti solo altri 3 componenti dalla reperibilità estrema e dal costo irrisorio. L' altra piccola differenza sta' nello switch, che da semplice interruttore singolo (unipolare), è passato ad essere un deviatore bipolare (o doppio deviatore).
Ecco lo schema:
http://www.mediafire.com/?5cchsr8hp24x11g
Il principio di funzionamento resta assolutamente identico al suo predecessore.
La differenza sostanziale e molto importante stà nel fatto che ora, grazie alla resistenza aggiuntiva ed al primo diodo a sinistra, abbiamo disaccoppiato completamente la sezione R-C dedicata alla preamplificazione durante la funzione di “boost dinamico”: l' abbiamo resa indipendente da quella di potenza, dedicata all' alimentazione delle griglie di schermo, impedendone una diretta influenza negativa.
La presenza del diodo impedisce il “riversarsi contrario” dell' energia accumulata dall' elettrolitico situato a valle, durante le fasi di richiesta maggiore della stessa da parte del finale.
Il secondo diodo aggiunto, a destra, fa' un lavoro simile: Quando lo switch è nella posizione di boost, impedisce alla sezione resistiva di filtraggio originale, dedicata alla preamplificazione, di accoppiarsi e quindi interagire con quella da noi ora integrata. La corrente, che per legge fisica predilige sempre il percorso a resistenza minore e/o che tra due fonti di potenziale accoppiate in parallelo tramite due diodi, scorre sempre da quella dal valore più alto verso massa, transiterà esclusivamente dal primo diodo a sinistra +resistenza aggiunta. Se poi, per qualsiasi motivo, dovesse trovarsi a potenziale maggiore la parte della maglia originale posta sul secondo condensatore, allora sarà essa a prendersi carico di preservare la costanza di alimentazione sul pre.
Spostando lo switch verso l' altra posizione, automaticamente viene esclusa la componentistica citata e viene in tutto e per tutto ripristinata la maglia R-C originale, cortocircuitando anche il diodo in serie a essa collegato.
Nell' attimo di transizione da una funzione all' altra, i contatti della seconda sezione del doppio deviatore risultano entrambi aperti, isolati elettricamente. Questo genererebbe un “vuoto” di alimentazione che potrebbe causare un “toc” udibile nell' altoparlante.
Grazie alla presenza “fine” del secondo diodo a destra dello schema, scongiuriamo a priori questa potenziale eventualità del fenomeno, perchè in quel frangente è lui, entrando istantaneamente in conduzione, ad assicurare la continuità di alimentazione al pre, fino a che i contatti dello switch non risulteranno di nuovo chiusi in una o nell' altra posizione.
Bene amici, anche per questa volta è tutto. La sfida è stata molto stuzzicante. E, sollevata una critica o una questione tecnica pertinente, è bello accoglierla, farla propria, riceverla come motore creativo, stimolo positivo alla miglioria, ragionarci ed avere la possibilità di svilupparne la soluzione...
Grazie Tidal, bel colpo!
Alla prox accordiani,
ciao uàgliòoooooo!