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Yamaha Pacifica 604: pochi soldi spesi bene
Yamaha Pacifica 604: pochi soldi spesi bene
di [user #16167] - pubblicato il

Ogni tanto capita di restare colpiti da strumenti economici e un po' datati. A volte succede anche di fare l'offerta giusta e ritrovarsi a possedere una Pacifica 604 degli anni '90 con un suono fantastico, inaspettato.
Dopo un sacco di recensioni di strumenti che, a malincuore, ho dovuto restituire ai rispettivi importatori, è la volta di parlare dell'ultimo attrezzo che è entrato in casa Buratto. Da tempo cercavo una Super Strat con una voce soddisfacente. L'altra caratteristica fondamentale, manco a dirlo, il prezzo contenuto. Con la Yamaha Pacifica 604 è stato amore a prima vista, un vero e proprio ménage à trois tra lei, me e il mio portafoglio, che si è trovato a sborsare una cifra decisamente abbordabile.

La cosa che più mi ha colpito è il manico in acero fiammato. Ho un debole per questa essenza, soprattutto sui manici. Ancora meglio quando sulla paletta ci sono sei Spertzel autobloccanti nuove di pacca e belle solide, anche se montate con le altezze un po' alla rinfusa. Qualche segno dell'età il body lo mostra, ma anche i solchi più profondi nell'ontano non sono riusciti a togliere la splendida tinta blu trasparente.
Anche il colore ha influito sull'acquisto, una chitarra blu mi mancava!

Yamaha Pacifica 604: pochi soldi spesi bene

L'elettronica, che all'apparenza è in configurazione HSS, è in realtà una SSSS. In sostanza, quello che sembra un humbucker è una coppia di single coil montati in serie, ma con la possibilità di essere splittati con il push-push sulla manopola del tono. L'avere un humbucker realizzato con due bobine singole e separate è una chicca da non sottovalutare, non solo per l'utilizzo splittato, ma soprattutto in posizione quattro, in abbinata con il singolo centrale, uno dei suoni che preferisco in assoluto.

Yamaha Pacifica 604: pochi soldi spesi bene

Completa la dotazione di bordo il ponte a due pivot, realizzato in ottone cromato, che non sembra accusare l'età e fa il suo dovere alla perfezione in combinata con le autobloccanti.

Prima di parlare del suono, dedico due parole al manico, la parte che più di tutte mi ha conquistato dal primo istante. Nonostante la paletta sia riempita dal logo Yamaha, è realizzato dall'americana Warmoth. Lo shape "early 60's" è comodissimo, combinato con la tastiera con compound radius che si appiattisce man mano che si avvicina al 21esimo tasto (dei Dounlop 6105 tra l'altro) diventando via via più scorrevole.

Questa è senza ombra di dubbio la miglior Strat che io abbia mai avuto e la cosa bella è che in realtà sulla paletta non c'è scritto Fender. Il pickup al manico ha un sound rotondo, morbido ma allo stesso tempo con un ottimo volume. Nonostante ciò è silenziosissimo, una meraviglia anche quando si passi ai crunch arrivando fino ai distorti. La posizione due, più nasale e delicata, fa venire voglia di funk, ma è la quattro quella che davvero mi ha stregato. È esattamente quella che cercherei in una Stratocaster e che per alcune ragioni non ho trovato nemmeno nella mia Fender Japan.

Il doppio single coil che si finge humbucker, infine, si comporta egregiamente sia splittato sia intero, specie quando si alza il gain. Sui puliti è forse un pelo acidino, ma lo si corregge facilmente con la manopola del tono.


La 604 è una chitarra speciale, era da tanto che non desideravo acquistare uno strumento dopo averlo suonato per pochissimi minuti. È diventata subito (dopo un accurato setup) la mia elettrica principale, assieme alla Ibanez RG465 con i LED rosa montati da Fago.
604 chitarre elettriche pacifica yamaha
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