Tanto premesso, una delle novità che più mi incuriosisce è la comparsa del "
masterbuilder": un mitizzato artigiano che, ben identificato con tanto di nome e cognome, opera grandi prodigi all'interno di un magico laboratorio chiamato Custom Shop. Le sue chitarre vengono proposte quali pezzi unici, dalle caratteristiche sonore straordinarie ed irripetibili, e, ovviamente, ad un prezzo adeguato a cotanta declamata meraviglia. E qui finisce la parte
fantasy. Infatti, fossi ancora in età adolescenziale ne sarei completamente rapito, e la "Fender Stratocaster XX anniversary Custom Shop NOS Masterbuild
Tizio Caio Sempronio" sarebbe la fata turchina che tutte le notti allieterebbe i miei sogni.
Ma oramai, lo ripeto, sono un disincantato cinquantenne jazzista (non ditemi di nuovo che fa rima con razzista, please...), e allora mi chiedo: ma cosa potrà mai fare un esperto artigiano, qualifica che non metto assolutamente in dubbio, su di un oggetto che in fondo è di produzione industriale serializzata, realizzato con macchinari ipertecnologici, consistente in un assemblato di componenti, e per di più a "corpo solido"? Quale può essere il suo valore aggiunto? Parlassimo di chitarre acustiche, in senso ampio, avrei delle risposte, ma in riferimento alle solidbody faccio proprio fatica. Ci provo comunque: seleziona i manici ed i corpi più belli, controlla la qualità dell'assemblaggio finale, magari rimuovendo eventuali piccole imperfezioni nella finitura, realizza una meticolosa regolazione dell'action ed intonazione, ed infine valuta la sonorità della chitarra, per poi apporre qualche firma, credo, sui documenti che la accompagneranno nelle braccia del suo primo acquirente.
Ma tutto ciò è poi così miracoloso? E, soprattutto, giustifica l'importante extra costo che Fender chiede di sborsare?
Qualche accordiano aggiornato mi saprà spiegare. ....Abracadabra! (per gli over 50: sim sala bim!)