C’era una volta… poterebbe cominciare così la storia di uno dei marchi di chitarre acustiche più celebri, apprezzati e diffusi nel mondo. Stiamo parlando ovviamente della premiata ditta .
Come nelle migliori fiabe, tutto ha inizio in un tempo lontano - siamo agli inizi degli anni Settanta, a San Diego, in California: un’epoca in cui, grazie all’influsso di artisti e gruppi come Bob Dylan, Joni Mitchell, CSN&Y, James Taylor, Jackson Browne, The Eagles, John Denver, Paul Simon, America, Cat Stevens, John Prine, Jim Croce, Harry Chapin, Gordon Lightfoot, Leo Kottke era tornato in auge il tema legato al mondo delle chitarre acustiche. È allora, nello specifico, che si colloca il sogno di due giovani, anzi, giovanissimi ragazzi: Bob Taylor, appena diciannovenne, e Kurt Listug, di poco più grande (21 anni). Senza di loro, molti artisti non avrebbero raggiunto certi livelli di notorietà e, chissà, forse molta musica non sarebbe mai neppure esistita. Furono Taylor e Listug, infatti, nel 1974 ad acquistare il negozio di chitarre American Dream - quando si dice… nomen omen! - e a dar vita a un’impresa che, nonostante i numerosi ostacoli incontrati lungo il cammino, sarebbe cresciuta in maniera smisurata in termini di produzione e di popolarità: basti pensare al fatto che, quando tutta l’avventura ebbe inizio e il nome dell’azienda era ancora Westland Music Company (sarebbe divenuto Taylor Guitars solo nel 1976), non c’erano impiegati e le chitarre prodotte erano soltanto nove; adesso invece si parla di oltre 1.200 persone assunte e delle cifra impressionante di circa 197mila chitarre realizzate.
Ricordo tutto il tempo in cui non mi conosceva nessuno e non riuscivo a vendere abbastanza chitarre per mandare avanti la baracca. Allestire i nostri primi stand, emozionato di esporre i nostri strumenti, il profumo di cataloghi a colori appena stampati che ci sono costati tutti i risparmi che avevamo, e l’odore della nuova tappezzeria nei corridoi del negozio. Mettere su una minuscola fabbrica e poi aggiungerci pian piano attrezzi e artigiani. Insegnare come realizzare il corpo di una chitarra, il manico, come applicarvi una bella rifinitura. I tasti applicati alla tastiera con martello, blocchetti abrasivi e lime. (Bob Taylor)
In che cosa si differenzia una chitarra acustica Taylor dalle altre? Procediamo con ordine. Il manico: snello, pratico, riconoscibile, il manico è da sempre uno dei punti di forza del marchio. Ottimo per i principianti, che si troveranno fin da subito a proprio agio scivolando comodamente con la mano in su e in giù lungo la tastiera dello strumento; adatto (e adattabile) per i chitarristi più esperti, i quali potranno esprimersi al meglio - e in totale comfort - sia in fase di allenamento sia in studio o dal vivo. I legni, scelti con cura sulla base delle differenti parti che compongono lo strumento: come nel caso dei top delle chitarre, per i quali si usano - a seconda dei casi - cedro o abete rosso, che derivano da alberi coniferi e producono un’ampia gamma dinamica; oppure legni duri come mogano e koa, materiali più densi al cui interno la vibrazione si muove in modo più graduale. Estetica minimale e ricerca meticolosa del sound: lo testimoniano il lancio del TES (Taylor Expression System) nel 2004, il successivo ES1 (Expression System 1), in produzione sino al 2014, e l’attuale ES2, capace di coniugare al meglio i sistemi piezo tradizionali con l’esperienza del TES La catenatura: un elemento, questo, posizionato all’interno della cassa e fondamentale per rinforzare fondo e tavola dello strumento. La Taylor è nota per il rivoluzionario sistema V-Class Bracing (2018), introdotto da Bob Taylor in persona addirittura come «new sonic engine… una direzione completamente nuova che ha richiesto creatività, fiducia e coraggio per svilupparsi».
Abbiamo dovuto imparare molte cose. Come essiccare correttamente il legno. Come applicare una bella finitura. Come lavorare in maniera coerente. Come stabilire un budget. Come vendere chitarre. Come fare pubblicità e promuovere prodotti. Come assumere e gestire i dipendenti. Come amministrare il denaro, i nostri stipendi e le tasse. Come migliorare continuamente ogni processo per migliorarci. (Kurt Listug)
Infine, last but not least, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale: dal progetto Ebony Project in Camerun al lavoro con il koa alle Hawaii con la Pacific Rim Tonewoods (PRT) fino alla partnership con la West Coast Arborists. Un interesse di prim’ordine per Taylor Guitars, come conferma il Direttore della sostenibilità delle risorse naturali Scott Paul:
La nostra industria deve continuare […] a trovare dei modi innovativi per aiutare a espandere la copertura forestale, diversificare gli ecosistemi forestali, coltivare alberi con tratti genetici superiori e […] guidare la silvicoltura (ovvero quell’insieme di attività inerenti il controllo e la gestione della crescita, della struttura e della qualità di una foresta, NdR). (Scott Paul)
Sono passati 50 anni e Taylor Guitars sembra non aver alcuna intenzione di adagiarsi o rallentare la propria vertiginosa ascesa. Anzi. L’attenzione, oltre ai festeggiamenti per questo importante anniversario (la cui data ufficiale è il 15 ottobre), sembra già rivolta al futuro e ai prossimi traguardi. In questo momento, la gamma dei modelli a disposizione è decisamente corposa e, oltre all’enorme lavoro svolto nel tempo dai fondatori, dal 2011 il liutaio e capo progettista Andy Powers ha ulteriormente affinato le conoscenze in fase di design e costruzione. Il motto? Non è cambiato e (ri)suona identico in lungo e in largo per il pianeta fin dagli umili esordi dei due American dreamers Bob e Kurt: suonabilità eccezionale, artigianalità di qualità superiore, timbro chiaro, caldo bilanciato, una mente votata all'innovazione. Chi sceglie Taylor, sa di essere in buone - e sapienti - mani.
Quando realizziamo una chitarra Taylor, vogliamo costruirla bene. Non sto dicendo che le creiamo sempre perfette. A volte un dettaglio viene accidentalmente trascurato o viene commesso un errore. Questi errori mi infastidiscono e ci spingono a migliorare ogni giorno. Nonostante gli errori occasionali, desideriamo costruire le chitarre migliori e lavorare ogni giorno per raggiungere questo obiettivo. Spero che gli strumenti che creiamo trasmettano questo desiderio. (Andy Powers) |