Prima di tutto la forma del body. Non è solo una tra le forme di chitarra più riconoscibili sul mercato e più copiate, ma è anche una delle più comode. I contour del body ha fatto storia e ha fatto da starting point per tutte le chitarre moderne a seguire. La Strat è comoda, comoda come poche.
Le posizioni 2 e 4, dapprima ricercate negli spazi “inutilizzati” del selettore a tre vie e battezzate nel 1977 con il selettore a cinque vie. Danno un vero senso al pickup centrale che, da solo, penso in pochissimi utilizzino. Il sound medioso, più frizzante in posizione quattro e più rotondo nella due, rappresenta un vero cavallo di battaglia per tutti gli Strat-user. Un po’ di chorus, un bel riverbero a molla e non ve ne stanchereste mai.
Le possibilità di customizzazione che offre una Strat sono infinite. Già di serie si trovano modelli di ogni prezzo e dotazione tecnica. Tra vere Stratocaster e “varimarchi-caster” la scelta è pressoché illimitata. Una volta scelta, però, potrete farne davvero ciò che volete. Non si tratta solo di cambiare pickup e wiring. Tono sul pickup al ponte, ponte e manico accoppiati in posizione 3, mini humbucker alla Dave Murray, tutto è possibile. Ma, se vi siete stancati della tastiera in acero o volete la paletta reverse, ci vorrà veramente poco per un cambio manico: qualche centinaio di euro e un buon setup.
Infine la versatilità, quella vera. Certo, con ogni strumento, tecnicamente, si può suonare qualsiasi brano, senza grandi stravolgimenti. La Strat, nei suoi quasi 70 anni di storia, però, ha dimostrato di poter mantenere una spiccata personalità senza sacrificare veramente la versatilità. Qualsiasi stravolgimento possiate fare al modello di partenza non perderà mai il suo accento californiano. |