Buongiorno agli Accordiani! Finalmente posso anch’io alimentare il mio ego e presentarvi la mia pedaliera! Essa è frutto di circa 15 anni di sperimentazioni, soldi spesi (a volte buttati), folli scambi con altri matti e paranoie legate alle ricerca di un suono che potesse distinguermi dalla pletora di chitarristi della domenica a cui appartengo con orgoglio! Nel realizzarla, avevo ben chiaro in mente alcuni presupposti. Praticità, possibilità di intervenire in maniera rapida e senza enormi difficoltà nel caso qualcosa non funzioni, accessibilità a tutti i pedali e possibilità di sostituire questo o quel pedale senza distruggere tutto, cablaggio con cavi di qualità assoluta, alimentazione ad hoc: questi dovevano essere (e dovrebbero essere sempre) le linee guida per realizzare una pedaliera efficiente. Solo dopo aver capito come muovermi in tal senso, ho effettivamente iniziato a ragionare su quali pedali tenere sotto i piedi, e quali lasciare un attimo in stand-by. Con il mio gruppo, suonando esclusivamente pezzi inediti, non ho bisogno di avere tanti suoni: me ne bastano pochi ma efficienti ed articolati per il genere che suoniamo, vale a dire un rock tosto, cafone e grezzo (derivante in larga parte dal Seattle sound. Chi mi conosce avrà anche ascoltato qualcosa, e avrà avuto bisogno di antiemetici a pacchi). Ecco quindi delinearsi un setup abbastanza standard: la prima fila ospita un overdrive per suoni sporchi e non pulitissimi, con l’aggiunta di un boost pre per aumentare un po’ il gain; un overdrive/distorsore per suoni grossi, grassi e “classici”; un fuzz micidiale per aprire buchi sul fondo stradale; un altro boost, stavolta di volume, con l’aggiunta di un utile potenziometro che taglia alcune frequenze (a volte lo uso sui suoni puliti..sembra quasi di avere una semiacustica, con i giusti settaggi). In più, all’inizio della catena, un octaver tanto bello quanto cattivo per le cose più grezze e devastanti. Il settore “distorsioni&affini” è quello che probabilmente mi ha portato via più tempo…trovare il proprio suono non è per niente facile, riuscire ad avvicinarsi a quello che avevo in mente è già un ottimo risultato: credo proprio che sia abbastanza definitivo! Le modulazioni (ospitate in seconda fila) sono abbastanza semplici: in ordine, un phaser, un delay ed un riverbero (guitar output), mi permettono di colorare il giusto i miei pezzi, mascherando abbastanza bene le mie scarse capacità chitarristiche :) Se la prima fila di pedali è ben piantata sulla pedalboard, la seconda è rialzata di circa 4cm grazie a degli accessori che ho trovato utilissimi in quanto (oltre alla loro funzione principale) permettono una sistemazione molto agevole di tutti i cavi di collegamento (alimentazione inclusa), ed essendo già velcrati non bisogna inventarsi nulla. La pedaliera si completa con un classico pedale volume master (piazzato strategicamente tra il phaser e il delay, per non far perdere la coda del delay stesso), un altrettanto classico accordatore a pedale collegato al tuner out del pedale volume, e un buffer ad inizio catena (guitar input): il tutto è ancorato a prova di sobbalzi dal velcro in dotazione e già fissato anche sulla pedalboard (che misura 68x32), e cablato con ottimi cavi. Infine, un robusto alimentatore trova spazio al di sotto della pedalboard ed eroga corrente a tutto il sistema (in collaborazione con il tuner). Last, but not least, la pedaliera ospita al di sotto tre file di luminosissimi led bianchi (attivati da un altro alimentatore), che mi rendono particolarmente cafone sui palchi. Vi lascio con la foto della mia creatura, affettuosamente battezzata “LA CIACIONA” (per i non napoletani , con ciaciona si indica una bella donna prosperosa e formosa): dopo 15 anni circa, finalmente, una pedaliera che suona come ho sempre voluto!
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