Sono di ritorno da -CELEBRATION DAY- , John Paul Jones, Jimmy Page, Robert Plant, Jason Bohnam, quattro nomi, i Led Zeppelin. ESPLOSIVO, IMPRESSIONANTE, ETERNO, e pensare che parliamo solo un film, ma se l’intento di ‘celebration day’ era quello di creare stupore e far render conto ai più che non hanno potuto assistere ad un loro concerto in prima persona, questo è stato centrato in pieno... Un inizio, forse causa del tecnico della sala che non aveva capito che per ascoltare i Led non basta l’audio di Twilight, un po’ sottotono, ‘ Good times bad times’ ‘Ramble On’ e ‘Black dog’’ non sono altro che il riscaldamento di una serata rovente. Jimmy pone lo slide sul suo anulare della mano sinistra, inizia ‘in my time of dying’ , e il clima inizia a farsi caldo. Plant canta sotto di qualche tono, ma lo fa benissimo, si apprezza tutta la grandezza di un ottimo frontman, nonché interprete unico dei suoi testi, Page in ottimo spolvero, John Paul Jones, ci rende partecipe di una delle sue migliori performance, e la batteria? Posso giurare ad occhi chiusi che non avrei mai riconosciuto la differenza tra il caro Bonzo e suo figlio, Jason del padre non ha solo il cognome, e ne sono rimasto assolutamente sorpreso. C’era l’archetto di violino da tempo sparito, Page sfoggia la sua collezione di chitarre, la sua tecnica, il suo tocco inconfondibile, anche a sessant’anni suonati ( in tutti i sensi), mi sorprende l’uso intelligente del Whammy in più di un’occasione, insieme al wah wah qua e la, il suo sound, è sempre autentico ed unico. Jones sembra in un primo momento voler far da ‘maestro’ e custode al ‘piccolo’ bonzetto, il suo perfetto equilibrio tra parti di solista ritmico con il basso ( addirittura con un 12 corde ), pianista ed armonizzatore come in ‘no quarter’ e ‘trampled underfoot’, a mio parere fantastiche, accompagnano instancabilmente le due ore di martellamento degli zep. Plant canta, si muove, ride e commuove come se avesse 30 anni di meno, anche quando in difficoltà, riesce a rendere sempre al meglio, impeccabile la sua prestazione, maestose ‘Kashmir’ e ‘Stairway to heaven’ Il ‘piccolo’ Bonzo, è una mitragliatrice umana come il padre, semplicemente fantastico in ‘rock’n roll’ e in ‘dazed and confused’. La serenità di quattro ragazzetti che non suonavano insieme da anni, ma che sembravano non aver fatto altro nella vita, con un bonzo vero e proprio alle pelli, e quel sound eterno, sempre vintage, sempre attuale allo stesso momento. Nonostante gli anni passati, la cosa più incredibile è che i Led Zeppelin sono rimasti i Led Zeppelin, non la cover di se stessi come forse mi aspettavo io e non sono il solo... il loro sound non è stato assolutamente scalfito dallo scorrere del tempo, anzi oserei dire a tratti si dimostrava migliorato. Mi ha trasmesso molto ed ho ancora le idee confuse, ma è solo un film, chissà cosa sarebbe stato vederli di persona… Una cosa è certa, il dirigibile vola molto molto in alto in tutto il suo splendore.
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