di FBASS [user #22255] - pubblicato il 22 maggio 2014 ore 08:00
Negli anni 60/70 si soleva dire "Quando un uomo con un organo portatile ( il concetto di "tastiera" era di la da venire) incontra un uomo con un sintetizzatore Moog, quello con l'organo è un uomo morto ", infatti tutti noi partimmo con la formazione tipica Shadows-Beatles-Rolling Stones, cioè 2 chitarre-basso-batteria, è vero che c'erano già dei virtuosi dell'organo elettromagnetico Hammond, vedi Jimmy Smith, ma da noi i pionieri con il Farfisa Compact furono Nico e i Gabbiani il cui brano "Parole" spiazzò tutti nel 1967, ed era la prima volta che sentivamo qualcosa di diverso dal suono delle corde pizzicate e delle pelli battute:
Passiamo ora ad un po' della storia del Moog, cioè di quando l'ingegnere statunitense Robert Moog, da cui ha poi ereditato anche il nome quel suo "Accrocco Elettronico", lo realizzò a cavallo tra gli anni 60 ed anni 70, in vari modelli ed estensioni di ottave. Il più osannato tra tutti era il "Modular Moog", strumento elettronico già multimodulare, utilizzato più spesso in sala di registrazione che dal vivo, con i suoi 12 oscillatori e pieno di cavi di derivazione e complessi sistemi di memorizzazione dei ritmi, era anche il più sofisticato, ingombrante ed anche dal costo più elevato, specialmente per le nostre tasche, però lo si ricorda poichè tra i suoi utilizzatori vi era un certo Keith Emerson, degli Emerson Lake & Palmer . Vi sono ancora oggi in uso numerosi tipi di moog, anche se i più utilizzati sono stati il Polymoog ed il Minimoog, poi di quest'ultimo, che aveva solo tre oscillatori, ricordo personalmente l'inghippo riscontrato all'epoca del posizionamento dei cavi jack e l'uso limitato poichè non era polifonico, specialmente quando effettuavamo l'esecuzione del famoso brano, allora richiestissimo, "Il Gabbiano Infelice" del Guardiano del Faro, di Federico Monti Arduini-Arfemo. L'hanno usato anche Giorgio Moroder, Franco Battiato, Banco e PFM. Ma fu con l'ouverture del film "Shining" che l'utilizzo del moog produsse in noi l'impatto sonoro difficilmente raggiungibile con altri strumenti, in un tempo in cui i PC erano di la da venire, ma oggi esistono alcuni simulatori del Modular Moog ed il più famoso è il "Moog modular V" di Arturia. Io non ne ho mai posseduti, salvo un Vocoder VP 330 della concorrente Roland che qualche oscillatore ce l'aveva e comunque fu usato per il brano colonna sonora di "Woman in Red", però preferisco il mio attuale Rhodes 88 Mark One con i suoi martelletti, torno sempre cioè al concetto che il pianoforte è "uber alles" e devi pure saper suonare e quì non ci sono Midi-Files che tengano ( PS: sto cercando invece disperatamente un'Arp Odyssey ):
C'è da ricordare che la Gibson utilizzò i suoi circuiti di preamplificazione, attivi ma di enormi dimensioni, nelle chitarre e bassi RD, fine anni 70- inizio80, con scassi estesi sul retro dei body degli stessi strumenti.