di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 27 settembre 2014 ore 09:45
Ispirata alla scuola americana della swing-era e con un prezzo anticrisi, la Washburn HB15C punta a soddisfare la fame di archtop di giovani studenti e di chiunque volesse assaggiarne la pasta, in una tonalità squillante che si ama o si odia, ma che ha più di un motivo per entrare in rastrelliera.
Ispirata alla scuola americana della swing-era e con un prezzo anticrisi, la Washburn HB15C punta a soddisfare la fame di archtop di giovani studenti e di chiunque volesse assaggiarne la pasta, in una tonalità squillante che si ama o si odia, ma che ha più di un motivo per entrare in rastrelliera.
Una volta estratta la HB15C dalla sua custodia, appare ben chiaro che la direzione intrapresa dalla produzione Washburn è quella del rispetto per la tradizione, quantomeno per ciò che riguarda l'estetica. La chitarra è una hollowbody in laminato che ricalca il percorso già tracciato pesantemente dalla tradizione di casa Gibson. La somiglianza con il modello ES 165, tra l'altro recensito su Accordo a questo link, è innegabile, anche se la voce della HB15C è più snella. A meno che non si apprezzino i bassi eccessivamente corposi, ciò non va considerato necessariamente un difetto e fa acquisire alla chitarra una sua voce caratteristica, leggermente improntata sulle medio alte, particolarità forse dovuta anche alle corde ruvide .009-.046 fornite di serie. Si tratta di una classica muta da solid body e, tralasciando l'antipatico rumore di scivolamento, bisogna tenere bene a mente che una corda piccola poco aiuta a irrobustire la voce dello strumento, che comunque restituisce una buona base di partenza anche in questa configurazione.
Qualche debolezza si avverte sul versante costruttivo, si sentono alcune pecche in termini di scorrevolezza e precisione sulla tastiera in palissandro, dove sono posizionati venti tasti interamente accessibili grazie alla spalla mancante. Tuttavia, considerata la natura "old style" dello strumento, nella prassi esecutiva la poca scorrevolezza non pesa e rientra perfettamente nei canoni della categoria di chitarre da swing a cui la HB15C appartiene. Scarne quanto in linea con la sua fascia di prezzo sono le rifiniture: un semplice dot come segnatasti, niente binding a contorno della tastiera, ma uno multistrato a fare da contorno al body e alle buche a effe. Visto l'unico pickup un mini humbucker Washburn, i controlli sono ridotti a un volume e un tono. Da segnalare sono le meccaniche Grover Exclusive, scorrevoli e precise.
Strapazzata a dovere, la Washburn HB15C vince e varca la soglia delle chitarre da consigliare, rientrando nella fascia che definisco "entry level". Per un'imitazione della tradizionale Gibson 175/165, spendere meno di 400 euro diventa un'impresa molto difficile, e la Washburn si dimostra uno strumento onesto e senza troppe pretese che si potrebbe prestare anche come seconda chitarra da battaglia per il professionista, a patto di non voler forzare confronti impietosi con archtop di rango superiore. Se una 165 è la Porsche da tirare fuori nei giorni di festa e la "sorella maggiore" Washburn J600 è il modello accessoriato con cui fare colpo sugli amici, la HB15C sarà una piccola Fiat per scorrazzare tutti i giorni e da parcheggiare senza troppo riguardo: abbordabile e funzionale sono gli aggettivi che meglio la descrivono.