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Gibson Les Paul Signature 2014: mogano griffato
Gibson Les Paul Signature 2014: mogano griffato
di [user #16167] - pubblicato il

Una firma, si sa, non è sempre garanzia di qualità. Con una firma il prezzo spesso lievita, non quello della LP Signature 2014. Abbiamo voluto verificare che gli euro da sborsare fossero l'unica cosa a puntare verso il basso in questa Les Paul griffata.
Una firma, si sa, non è sempre garanzia di qualità. Con una firma il prezzo spesso lievita, non quello della LP Signature 2014. Abbiamo voluto verificare che gli euro da sborsare fossero l'unica cosa a puntare verso il basso in questa Les Paul griffata.

Per quanto riguarda la produzione Gibson, il 2013 è stato interamente dedicato a Lester Polfuss, la mente geniale che ha letteralmente rivoluzionato il mondo della chitarra elettrica creando lo strumento che ha segnato indelebilmente la storia del rock.
Per celebrare al meglio il ricordo di Mr. Les Paul, in Gibson han prodotto due differenti modelli: la Signature T e la Tribute.
Il 2014, anno del 120esimo anniversario rimarcato dall’inlay al 12esimo tasto, è segnato oltre che da un ampliamento dei modelli anche da un nuovo strumento celebrativo. La Les Paul Signature 2014 però non si pone come uno strumento d’elite con prezzi proibitivi ma anzi, di listino costa svariate centinaia di euro in meno rispetto al modello Standard. Un buon modo di celebrare il caro vecchio Lester senza gravare a suon di firme sul prezzo finale del prodotto.
Una significativa diminuzione del costo però non è, fortunatamente, bilanciata da un calo nella qualità costruttiva, tanto che nella breve comparativa che abbiamo realizzato proprio in occasione del test la Signature ne è uscita a nostro avviso a testa alta. Vediamo però cosa rende questa ennesima LP così particolare e meno costosa.

Il corpo e il manico sono, manco a dirlo, in mogano. La tastiera a 22 tasti over binding presenta i classici segnatasti a trapezio. Dietro la paletta, inclinata come da tradizione, trova posto il meno tradizionale Min-ETune, il sistema elettronico di accordatura consistente in un robottino in grado di aiutare il musicista nei cambi di tuning quanto nella normale EBGDAE. Completano la dotazione hardware, oltre al ponte Tune-o-matic cromato, i tre potenziometri dedicati due al volume dei singoli pickup e uno al tono generale dello strumento. Il quarto posto, solitamente occupato da un controllo di tone, è sostituito da un mini toggle switch che attiva un boost in grado di dare una botta da +15dB al nostro sound.
Proprio sopra al battipenna con firma dorata di Les Paul troviamo i due humbucker che equipaggiano la Signature. Nello specifico due ’57 Classic, splittabili tramite i controlli di volume.

Come si può vedere dalle foto, la LP Signature 2014 è una chitarra senza troppi fronzoli, uno strumento dal quale ci aspettiamo un sound bello ciccio e diretto. Il top in acero leggermente fiammato nasconde il famigerato traditional weight relief, ovvero il sistema di alleggerimento che prevede la realizzazione di nove camere nel mogano. Queste permettono di rendere lo strumento leggermente più risonante e soprattutto più leggero. In realtà la chitarra in prova non può essere certo considerata leggera, ma sicuramente il weight relief fa il suo mestiere a dovere.

Colleghiamo il jack e cominciamo a sentire quanto la Signature possa spingere. Prima di accendere l’amplificatore accordiamo con l’accordatore robotico, con il quale ancora non siamo entrati del tutto in confidenza ma che si dimostra efficace e veloce, anche se non sempre preciso al 100%. Già da spenta, la sunburst è risonante e vibra con decisione. Il manico con profilo '50s poi regala confidenza fin da subito. Anche i tasti trattati criogenicamente risultano ben rifiniti e non infastidiscono nel playing anche se posizionati sopra il binding.
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Apriamo il volume del pickup al manico e intuiamo subito che il clean non è certo l’ambito in cui la Les Paul Signature vuole restare. Nonostante il Divided #13 sia restio a saturare, i ’57 Classic mettono subito in difficoltà il pre cercando di portarlo verso un crunch nemmeno troppo leggero. Bisogna giocare con la pennata o con il knob per tornare al clean vero e proprio che in generale è molto spunto sulle basse, ma non cupo. Passando in posizione uno la situazione peggiora, o migliora, a seconda dei punti di vista. Se si plettra con decisione, il clean diventa subito un vecchio ricordo, soprattutto se si ha la malsana idea, sempre a seconda dei punti di vista, di attivare il boost on-board. La botta di volume, sembra regalare anche una sana dose di medie che saturano con decisione l’amplificatore anche se la teoria vorrebbe selezionato il canale clean.

Manco a dirlo il crunchy sound è il campo di battaglia preferito dalla Signature. Soprattutto se alla saturazione selezionata sull’ampli si aggiunge la botta del boost. Interessante sia suonare con il plettro sia cercare la morbidezza delle dita. Una goduria insomma. Con tutta questa potenza, e visto soprattutto che il crunch l’abbiamo avuto sotto le dita praticamente da subito, passiamo alle distorsioni. Per testare questo pezzo di mogano firmato abbiamo scelto il KOR Oracle e il Fuzz di Mastro Valvola, che testeremo a breve. Con il primo il sound diventa rabbioso, grazie al buon output dei ’57. Al ponte perfino un po’ tagliente. Il corpo però c’è sempre, non si sente mai la mancanza di basse, nemmeno quando si splittano i pickup. Con il fuzz, nonostante le basse molto presenti e persistenti, il suono non diventa impastato e cupo. Le medie belle in evidenza garantiscono intelligibilità e presenza.


In definitiva la Les Paul Signature 2014 è una signora Les Paul, degna di cotanto nome, molto più di altri modelli anche più costosi che abbiamo testato negli scorsi anni. La diminuzione di prezzo non comporta un calo né nella qualità generale né nelle prestazioni sonore. Certo, quando insieme si mettono le tre parole Gibson, Les e Paul, raramente si scende sotto i mille euro. Anche in questo caso, per portarsi a casa la Signature, bisognerà sborsare una cifra che si aggira intorno ai 1500 euro. La dotazione tecnica e la cura nei dettagli però rendono questi euro spesi bene.

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