Ebbi l'occasione in passato, alla scelta di comprare la mia prima vera chitarra, di provarne una. Una faded per la precisione color Cherry. Beh, ne rimasi molto deluso. Le mie mani sottili poco si adattavano a quel manico cicciotto e dalla finitura un po' grezza, facendomi optare, non senza rimorsi, per un'altra chitarra (la Fender Jaguar HH recensita in un mio ).
Il tempo passa, le occasioni musicali si moltiplicano, la GAS ahimè torna sempre. Stop. Voglio una Flying V. Ma coi tempi che corrono, la crisi e tutto quanto, escludendo la Faded, si cominciano a spendere bei soldini per una normalissima Standard. Escludendo a priori la Melody Maker, vittima forse del suo design un po' troppo semplificato e fuori dalle tradizioni, mi butto su Epiphone. Voglio qualcosa di classico e vengo rapito dal prezzo molto vantaggioso della Limited Edition 1967 Reissue color avorio. Vado in negozio, la provo, mi piace, la prendo.
La finitura è buona, non eccelsa ma comunque curata. I pickup son quello che sono, penso si avvicinino molto al 498/500T ma di certo non hanno lo stesso attacco. Mi stupiscono piacevolmente legni e manico. La chitarra, anche da scollegata, risuona molto e il manico trasmette davvero un ottimo feeling. Sembra uno Slim Taper come profilo, ma lievemente più piatto e lievemente più largo. Insomma, per le mani è una goduria.
Qui la storia sembrerebbe finire ma non è così. Infatti da quando la comprai (circa due anni fa), l'ho letteralmente massacrata, utilizzandola all'inverosimile in prova, live, in registrazione, dappertutto. Insomma, vi sarà capitato di affezionarvi da morire a uno strumento tanto da amarlo dai pregi ai suoi difetti. Decido quindi che è ora di darle una sistemata, in grande stile.
Sostituisco i pickup, o meglio, li affido a un caro amico liutaio emergente della mia zona per renderli uguali agli originali Gibson ma con un pelo di attacco e potenza in più. Sostituisco anche il capotasto prendendone uno in grafite (vera, non come quello originale). Già che ci sono mi procuro un set di potenziometri DiMarzio da 500k, nuovo condensatore e stopbar più Tune-o-matic Wilkinson.
C'è da dire, però, che anche l'occhio vuole la sua parte. Purtroppo sostituisco il copri truss rod, rotto a causa di una caduta, con uno marchiato Gibson. Lo avrei voluto con la marca originale, non mi interessa che scritta ha una chitarra sulla paletta, ma purtroppo secondo il mio rivenditore è introvabile e chiederlo direttamente come ricambio avrebbe impiegato tempo e denaro in eccesso. Così, anche nella sfiga, almeno ne trovo uno nero con bordo e scritta bianca, non il solito pataccone bianco.
Sembra tutto finito qund'ecco che mi imbatto in un sito americano rivenditore di milioni di parti per personalizzare la propria chitarra (, per chi volesse farsi assalire da una GAS incontrollabile). Fornitissimo, professionale e con prodotti di ottima qualità per un ottimo prezzo, vedere per credere. Così, con l'animo strafottente di chi utilizza una Flying V, mi regalo un battipenna assolutamente singolare e tamarro raffigurante una nebulosa.
Una volta rimontata... è la MIA chitarra.
Suoni pazzeschi, potenti, precisa. In barba a quelli che dicevano che facevo un'idiozia.
Spesa per la chitarra: 350 euro.
Spesa per i pezzi: 130 euro.
Totale: 480 euro.
Tutto questo per dirvi che non c'è niente di meglio che suonare uno strumento che si ama e si è visto crescere, che sia una chitarra da milioni di euro o una sottomarca di una sottomarca da mercatino delle pulci.
Utilizzare questo strumento non è solo una passione, è qualcosa di più, una relazione quasi, un rapporto di parità. "Io ti ho trattata bene, più o meno eh, a volte mi sono un po' lasciato andare lo ammetto, ma giuro che starò più attento, magari ti prendo anche una custodia nuova. Tu però devi urlare come non mai oggi e non ti devi scordare nel momento sbagliato". E quando dopo due ore di live la trovi come appena accordata, beh, sai che ti ha capito!