Per i temi che mettono in agenda.
Perché la pazienza è finita, la credibilità degli attuali rappresentanti esaurita, ma la speranza no. C'è incommensurabilità tra visioni della società differenti, categorie incompatibili. Certa gente deve solo farsi da parte.
Quanti sono i parlamentari attuali che sanno cos'è la cultura digitale, o che hanno un'idea emancipatrice di futuro e società?
M5S si propone di trasformare la cultura della delega in partecipazione, su regole chiare (dubito che se tutti i suoi sostenitori comprendessero fino in fondo cosa significa, li voterebbero in così tanti).
Li voto nonostante tutti i punti interrogativi che ci consegna questa formazione: che si rivelerà piena di ingenui con begli ideali, ma almeno non ancora di gente che vive di gestione di potere e risorse pubbliche.
L'eleggibilità per due soli mandati preverrà che la rete di connivenze si replichi ancora come in passato.
Anche nel M5S ci saranno transfughi, populisti, falsi, itagliani pronti a vendersi come tanti, ignoranti, sempliciotti, farisei. Ma se mi guardo indietro non vedo nulla di cui si possa avere nostalgia, difficile scavare più in basso.
Invece come movimento ha già dato una lezione a chi parlava strumentalmente di antipolitica: ha dato slancio alla partecipazione civico-politica dei giovani come nessun altro partito ha fatto in tempi recenti, ha alimentato dialogo e dibattito su temi cruciali, con pochi soldi e niente facce a tappezzare le strade, esempi concreti di un modo diverso di praticare la politica.
Infine, con uno scossone forte, M5S sposterà il baricentro anche degli altri partiti: almeno questo, se ci pensate, dovrebbero augurarselo tutti.