di aPhoenix90 [user #22026] - pubblicato il 15 luglio 2012 ore 19:40
Si è spento ieri notte*, nel giorno del suo settantottesimo compleanno, Alfredo Provenzali. Voce storica di «Tutto il calcio minuto per minuto», dal 1966 è stato semplicemente un ospite fisso delle famiglie italiane durante l'intoccabile domenica calcistica. Un faro per chiunque fosse impossibilitato a guardare la diretta davanti allo schermo, un'istituzione per chiunque fosse legato alle tradizionali radiocronache sportive.
Ascoltavo da sempre i suoi interventi nel corso della trasmissione, che dal 1992 conduceva comodamente dagli studi di Saxa Rubra (sempre in onda su Radio1) ammainandosi come inviato dai campi. Da sempre allergico alla Pay-TV, al satellite e ancor di più nei confronti della recentissima moda della pirateria-streaming, le mie domeniche sportive venivano riempite dai racconti poetici del giornalista genovese (sampdoriano per definizione), che ha fatto del calcio la sua bandiera culturale. La sua voce, avvolta in quel calore rassicurante che protegge le cose antiche, era in grado di prendere per mano l’immaginazione e trascinala in un luogo parallelo ben più armonioso ed equilibrato di quello delle moviole televisive. Groove e melodie seducenti, le voci radiofoniche amplificano le emozioni sportive rendendo inutile l’ausilio delle immagini.
Nel mondo veloce e frenetico della nuova informazione, la radio è forse l’unico media che ha conservato quasi intatta la propria identità. Non ci sono studi sempre più virtuali e fatiscenti, abili direttori della fotografia e sofisticati servizi multimediali in aiuto. Niente showgirl, niente comici. Voce e intelletto sono le uniche armi concesse. Se poi vi si aggiunge passione e professionalità, si completa il profilo personale del Maestro Provenzali. Dall’ironia acuta e sottile, seppe adattarsi con intelligenza ai deplorevoli spettacoli dettati ormai esclusivamente dal potere coercitivo dei palinsesti televisivi.
Così aprì la trasmissione lo scorso 27 novembre:
Mi vengono i brividi pensando che a fine agosto non ritroverò mai più la sua voce sulla frequenza 92.1. «Que reste-t-il de nos amours? Que reste-t-il de ces beaux jours?», che rimane degli amori di quei bei giorni? Prendendo in prestito una frase del Corriere, dico che anche se si è trattato solo di calcio, sono sempre ricordi. È sempre vita.
Ciao Alfredo.
_______________________________________________________________________________ * Diario scritto in data 14 luglio 2012...