di Umberto Poli [user #65904] - pubblicato il 09 settembre 2024 ore 07:30
Cosa si può aggiungere che non sia stato detto su colui che, senza timore di smentite, potrebbe essere definito the hardest working man in music business?
Creativo e poliedrico, Warren Haynes è - per quel che riguarda la scena rock blues - uno dei nomi più famosi e rispettati del panorama statunitense e di tutta la scena internazionale. Pochi altri possono, allo stato attuale, contendergli il titolo o eguagliare la lunga scia di traguardi professionali che ha inanellato in oltre quarant’anni di carriera. Il suo decollo inizia grazie a una mano tesa, quella di Dickey Betts, che lo fa salire a bordo del suo gruppo prima che - poco più tardi - sopraggiunga l’occasione della vita… il biglietto d’ingresso ufficiale nella rinata (meglio ancora, resuscitata) Allman Brothers Band. Il resto è cosa nota: Government Mule. La creatura a tre teste (Warren Haynes, voce e chitarra; Allen Woody, basso; Matt Abts, batteria) che, nel 1995, avrebbe scosso il pianeta con il primo e omonimo album per arrivare - passando attraverso lutti, cambi di formazione e una marea di musica straordinaria - ai giorni nostri con un vasto pubblico di estimatori.
Ecco dunque elencati, per macro punti, i progetti principali (almeno finora) di Warren Haynes, le formazioni che gli hanno garantito un posto d’onore nel ricco e variopinto catalogo della storia della musica, non solo a stelle e strisce. Il chitarrista, originario di Ashville, nella Carolina del Nord, ha però sempre coltivato in parallelo una prolifica carriera come solista e songwriter, mostrando una versatilità spiccata, una certa attitudine alla ricercatezza sonora e una voglia sperimentare a tratti incontenibile, mettendosi in gioco al di là dei sentieri più frequentemente battuti. In questo senso, oltre alle sature distorsioni cui i Mule hanno abituato il loro seguito, Haynes si è avventurato con successo in generi quali il soul e il folk, dimostrandosi anche un abile autore di ballad. A dare testimonianza imperitura della vena poetica del nostro e di quel suo lato più intimo e spoglio, per fortuna, abbiamo la rete (un’autentica miniera di informazioni) e i tanti dischi, progetti speciali compresi, ai quali il musicista ha partecipato.
Mettiamo piede dunque in questo caleidoscopico universo e - complice anche la prossima pubblicazione solista dal titolo Million Voices Whisper, prevista per il mese di novembre - proviamo a riascoltare il nostro performer in una chiave un po’ diversa dal solito, privilegiandone in questa sede le radici e soprattutto il lato più espressamente unplugged.
Old Friend
Tell me now old friend Oh, when you gonna let me be? Tell me now old friend Oh, when you gonna let me be? Tell me now old friend When you gonna let this poor man be?
La dimensione è quella intima dei camerini del Beacon Theatre, New York. Warren Haynes e Derek Trucks, due chitarre acustiche e una telecamera. Il gioco è fatto. Buona la prima! I due axemen iniziano improvvisando a colpi di slide, botta e risposta, un inciso più bello dell’altro. È la classica introduzione che si vorrebbe non finisse mai. Poi il brano si sviluppa, ed entra in gioco la roca voce di Warren Haynes a dettare legge mentre - con un piede appoggiato sulla sedia - stringe fra le braccia uno sfavillante esemplare di Gibson CL-40. “Old Friend” è l’ultimo tassello di quel capolavoro intitolato Hittin’ The Note (2003), il canto del cigno in studio della band con la sua formazione finale, la stessa che - il 28 ottobre 2014 - avrebbe ufficialmente dato l’addio alle scene. Una traccia da recuperare e gustare fino all’ultimo vibrato.
Vedi anche: Telluride session, 14 settembre 2012. Stesso titolo, nuova interpretazione. Questa volta Haynes si esibisce in solo con una chitarra altrettanto speciale: la Martin 000-28EC Eric Clapton Model.
Company Man
Everything I got I got with my own hands Never wanted to be no company man
Un pezzo meno noto rispetto ai grandi classici targati Gov’t Mule, e che - quasi in sordina - arriva da un’opera cui Haynes ha dato vita assieme ai Railroad Earth. L’album si intitola Ashes & Dust ed è un tripudio di corde: mandolino, bouzouki, banjo, violino e tanta, tanta chitarra acustica. Come il sontuoso modello di Martin presente nel video (000-28EC Eric Clapton). La performance risale al 18 dicembre 2018 ed è sponsorizzata dal celeberrimo Guitar Center.
One
One love, one blood One life, you got to do what you should One life, with each other Sisters, brothers One life but we're not the same We get to carry each other, carry each other One
Nell’eseguire la cover di quella che, forse, è la più conosciuta hit del quartetto irlandese (assieme a “Pride” e “With Or Without you”), Warren Haynes è qui alle prese con una Washburn WSD5240SCEK WH Signature Solo Deluxe. Niente plettro, ma un morbido fingerstyle in grado di sorreggere la vigorosa voce del cantante che, condita da un leggero riverbero, regala un’abbondante cascata di brividi. Redazione di Classic Rock Magazine, 3 agosto 2015.
Black Horizon
Red sun sinking down in the valley Even sinking down myself I'm tired, I can feel me turning Into someone else, into someone else
L’ultima composizione di Heavy Load Blues, il sentito omaggio alla musica del diavolo dei Mule, è una meraviglia assoluta, la sorpresa che non ti aspetti e che - una volta ascoltata - ti si appiccica addosso come un francobollo. Black Horizon è una traccia originale ma dal sapore antico. Qui Haynes suona il dobro, attenzione però: non si tratta di un dobro qualsiasi. Lo strumento gli è stato spedito da Derek Trucks appositamente per le incisioni in pieno periodo pandemico!
Gordon James
Gordon James Do you think it's too late to change To make up for the lives that you bought and sold And the war machines that you traded for gold Could this be the day that you pray Do you think it really matters anyway
In questo caso, il brano è posto all’esatta metà del disco. Il lavoro si intitola By a Thread, risale al 2009 ed è un concentrato di hard rock e bollente blues elettrico con tanto di ospitata dell’immarcescibile Billy Gibbons. Gordon James è una boccata d’aria fresca, la canzone che serve - in mezzo a cotanta incandescenza - per prendere il fiato e offrire alle orecchie un sano ristoro.
Per i più curiosi, il sito ufficiale riporta - oltre a quelle già menzionate - tutte le principali chitarre acustiche dell’artista:
Santa Cruz Tony Rice Model
Martin 000-28EC Eric Clapton Model
Martin D-18 Golden Era
Gibson J-200
Gibson CL-40
Epiphone Masterbilt EF-500M (w/ a 1948 DeArmond sound hole pickup)
Washburn R320SWR
Washburn Warren Haynes Model (based on a 1935 Parlour)
Washburn AB40SHN (Stu Hamm Acoustic Bass)