, rifacendosi alla sua carriera, traccia un percorso ideale attraverso il quale ha saputo orientare le sue scelte artistiche e indirizzare la sua strada professionale.
Per prima cosa, è necessario rivendicare l’importanza della componente anche puramente commerciale del proprio lavoro. Chi decide di fare il musicista come attività professionale non può esimersi da questo aspetto che è decisivo. “Tutti abbiamo comunque da pagare il mutuo” e un musicista, nello scegliere in quali attività investire, è tenuto a valutare quali gli garantiranno le condizioni più vantaggiose. Però, una volta assodato l’aspetto concreto della professione, Roberto ha chiarito come gran parte delle scelte che hanno orientato la sua carriera siano state dettate dall’istinto.
Foto di Orazio Truglio
L’istinto lo ha portato ad abbracciare, nel tempo, quelle situazioni lavorative che gli avrebbero garantito gioia e benessere in quello che avrebbe fatto e suonato.
“Nel valutare in quali avventure musicali cimentarsi, alla fine, l’ultima parola spetta alla felicità. Quando decidi di fare un tour ti aspettano lunghissimi periodi on the road; autostrade, hotel, aeroporti: una quantità enorme di tempo da passare a stretto contatto con altre persone che lavorano con te. E’ impegnativo. Ma se ami la musica che hai scelto di suonare, il progetto nel quale hai deciso di investire, sali sul palco e tutte queste fatiche sono ripagate. Sei felice e ti rigeneri”.
Lavorare in un contesto musicale che si apprezza è una maniera per esercitare la propria professione in modo più sereno e appagante. Con gioia.
Per tanto, è necessario che un musicista cerchi di capire, veramente, quali siano i contesti musicali che lo appagano maggiormente, quelli nei quali sente di poter offrire con più leggerezza e facilità, il meglio del suo talento e del proprio impegno.
Roberto spiega come gli sia apparso evidente, da subito, che questa gioia nel suonare si trovasse nei contesti musicali che gli permettevano di esprimersi: di mettersi in gioco in maniera unica e peculiare come musicista.
“Ci sono tournée che, obiettivamente, che le faccia un musicista piuttosto che un altro, non cambia molto. Tutto è talmente standardizzato e prodotto - tra arrangiamenti e sequenze - che se un batterista ha un bel suono, suona bene con il click, il progetto funziona, gira. Il tutto senza mettere in gioco una particolare originalità musicale. Io, invece, ero proprio alla ricerca del contrario. Situazioni in cui proprio la mia personalità, il mio apporto artistico individuale, potessero fare la differenza. Per questo ho cercato, negli anni, di trovare artisti con cui esistesse un dialogo, una complicità differente: che volessero espressamente il mio modo di essere. E sono felice di suonare in contesti in cui percepisco ci sia un'interazione importante tra me e l'artisa. Roberto Vecchioni lo ascoltavo da piccolo e conoscevo i suoi pezzi, i suoi testi da prima di suonarci. Ogni tanto, mentre siamo in viaggio, gli chiedo dettagli su vecchie canzoni, dischi. E delle Premiata Forneria Marconi non parliamone nemmeno: da ragazzino avevo il loro poster in camera."
Foto di Giovanni Mitolo
In questo percorso professionale e, prima ancora formativo, una prospettiva decisiva è offerta dal confronto con la carriera e la storia dei grandi musicisti che ci hanno preceduto.
“Ho iniziato a maturare questa ambizione sin da ragazzino. era un esempio. Lui suonava con tutti ma sempre mantenendo una sua voce precisa, un’identità chiara, uno stile definito. E stessa cosa valeva per Manu Katchè. Erano due tra i miei eroi e ammiravo la loro capacità di portare - o mantenere - sempre la loro personalità nei progetti in cui erano calati, riuscendo così a farne veramente parte.”
Roberto Gualdi è un gigante della batteria italiana. Ha suonato, tra i tanti, con Lucio Dalla, Nek, Piero Pelù, Enzo Jannacci, Ron, Elio & Le storie Tese e Dolcenera. Attivissimo come didatta (sua la cattedra di batteria al ) è un musicista versatile e curioso che spazia tra l'attività come session man di lusso
( batterista nelle trasmissioni televisive XFactor o Zelig) a progetti di sperimentazione e ricerca come Twinscapes, trio strumentale con Lorenzo Feliciati e Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree. Da anni ha consolidato la sua collaborazione artistica con Roberto Vecchioni e la Premiata Forneria Marconi.
Siamo orgogliosi di presentare la sua rubrica, Rob's Corner, su Ritmi. Roberto parlerà di musica, batteria, ascolti, ritmo, chitarristi e mille altre cose. Dispensando, ogni volta, spunti e consigli preziosi. Ben venuto Roberto! (Gianni Rojatti) |