La Mi.Ni. Guitars nasce nel 2011 in una mattinata di ottobre, dalle idee di due appassionati della chitarra che un po’ sul serio un po’ per divertimento si mettono a smontare, rimontare e verniciare chitarre. Lo pseudonimo deriva in parte dalle iniziali dei due loschi figuri, in parte per l’intento che non è quello di compiere mirabolanti opere (almeno finchè opereremo nei ritagli, di tempo e di spazio) ma di fare piccole cose, piccoli aggiustamenti tenendo sempre presente l’importanza di poter suonare, comunque e dovunque. I primi passi sono timidi, quasi azzardati: si taglia il manico a una vecchia melody ¾ per rimetterlo a una clarissa che anni addietro aveva perso la paletta… Dopo qualche tempo si scopre di avere tra le mani una pabè ridotta in pezzi a causa della scelleratezza di gioventù di un parente e prima ancora di compiere qualsiasi malestro, grazie ai preziosi consigli del m. Gilardino si ripone nella custodia in attesa di tempi migliori. E così si prosegue, si trovano chitarre, magari un po’ sciupate e si cerca di sistemarle, informandosi sul possibile valore di mercato. Alcuni lavori vengono decenti, altri meno, a testimonianza la “basket guitar” e la “table guitar”, entrambe ex chitarre la cui destinazione d’uso è stata modificata... L’idea è quella, ambiziosa peraltro, di ottenere strumenti MINImamente suonanti da destinare ai bambini e ragazzi dell’Associazione ARCOBALENO, luogo dove la Mi.Ni. Guitars muove i primi passi. Un giorno l’illuminazione: facciamo la chitarra elettrica per la sala prove di casainpiazzetta, centro di aggregazione per adolescenti dell'associazione! Il responsabile sembra entusiasta, ci dicono che ci pagano almeno i materiali e cominciamo a pensarci seriamente. E così tramite amici falegnami recuperiamo il legno, tiglio in 3 pezzi. Perché, dicono loro, in tre pezzi “is megl che uan”, suona meglio e poi le chitarre si fanno di tiglio! Poi scopriremo che non è esattamente così, ma ci fidiamo, a "legno donato non si guarda in vena" e così si parte. Fresa, un manico recuperato da una vecchia simil-strato, il disegno c’è e le dritte di un amico liutaio pure …via! Nascerà la Piaz Guitar! Tutto questo avviene nella “stanza delle attività” negli spazi che la mattina non vengono utilizzati dai bambini. Per cause di forza maggiore (la liuteria, intesa come taglio vero e proprio del legno e i suoi derivati è uno sporcarsi le mani -e i vestiti - un po’ diverso da quello che intendono all’Arcobaleno) decidiamo di trasferirci in un più sporcabile garage. Di mezzo ci sono la nascita della seconda figlia, il conservatorio e un trasloco. Per un po’ ci fermiamo, poi ripartiamo. Il tempo passa, ma la passione e la voglia di mettere le mani su vecchi arnesi suonanti e riportarli a uno splendore non dico antico ma almeno recente, rimane. L’occasione è un ponte semi scollato di una vecchia Ibanez acustica. Fior fiore di liutai ha sempre consigliato di lasciar perdere, è roba costosa e che richiede tempo e soldi. Ma noi non ci lasciamo intimorire: la chitarra non ha, in fondo, nemmeno valore affettivo (è solo la gemella, ritrovata su ebay, di una ben più importante che è stata rubata nel 2003, vedi altro mio articolo). Riprendiamo in mano la Piaz guitar, ci sembra troppo pesante e troppo grande, decidiamo di tagliare qua e là. Battipenna in plexiglass trasparente, elettronica a vista… decidiamo di andare avanti. Corde nuove, infiliamo il jack e… suona! Il tempo è tiranno, la mattinata finisce e di nuovo, ci fermiamo. Passano altri mesi, in mezzo… poco tempo, assorbiti da esami e lavoro. Nuove chitarre passano in quel garage, qualcuno continua a lavorare nell’ombra: una si spezza a metà giusto prima di finire tra le mani di Ben Harper, che in occasione del suo concerto a Pistoia Blues 2013 impietosito firma con dedica tutta la cassa armonica e mi dice di conoscere qualche buon liutaio, solo a 12.000 km di distanza. Gli dico “mi arrangio, casomai se passo dalle tue parti faccio un salto, grazie comunque”. E le storie continuano, vorremmo solo ripartire cercando di dare una mano a tutti quelli che non hanno Les Paul del 58 o Stratocaster del 63, magari non hanno nemmeno i soldi per ricomprare le corde e hanno bisogno di qualche aggiustatina qua e là… La piaz guitar ad oggi è sempre lì, con le sue 6 corde, qualche saldatura da completare e sicuramente da rifinire. La dead line potrebbe essere lo sconcerto 2014, vediamo… Sulla nostra pagina facebook i racconti dei lavori, in attesa che qualcuno voglia provare a fidarsi della Mi.Ni. … o semplicemente provare con noi a metter mano agli strumenti. Il garage è piccolo, ma ci si stringe! |