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Gibson Les Paul Tribute from the Future
Gibson Les Paul Tribute from the Future
di [user #16167] - pubblicato il

A dispetto del nome, la Future Tribute non cerca di stupire con improbabili trovate fantascientifiche. Nell'anno di Lester Polfus, la Les Paul in prova intende invece offrire un omaggio al suo creatore arrivando in una veste moderna ma a contatto con la tradizione, fedele all'accoppiata di mogano e acero ma con delle feature tecniche da 21esimo secolo.
A dispetto del nome, la Future Tribute non cerca di stupire con improbabili trovate fantascientifiche. Nell'anno di Lester Polfus, la Les Paul in prova intende invece offrire un omaggio al suo creatore arrivando in una veste moderna ma a contatto con la tradizione, fedele all'accoppiata di mogano e acero ma con delle feature tecniche da 21esimo secolo.

La Future Tribute è una Les Paul direttamente dal futuro in teoria, ma ancorata alla tradizione nella realtà. Forme classiche, con dettagli all’avanguardia. L’abbiamo testata a fondo, in attesa di leggere la recensione dell’Accordiano che ne è diventato il nuovo fiero proprietario grazie al Premio Giornalistico Accordo Gibson 2013. Avremmo potuto mandarla a Michael J Fox per un remake della celebre scena di Ritorno al futuro, ma abbiamo preferito darla a Michael J Quaiox per farci un idea del sound del futuro!

La Les Paul, pur con il suo mezzo secolo di storia sulle spalle, resta una chitarra dannatamente attuale. Insostituibile, un concentrato di potenza e cattiveria, ma in grado di sfoderare un jazzy sound da far impallidire certe semi-acustiche e le loro buche a effe.
Il 2013 in casa Gibson è stato dedicato a Lester Polfuss, l’uomo che con la sua intuizione geniale ha cambiato la storia della chitarra moderna. Impossibile immaginare Slash, Gibbons, Moore, Page, Townshend senza quei quattro, cinque chili di mogano appesi al collo. Quattro i modelli divisi per decade sono stati dedicati al vecchio Lester: 50’s, 60’s, 70’s e Future, a ripercorrere le tappe sostanziali dell’evoluzione della Les Paul fino a tracciarne un possibile futuro.

Guardando la Future Tribute non si resta disorientati a causa di soluzioni tecniche astruse e spaziali, sintomo del fatto che la Les Paul forse è più moderna di quanto si possa pensare. Per aggiornarla bastano pochi ritocchi, quasi invisibili. L’idea di fondo è quella di catapultare un progetto degli anni ’50 nel ventunesimo secolo senza stravolgerlo come nel caso della Dusk Tiger.

Gibson Les Paul Tribute from the Future

Il body è in mogano con top in acero e nasconde delle camere tonali per migliorare la risonanza ma soprattutto per rendere più facile la vita alle spalle del chitarrista. Le colorazioni disponibili sono quattro: Goldtop, Vintage Sunburst, Wine Red ed Ebony. Il ponte è un Tune-o-matic e l'elettronica è offerta dal doppio humbucker zebrato con manopole in metallo cromate.
Fino a qui nulla di estremo, anzi pare di avere tra le mani una vera Les Paul fatta e finita. Scorrendo il manico fino alla paletta però compare quella che all’occhio è forse la cosa più appariscente. Al posto delle meccaniche tradizionali troviamo le Steinberger Gearless, un sistema che stravolge completamente il funzionamento delle normali chiavette. Prevede infatti che la corda sia tirata trasversalmente rispetto alla paletta anziché arrotolata intorno all’alberello, da qui il nome gearless. Purtroppo, se così si può dire, non abbiamo potuto testare le Steinberger perché la chitarra in prova era dotata delle ancora più avveniristiche meccaniche robotiche Min-eTune. In tutto e per tutto simili a quelle standard, ma completamente automatiche, queste meccaniche sono state recensite a fondo già qui su Accordo.it. Grazie quindi anche il sistema Min-eTune l’aspetto della Future è ancora meno eccentrico.

A questo punto è lecito chiedersi cosa rende questa Les Paul un prodotto del futuro, ma per capirlo bisogna imbracciarla e collegarla all’amplificatore.
Subito notiamo che il manico offre un comfort superiore ad altre Les Paul che abbiamo avuto tra le mani. Certo, il profilo 60’s è già di per sé molto comodo, ma qualcosa non ci convince ancora. Muovendosi su e giù per la tastiera a 22 tasti notiamo che in ogni posizione tutto è perfetto, comodo, non si fatica mai a suonare qualsiasi genere di accordo. Una rapida occhiata alla scheda tecnica ed ecco svelato il segreto: il mogano è stato sagomato in maniera asimmetrica fino a creare il nuovo profilo basato sul thin 60’s.
I tasti rifiniti con il sistema Plek, che si è occupato anche della realizzazione del capotasto in black Corian, completano la sensazione di totale ergonomia e comodità.


Diamo due pennate con un clean sound partendo dal pickup al manico, un ’57 Classic che ci mette subito a nostro agio. Suono caldo, corposo e ricco di basse, proprio quello che ci si aspetterebbe da una Les Paul di razza. Le controverse camere tonali probabilmente influenzano un po' la ricchezza in frequenze del pickup, rendendo il suono un poco più morbido.
Spostandoci sul pickup al ponte, un ’57 Plus leggermente sovravvolto, la situazione cambia radicalmente. Il suono si fa aggressivo, anche se è ancora settato su un tono clean, l’amplificatore fatica a restare veramente cristallino e inizia a mostrare i primi chiari sintomi di crunchite.
Alziamo il guadagno per mettere la Les Paul a suo agio. Torniamo in posizione uno per gustarci qualche ritmica non troppo cattiva. Il suono resta rotondo, stranamente aggraziato. Le basse sono un filo troppo persistenti, ma nulla di irrecuperabile direttamente dall’amplificatore. Il pickup al ponte regala grandi soddisfazioni, con l’output più generoso e le alte belle in evidenza rende anche il crunch non esasperato, cattivo a sufficienza per lanciarsi nei primi assolo, ma è con il gain al massimo che le pareti iniziano a vibrare. In fondo la Les Paul resta una macchina da rock e anche la Future non è da meno. Cattiva al punto giusto, in qualsiasi posizione si metta il selettore quello che otterremo è un lead di tutto rispetto, aggressivo ma mai zanzaroso.


Quella in prova è una Les Paul che all’apparenza di futuristico ha poco, ma che nella realtà risulta un aggiornamento ottimale del progetto originale di Lester Polfuss. Qualche dettaglio al posto giusto e un prezzo tutto sommato abbordabile anche con le meccaniche robotiche. Ora non ci resta che separarci da questo bel pezzo di mogano per lasciarlo nelle mani dell’Accordiano scrapgtr, che ci auguriamo lo recensirà al più presto aggiungendo anche le sue impressioni al giudizio finale.
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bella
di uallarone [user #36443]
commento del 24/05/2013 ore 08:23:46
direi quasi MOLTO bella. ne ho provate diverse, e il feeling del manico è lo stesso delle standard 2013 e delle signature T. peccato solo che quella che avete provato non ha la caratteristica forse peculiare di questo strumento: le meccaniche steinberger! credetemi, è forse l'elemento che maggiormente caratterizza questa chitarra. morbide, precise e belle a guardarsi. e soprattutto, è uno strumento che costa decisamente poco
Rispondi
Non ho capito la prova ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 24/05/2013 ore 10:56:48
Non ho capito la prova con il tremolo che si è mangiata oltre la metà del video sul clean... Non credo fosse utile alla comprensione dei suoni... Poi, suoni a parte, pare che l'innovazione riguardi soprattutto il manico e la sua comodità visto che le altre caratteristiche mi sembrano "normalità" sulle moderne Les Paul... Per cui i video possono aiutare un pò ma quel maico va provato... Quindi diciamo che è una studio con i '57 ed il manico con un profilo diverso... Le meccaniche non le considero... Mi spiegate perchè questo manico non è già sulle nuove Les Paul standard? Se è il più comodo che Gibson abbia mai fatto perchè lo si trova solo su una chitarra minore? La filosofia pre 2008 è stata la migliore... C'era una sola ed unica Les Paul standard con i Burstbucker Pro che suonava "quasi da vera" Les Paul e ti permettevano di scegliere tra due profili di manico '50 e '60 style... Ora è una giungla di progetti incomprensibili....
Rispondi
Re: Non ho capito la prova ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 24/05/2013 ore 12:03:06
La Les Paul Standard dal 2008 in poi monta un manico con profilo asimmetrico, solo che quella attuale rispetto al modello precedente (o almeno così mi sembra di ricordare) è di tipo slim taper. Per il resto pu '57 a parte la Traditional è di fatto la Standard pre-2008.
Rispondi
Re: Non ho capito la prova ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 24/05/2013 ore 15:39:33
Credo che la traditional abbia altre differenze... Non dovrebbe avere fori di alleggerimento ne camere tonali rispetto alla standard pre-2008... Ma il manico è unico... Non puoi scegliere tra due profili... Il manico asimmetrico della standard post-2008 è semplicemente più stretto al capotasto... Ma parte dal profilo '50... Quello di questa chitarra invece è slim come il '60 con alcune modifiche... Queste considerazioni non cambiano il problema di fondo: troppa confusione... Tant'è che ne parliamo di continuo... Forse la strategia Gibson mira proprio a farcene parlare... Già il fatto che ogni pickup che producono viene definito il "vero PAF"... Non se ne può più...
Rispondi
Re: Non ho capito la prova ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 24/05/2013 ore 15:45:32
Che io sappia la standard pre-2008 aveva i fori di allegerimento così come la traditional fino al 2012. E ricordo chiaramente che fino allo scorso anno era possibile scegliere il manico 50 o 60. La nuona Standard a detta del sito ufficiale presenta manico slim taper asimmetrico. Poi per il resto non so e non mi importa nemmeno poi tanto, vado, provo e se mi piace compro, a prescindere dall'effettivo disordine del catalogo Gibson.
Rispondi
Boh ma quindi? Meccaniche a ...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 24/05/2013 ore 11:16:24
Boh ma quindi? Meccaniche a parte (ed estetica discutibile) dov'é la novità? Nel profilo del manico un po' diverso? Io continuo a pensare che una bella R8...
Rispondi
Re: Boh ma quindi? Meccaniche a ...
di PierluigiMaisto [user #20005]
commento del 24/05/2013 ore 12:03:21
La Future costa meno di mille euro, la R8 ne costa tremila, sono su due fasce di mercato completamente diverse, che senso ha fare paragoni del genere?
Rispondi
Re: Boh ma quindi? Meccaniche a ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 24/05/2013 ore 12:05:11
Non credo che qualcuno la penserebbe diversamente da te...Il problema è che 2500€ equivalgono quasi a 2 stipendi e mezzo medi attuali.
Rispondi
Re: Boh ma quindi? Meccaniche a ...
di kaio [user #2024]
commento del 24/05/2013 ore 13:37:4
...ma come?..la PRS no, e la R8 si!?...fai il bravo!
Rispondi
Re: Boh ma quindi? Meccaniche a ...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 24/05/2013 ore 13:50:44
Sorry non conoscevo il prezzo del modello: Gibson ne sforna troppi...comunque l'idea é che non mi sembra uno strumento così innovativo...comunque ammazza se sono aumentati i prezzi delle R8: ne comprai una nuova 3-4 anni fa a 2200€..rimpiango di averla data via allora...
Rispondi
Re: Boh ma quindi? Meccaniche a ...
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 24/05/2013 ore 13:57:31
Infatti non è complitamente innovativo, per quello nella recensione c'è scritto:

"Guardando la Future Tribute non si resta disorientati a causa di soluzioni tecniche astruse e spaziali, sintomo del fatto che la Les Paul forse è più moderna di quanto si possa pensare. Per aggiornarla bastano pochi ritocchi, quasi invisibili. L’idea di fondo è quella di catapultare un progetto degli anni ’50 nel ventunesimo secolo senza stravolgerlo come nel caso della Dusk Tiger."

;)
Rispondi
Baaasta ragazzi! Ma possibile che ...
di kaio [user #2024]
commento del 24/05/2013 ore 13:34:47
Baaasta ragazzi!
Ma possibile che si commenti questo genere di articolo solo per polemizzare?!...è ovvio che ognuno di noi esprime il prorio parere, ma non c'è nessun bisogno di tirare in ballo sempre la stessa pallosissima polemica!...tanto per fare un esempio, questa nuova politica(che ovviamente Gibson non fa certo per motivi umanitari) ha dato la possibilità a molti chitarristi(me compreso!) di imbracciare una Les Paul, cosa che prima del 2mila e rotti, non poteva permettersi!...non vedo come questo possa crearvi dei problemi!

Detto questo, a me la Future Tribute non piace per niente, ma la 60 tribute che, a parte qualche particolare, è la stessa chitarra, e che ho avuto il piacere (e la possibilità) di possedere, mi piaceva un sacco!
Rispondi
Ops, ma con le meccaniche ...
di Ford78 [user #17514]
commento del 24/05/2013 ore 14:30:13
Ops, ma con le meccaniche Steinberger la paletta sembra una testa senza orecchie !!!

Rispondi
MA
di solare [user #28804]
commento del 24/05/2013 ore 15:02:04
Sembra una chitarra per bambini, un vero orrore.
Rispondi
Il bello delle prove di ...
di mcmir75 [user #23593]
commento del 24/05/2013 ore 21:47:40
Il bello delle prove di Quaini e che si capisce lontano un kilometro se la chitarra gli piace, lo ispira, se la trova valida.
Secondo voi com'è stà Gibson?
Io un'idea me la sono fatta.
Rispondi
Re: Il bello delle prove di ...
di Michele Quaini [user #14336]
commento del 25/05/2013 ore 13:44:40
mi sembra che questo sia il commento piu azzeccato di tutti :)))
scherzi a parte ragazzi, queste chitarre vanno prese x quello che sono....non si possono confrontare ne con le vecchie gibson ne con la manifattura delle gibson odierne da 3500 euro.....
sono un ottimo compromesso qualita prezzo x poter imbracciare una gibson che nn costi come 5-6 rate del mutuo.
M.
Rispondi
ti ringrazio, confermi le mie ...
di mcmir75 [user #23593]
commento del 25/05/2013 ore 16:12:21
ti ringrazio, confermi le mie ipotesi o meglio le mie sensazioni.

Noi tutti purtroppo, vuoi per pigrizia o disattenzione non riusciamo sempre a leggere tra le righe di una prova che sia una chitarra, un'ampli o pedalanza varia. Troppo spesso ci troviamo di fronte a prodotti recensiti sempre con troppa benevolenza, un appiattimento dei giudizi e delle sensazioni che portano insorabilmente i prodotti tutti alle stesso livello, per poi scoprire, a nostre spese, ciò che merita i nostri sudati risparmi e cosa no.

Detto questo vi esorto sia nelle prove che negli articoli a "sbilanciarvi" di più nei giudizi perchè è propio questo quello che voglio e penso anche la maggiorparte degli accordiani, vogliamo sapere cosa ne pensa chi vive e mastica musica 24 ore al giorno.
Capisco che lavorando per una testata che vive di pubblicità questo non sia sempre possibile ma credo che questo atteggiamento ripaghi a lungo termine sia in termini di credibilità che di affezione dei lettori.

Scusa l' OT e ancora complimenti per i bei video che ci regali ogni volta.

Rispondi
Re: ti ringrazio, confermi le mie ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 25/05/2013 ore 17:09:16
Ci segui da un bel po' di tempo, quindi credo che dovresti aver compreso che tradizionalmente Accordo separa in modo drastico redazione e marketing. Se ti capiterà di passare da SHG chiedi pure a qualunque responsabile di azienda, sia quelli di cui vedi girare i banner (che so, Gibson) sia quelli di cui non li vedi (che so, Fender), ti diranno che non riescono ad avere relazioni con la redazione, se non con il responsabile della movimentazione degli strumenti in test.
In effetti la redazione (me compreso) sa che abbiamo degli inserzionisti solo perché vede girare i banner, ma non ha idea se un inserzionista da 1, 10 o 100. E comunque per tradizione non discrimina e infatti vedi che si parla spesso, e in genere bene, di Fender, per esempio, che presumibilmente non ci dà una lira.
Questo non perché siamo degli eroi, ma perché ci è chiaro che alle aziende interessa la professionalità e vogliono apparire su testate autorevoli e credibili, presentandosi a una comunità di lettori selezionata e qualificata, consapevole del rigore con cui scriviamo. Perché magnificare chi "ti s'incula" e sbertucciare chi "non ti caga" (scusa l'inglese oxfordiano, ma render l'idea no?), prassi consolidata nell'editoria specializzata, alla lunga non paga mai.
Altra cosa. Quando si parla di chitarre o accessori è difficilie trovare difetti di costruzione, perché il CNC ha uniformato la qualità. Se mai ci sono difetti, sono progettuali, quindi talmente discutibili che per alcuni possono essere pregi.
Se poi troviamo un esemplare in prova difettoso (che so, il manico storto, un ponte mal collocato) avvisiamo il distributore e facciamo sostituire lo strumento, perché un problema capita a chiunque, l'importante è avere garanzie su come l'azienda rimedia col consumatore.
Da ultimo: se lo strumento non ci piace, ovvero lo riteniamo scadente, brutto troppo caro, eccetera, semplicemente lo restituiamo senza parlarne su Accordo. Non siamo qui per sputtanare, ma per informare e preferiamo farlo agendo in positivo, in modo trasparente e responsabile.
Rispondi
Re: ti ringrazio, confermi le mie ...
di mcmir75 [user #23593]
commento del 26/05/2013 ore 00:50:3
Grazie per l'esaustiva risposta, mi permetto di rispondere.
Mai e poi mai ho detto o solo pensato che quì su accordo esista una qualche forma di partigianeria o predisposizione verso gli inserzionisti più danarosi, vi seguo da tempo e il dubbio non mi ha mai sfiorato nè tantomeno agli altri utenti, almeno stando ai commenti, è indubbio che qualche pressione si abbia in questo mestiere ma poi subentra l'onestà intellettuale che riporta tutto entro le righe.
Sò bene che distinguete con cura l'info redazionale con la prova vera, ed è proprio in quest'ultima che sento l'esigenza di un qualcosa in più, un giudizio, una posizione, un plauso o uno sberleffo che mi faccia dire "ok l'ha provata e mi ha detto cosa ne pensa!". Tornando all'argomento mi sarebbe piaciuto leggere nero su bianco quello che traspare e che ho solo recepito dalle espressioni di Quaini di fronte alla prova del Les Paul T e della Future, per carità, due chitarre distanti (ma non troppo) nel prezzo ma pur sempre strumenti a quattro cifre.
Capisco che sia per voi una questione di vanto quella di mostrarsi sopra le parti, esenti da giudizi e pregiudizi ma a volte anche non prendere una posizione è essa stessa una posizione, una politica redazionale che può piacere o meno. Con questo non intendo dire che il modello da seguire sia quello di certa editoria d'oltremanica famosa per i suoi eccessi ma sicuramente leggere un commento schietto, a "bruciapelo", da uomo della strada aiuta tutti noi a ponderare il prodotto, distinguendo l'informazione dall'emozione.

Cit. "Da ultimo: se lo strumento non ci piace, ovvero lo riteniamo scadente, brutto troppo caro, eccetera, semplicemente lo restituiamo senza parlarne su Accordo. Non siamo qui per sputtanare, ma per informare e preferiamo farlo agendo in positivo, in modo trasparente e responsabile. "

Non mi trovo assolutamente d'accordo con questa politica; fare informazione significa coprire il mercato a 360° , mercato che è fatto anche da prodotti scadenti, cari o brutti, prodotti che meritano le vostre attenzioni e i vostri spassionati giudizi. Vuol forse dire che tutto quello che non passa su Accordo rientra in una di queste categorie? Non credo propio come non credo che un giudizio negativo dato con cognizione di causa da esperti del settore sia indice di sputtanamento (che nella linqua italiana ha tuttaltro significato), questa è responsabilità, nei confronti dei lettori, dei consumatori e perchè no anche delle case produttrici (in termini di feedback).

Detto cio termino di tediarti con il mio monologo; prendilo per quello che è, lo spunto di un lettore.
Buona Notte.
Rispondi
Re: ti ringrazio, confermi le mie ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 26/05/2013 ore 01:38:16
Proprio non sono uno da "lei non sa chi sono io" (e comunque il garbo con cui ti poni merita solo attenzione e rispetto), ma per cronaca ti dico che Accordo è nato anche grazie a una mia lunga esperienza professionale nel campo della tutela dei consumatori, un ambito che conosco bene.
Da questa esperienza deriva la nostra scelta di non recensire porcherie. E certo questo (1) non significa che ciò che non recensiamo è porcheria (come potremmo rceensire tutto?) e (2) nasce proprio da un desiderio di responsabilità, che assumiamo in positivo sui prodotti che raccontiamo. E allora il solo recensirli diventa un giudizio, una sorta di marchio di qualità.
È un discorso complesso, che magari potremmo fare dal vivo (è anche uno spunto interessante per una bella tavola rotonda in effetti), ma alla fine non si discosta molto da quell che dici tu. Se ci pensi bene, csa cambia se su dieci prove una dice peste e corna di un prodotto? E' informazione aparente, anche perché uno potrebbe dire: "invece di sprecare spazio per un cesso, raccontami un prodotto buoni!' Unica eccezione, le comparative, che però per difficoltà logistiche (non nostre, delle aziende) riusciamo a fare molto di rado.

Spero di essere riuscito a spiegarmi. Grazie comunque dello spunto.
Rispondi
Re: ti ringrazio, confermi le mie ...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 29/05/2013 ore 18:28:48
mi permetto di intervenire nella vostra discussione, in favore di Alberto. Ho pubblicato alcune prove di strumenti su Accordo, e il criterio di scelta è sempre stato quello dello strumento interessante, magari poco conosciuto o poco pubblicizzato, ma soprattutto di cui valga la pena di parlare. Che mi piaccia soggettivamente è secondario (ad esempio comprerei più volentieri altri modelli di Godin, ma ho preferito recensire la Session Custom, e presto spero di poter recensire la Montreal, perchè sono strumenti decisamente originali ed interessanti). Pubblicare la prova di uno strumento scadente (attenzione, oggettivamente scadente) o con un rapporto qualità / prezzo svantaggioso è del tutto inutile, in quanto si tratta di un prodotto che va già a collocarsi ai margini del mercato e che difficilmente suscita l'interesse o la curiosità del pubblico. Del resto sulle migliori riviste inglesi e americane, dalle quali si può solo imparare (le prove su Guitarist e Guitar & Bass, entrambe inglesi, sono magistrali per imparzialità, completezza e stile) non ho mai visto stroncature, e mi stupirei di vederne. Ciò premesso, colgo l'occasione per comunicare che la Les Paul della prova è arrivata ieri a casa mia, e anche se non ho ancora avuto modo di provarla provvederò presto a condividere con gli accordiani le mie opinioni in merito.
Rispondi
Gusti, orecchio
di Onghi [user #35497]
commento del 26/05/2013 ore 14:57:06
Questa chitarra del resto non può piacere a tutti, ognuno ha un concetto di suono differente.
Del resto, al grandissimo Michele piace e si vede.
Io un'idea me la sono già fatta su questa chitarra e, preferisco altri modelli rispetto a questi.
E' inutile star qui a discuterne, va da persona a persona. :)

Andy joe johnson, lo stratocasterista
Rispondi
Salve a tutti, Come ...
di Mattieu95 [user #41946]
commento del 26/09/2014 ore 22:52:29
Salve a tutti,
Come potete ben vedere mi sono da poco registrato... Vorrei farvi una domanda. Da 5 anni possiedo una Yamaha eg112c, un piccolo strumento che mi ha dato grandi soddisfazioni, dopo 5 anni sento che é arrivato il momento di acquistare una SIGNORA CHITARRA. Vorrei una les paul, e siccome non possiedo un budget tale da acquistare una Gibson standard, visto che queste Gibson future, dal valore di 680/700 euro rientrano nel mio budget, vale la pena spendere una tale cifra per questa chitarra?
Grazie in anticipo!!
Rispondi
ciao!!
di yasodanandana [user #699]
commento del 26/09/2014 ore 23:26:30
se sei convinto che ti serva un les paul, a mio parere, stai a cavallo: sembrano buone chitarre e che la gibson abbia risparmiato sugli orpelli estetici piuttosto che sulla sostanza
Rispondi
Re: ciao!!
di Mattieu95 [user #41946]
commento del 27/09/2014 ore 19:29:29
Grazie mille!!! Nel paese dove abito non ci sono negozi che trattano CHITARRE SERIE... si trovano le solite squier da 150 euro, e cercano di venderle per fender vere e proprie...
Grazie per l'aiuto!!! Gentilissimo
Rispondi
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