Chi di voi non è mai stato in GAS alzi la mano, soprattutto nel periodo natalizio, quando uno un regalino deve pur farselo, no?Io ho sempre provato un certo amore-odio per i modelli SG e a dire il vero, non volendo spendere per una Gibson, mi sono diretto verso la sorella piccola marchiata Epiphone. Visti i numerosi modelli e versioni disponibili, mi sono affidato a recensioni e schede tecniche trovate sul web per scegliere quella che più avrebbe potuto fare al caso mio. La scelta si è così ridotta alla G400 Pro e alla G400 Tony Iommi. Per tagliare la testa al toro, alla fine le ho prese entrambe per meno di 650 euro.
Da una comparazione diretta, trovo che le due chitarre abbiano una liuteria molto più che dignitosa e legni molto decenti per la fascia di prezzo a cui appartengono. La leggerezza dello strumento è stata la prima cosa a sorprendermi, abituato a tutti i chili in spalla delle mie tre Les Paul. In confronto, le due SG sono così poco pesanti che per un attimo ho creduto che gli scatoli consegnatimi dal corriere fossero vuoti.
Da buona tradizione SG, le chitarre sono leggermente sbilanciate verso il manico, un po' di più la Iommi, ma nulla di così incisivo.
Dopo un accurato setup del truss rod e dell'action, è partita la prova casalinga su un Bugera BC15 senza effetti in mezzo.
La SG Pro, grazie anche ai pickup splittabili, è davvero molto versatile. Gli Epiphone Classic Alnico V sono abbastanza dignitosi e potrebbero anche andare, più o meno, ma sono indirizzato verso un cambio di pickup per ottenere il meglio dallo strumento.
Il manico con forma a C e i tasti medium jumbo mi soddisfa veramente molto, per il mio modo di suonare. Complessivamente ritengo che, per 249 euro, la chitarra sia un buon muletto che sicuramente prenderà il posto della mia Ibanez PGM30.
Personalmente - e qui scatenerò l'ira di molti - a opinione puramente soggettiva ritengo le Ibanez (a parte l'eccellenza dell'ergonomia) chitarre incolore, inodore e insapore.
La Tony Iommi si presenta in maniera abbastanza diversa. La differenza dei pickup Gibson Iommi Signature si fa sentire: suono corposo e cupo anche sulla posizione al bridge, con timbriche più belle e in pieno stile Black Sabbath ottenibili combinando i due humbucker.
Esteticamente è una chitarra che ha fascino. Il manico più cicciottello della Pro non è proprio il massimo del comfort ed è un tantinello più pesantuccio, il che si avverte quando con la tracolla la chitarra pende leggermente dal lato del manico. Di sicuro non è una chitarra versatile ma in ambito metal fa la sua porca figura.
So che per la cifra spesa avrei potuto prendere una sola chitarra qualitativamente migliore, ma volevo sperimentare qualcosa di diverso e, soprattutto, che mi incuriosiva.
A dire il vero sono rimasto molto soddisfatto della resa del tutto inaspettata di queste due chitarre. È stato un azzardo e mi è andato bene. In una valutazione complessiva in una scala da uno a dieci, la Pro e la Iommi Signature meritano un buon voto di 7,5 nell'insieme.