Esercitarsi a casa con i propri brani preferiti è un momento di puro piacere, ancor più di questi tempi in cui sala prove e palco sono purtroppo fuori dai radar. Anche la semplice prassi di suonare dietro una canzone o una videolezione, però, cela delle insidie e può presentare delle complicazioni che porteranno facilmente il musicista a “saltare” qualche sessione di studio.
Montare il rig, accendere il computer, scaricare basi da inserire in un software per poter riascoltare con più praticità i passaggi difficili possono essere ostacoli più che sufficienti per desistere ma, se tutto è racchiuso in una scatoletta grande poco più di uno smartphone, non ci sono davvero scuse.
è il più piccolo dei processori della serie GT e, in un formato compatto ideale per la scrivania e da portare in viaggio grazie alla batteria ricaricabile, aggiunge all’offerta alcune funzioni originali per migliorare l’esperienza di studio.
Al suo interno sono presenti tutti i suoni più famosi dell’universo BOSS, impacchettati in comodi preset personalizzabili rapidamente dal dispositivo o più nel profondo usando l’app dedicata sullo smartphone. I suoni sono inoltre compatibili con la pedalboard BOSS GT1, così che il musicista possa scambiare i preset tra le due macchine e avere sempre la strumentazione giusta ovunque si trovi.
Le simulazioni suonano da subito reattive, organiche, decisamente credibili per un apparecchio delle sue dimensioni e per la sua fascia di prezzo. Ma l’aspetto principe del Pocket GT è senza dubbio quello legato alla didattica.
L’integrazione con YouTube consente all’utente di riprodurre video direttamente dall’app su smartphone e controllarli dai tasti di riproduzione sul Pocket GT. L’interruttore Center, posizionato su un fianco dello chassis nero, permette di escludere la traccia solista pressoché da qualsiasi brano, mentre la possibilità di creare dei cosiddetti Marker aiuta il musicista a orientarsi e a godere sempre del suono più adatto al caso.
I Marker sono dei segnaposto che l’utente può posizionare in punti precisi della timeline in un video, dargli un nome come indicazione per la parte del brano da suonare e assegnargli un preciso preset, così che il suono cambi in automatico quando la canzone arriva al punto designato, senza aver bisogno di controller a pedale con cui destreggiarsi.
Il tutto può essere salvato in memoria e condiviso con altri utenti, aprendo potenzialmente le porte a un’ampia varietà di possibilità.
Dai preset personalizzati su backing track alle videolezioni interattive, l’unico limite è la creatività dell’utente.
"Quando si parla di imparare a suonare uno strumento, c’è un elemento che non dovrebbe mai essere trascurato: il divertimento. Per questo il BOSS Pocket GT ci è piaciuto. Perché permette di affiancare all’esercizio più teorico e meccanico spazi ludici importanti che sono, comunque, momenti formativi importanti. Ma per farla più semplice, vogliamo proprio dirvi – papale, papale – che questo aggeggio permette di organizzare del sano cazzeggio chitarristico in maniera sensata, lavorando sulla gestione dei suoni e delle parti ordinatamente. Non c’è un solo bravo chitarrista che io conosca che non sia d'accordo su questo: suonare sui dischi dei propri idoli, delle proprie band preferite è una tappa decisiva e divertentissima della propria formazione. Perché una cosa è suonare così, a briglie sciolte, infilando svisate e riff uno dietro l’altro, liberi e selvaggi; una cosa è sbrodolare assolo interminabili su backing track infinite. Diverso è invece, imparare una canzone, capirne la struttura (definendo per ciascuna parte il suono più appropriato) e capire dove c’è spazio per dare fuoco alle polveri con gli sleghi e dove fare un passo in dietro e concentrarsi solo su groove e suono.
Poter fare questo tipo di pratica - che poi è pura libidine – su dei brani pescati da Youtube e con un aggeggino satanico che ti permette di mettere in fila suoni e parti, crediamo sia garanzia di ore e ore di sballo. Sappiamo per certo qual è la cosa più divertente che ci si potrebbe fare: individuare qualche video live di una band o artista che si ama; capire come i pezzi dello show sono stati arrangiati per l’esecuzione live e a quel punto iniziare a immaginare di essere il secondo o terzo chitarrista che si deve inserire nella band. Preparare i suoni: clean per gli arpeggi, crunch e distorti per riff e ritornelli, un lead gigantesco e con un delay avvolgente per gli assolo…e poi settare i cambi, decidere che quel lungo intro potrebbe essere perfetto per un assolo alla Gilmour; o che in quelle otto misure di solo basso e batteria alla fine dello special ci starebbe da paura una ritmica funk acrobatica come quelle che infila Govan con gli Aristocrats. E a quel punto inizierebbe lo sballo e si partirebbe a suonare, suonare e riprovare ancora. Con una nostra grande raccomandazione: sfruttare la possibilità di registrarsi che il BOSS Pocket GT offre, per poi riascoltarsi. Capire quali parti funzionano e quali, invece, affossano il brano; quali suoni escono nel mix e aggiungono power all’arrangiamento e quali invece si perdono e sporcano l’amalgama di band. Quanto i nostri bending sono intonati e quanto siamo assieme alla sezione ritmica nelle ritmiche in ottavi. Il tutto, perfettamente incastonati nella scaletta di qualche live o album epico e cesellando dei suoni che poi potremo salvare per le nostre prove e progetti." (Gianni Rojatti)
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