Quando qualche giorno fa ho deciso di avviare i lavori per la mia piccola pedalboard su misura, mi si è posto subito il problema del fissaggio degli effetti.
Il velcro ha il grosso vantaggio di permettere lo smontaggio e il riposizionamento istantaneo dei pedali, ma non sempre dà grande affidamento. Col tempo le strisce di velcro possono scollarsi, e la stessa superficie di contatto può sporcarsi, rovinarsi e perdere efficacia. Inoltre non tutti i pedali hanno una facciata liscia su cui è comodo applicare una striscia di velcro (basti pensare agli innumerevoli stompbox con piedini incollati alla base) e, qualora si voglia rivendere un effetto, si dovrà accettare il fatto di lasciargli la striscia di velcro appiccicata o tenersi residui di adesivo qua e là.
Usare colla a vivo sotto il pedale neanche a parlarne, e avvitare gli chassis direttamente alla superficie della pedaliera bypassando il coperchio inferiore degli stompbox è un'alternativa piuttosto aggressiva, oltre che scomoda per lo smontaggio successivo, per quanto ci sia chi la preferisce.
Volevo un sistema mediamente rapido per montaggio e smontaggio, invisibile o quasi, reversibile al 100% per l'integrità del pedale e preferibilmente a costo zero, da farmi in casa con pochi attrezzi d'uso quotidiano. Alla fine, ecco cosa ne è venuto fuori (la base di legno non ne fa parte, serve solo a simulare la superficie di una pedalboard!)
Tutto quello che serve è una manciata di striscette di plastica di forma a "elle", cioè un avanzo di una scatoletta di quelle per alimenti o, meglio ancora, gli imballaggi interni di medicinali come fiale e sciroppi. L'unico requisito è che sia molto sottile, perché le striscette andranno a infilarsi sotto i jack dei pedali. Serviranno poi solo delle viti per completare l'assemblaggio.
Il sistema sfrutta un appiglio naturale che tutti i pedali hanno: la corona o la rondella che tiene i jack d'ingresso e uscita saldi contro lo chassis. Per quanto morbida, la plastica basterà per una tenuta eccellente, con una sola o preferibilmente con due viti.
L'uso di due viti è comodo anche nel caso ci si voglia concedere qualche finezza.
Se, come me, state costruendo una pedalboard su misura, che abbia tutti i fori al posto giusto e nessun cavo a vista, probabilmente vorrete far passare tutta la cavetteria al di sotto del pannello. In questo caso, basta che la nostra staffetta in plastica abbia una forma a Y con una scanalatura al centro, in mezzo alle due viti, per farci passare il cavetto patch, che entrerà nel pedale e scomparirà nella pedaliera sottostante garantendo una pulizia totale.
Il sistema mi ha soddisfatto molto. Se si dipingono di nero o dello stesso colore degli stompbox, e se si tagliano con un po' di attenzione per dar loro una forma decente, le staffette in plastica garantiscono un risultato davvero professionale ed elegante. Tuttavia, il metodo è ampiamente perfettibile: io purtroppo non ho né gli attrezzi né la manualità per lavorare il metallo ma, se bulloni e lamiere sono il vostro pane quotidiano, il progettino proposto di seguito potrebbe fare al caso vostro.
La plastica non è il materiale più resistente in circolazione, quindi ho preferito effettuare dei fori precisi per la presa del jack seguendo le misure di ogni pedale, così che la staffetta venisse incastrata saldamente senza il rischio di scivolare e rendere il pedale ballerino. Se però la si sostituisce con una sottile piastrina di metallo a cui avvitare con più decisione la rondella del jack, il foro può anche essere rimpiazzato da un binarietto, che si adatterà così a qualunque effetto, a prescindere dall'altezza a cui è posizionato il jack.
Al contempo - e questa è una modifica che mi piacerebbe effettuare comunque nella mia pedaliera definitiva - le viti da legno possono essere sostituite con delle viti a filettatura stretta e più lunghe, non appuntite, che attraversino liberamente la pedalboard senza avvitarsi direttamente contro di essa, ma che saranno strette da un dado sulla facciata inferiore. Ciò consentirebbe di smontare le staffette in un attimo, anche a mani nude se non si stringono troppo i dadi.
L'unico compromesso è il dover praticare i fori per le viti ad hoc nella pedaliera, perché non è detto che stompbox diversi abbiano lo stesso passo tra input e output, e anche una pedaliera preforata (che è pur sempre un'idea) potrebbe andare in crisi con chassis dalle misure non standard.
Tutto ciò però ha un grosso limite: il sistema può essere utilizzato solo se si ha a che fare con stompbox che hanno i jack su lati opposti. Se i cavi vanno tutti su un lato, come per esempio il dorso dello chassis, le staffette non saranno in grado di tenere i pedali al loro posto, si piegheranno non appena la pedalboard verrà inclinata e finiranno per spezzarsi.
In questo caso, una buona idea è sfruttare le viti degli stompbox per creare delle staffette piatte che abbiano la forma di un "8", dove in un'asola va la vite dello chassis e nell'altra la vite da ficcare nella pedana. Qualora lo stompbox dovesse avere dei piedini, il sistema funzionerà ugualmente.
Su questo versante, però, forse troverete utili i .
Ora scusatemi, ma è arrivato il momento di forare la pedalboard per preparare il cablaggio finale... |