Ricordo che, quando ero bambino, avevo perfettamente chiaro in testa i giocattoli che avrei voluto. Sapevo come dovevano essere, sapevo come avrebbero dovuto funzionare. Li "vedevo". Ma nessuno li produceva. Se qualcuno lo avesse fatto allora si sarebbe arricchito, perché quello che desideravo io lo desideravano anche i miei coetanei. E mi chiedevo, perplesso, come fosse possibile che nessuno dei produttori si rendesse conto delle reali aspettative dei veri "clienti": i bambini. Quello che io desideravo tanto svariate decine di anni fa, è poi arrivato quando ne hanno potuto godere i miei figli, e di riflesso ne ho goduto anch’io. Ma perché ci è voluto così tanto? Ok, erano altri tempi, allora il marketing praticamente non esisteva, tutto era molto più ruspante e "ignorante". Ma adesso? In realtà non è mica cambiato così tanto...
Guardiamo ai nostri "giocattoli da adulti". Il marketing che decide ogni istante della nostra vita dovrebbe sapere tutto di noi: tutto ciò di cui abbiamo bisogno, tutto ciò che possiamo desiderare. Anzi, spesso ci spiega perfino cosa dovremmo desiderare. Eppure... Sono anni che mi chiedo perché è quasi impossibile trovare quello che si cerca. Prendiamo per esempio gli amplificatori. Li dividerei in due categorie: Monocanali e... no. Sugli amplificatori monocanale non c’è molto da dire: ci si aspetta da loro un bel timbro e una buona dinamica. Qualcuno desidera anche che si mangino bene i pedali, tutto il resto sono dettagli, ma si è pronti a convivere con i limiti che questa soluzione comporta, privilegiandone i pregi.
Per quanto riguarda invece gli amplificatori con più di un canale, la situazione è diversa. Il sogno proibito (pare) di ogni chitarrista è di suonare con chitarra-cavo-ampli. Soprattutto, gli piacerebbe tanto, ma davvero tanto, suonare con la distorsione vera del proprio valvolare. E di solito non può, ma non solo per il volume eccessivo. Le cose stanno un po’ cambiando, ma tutt’ora la maggior parte degli amplificatori pluricanali, perlomeno quelli alla portata di tutti, ne ha... due: clean e drive. Ottimo, ma dal vivo come si fa? E i lead da dove si tirano fuori? Ovvio, coi pedali. Ma allora la tanto sospirata distorsione delle valvole (anche le finali!) va a farsi benedire: se boosto il suono prima di un pre già in overdrive faccio un macello, se "pompo" il suono tra pre e finale (quindi nel loop) può capitare la stessa cosa. Posso anche lavorare al contrario e "de-boostare" il suono tra pre e finale per ottenere il suono ritmico, ma se alla bella distorsione sugosa che mi piace tanto partecipa anche il finale, così rovino tutto.
Quindi? La maggior parte dei chitarristi, con le orecchie basse e alla faccia del bel suono del proprio canale distorto, finisce per suonare sul canale pulito, creandosi tutto il resto con i pedali. Come se avesse un amplificatore monocanale.
Ma, dico io, tra un monocanale e un digitale con mille suoni ed effetti, non si può trovare un’onesta via di mezzo? Possibile che a nessuno dei grandi produttori venga in mente che sarebbe già sufficiente un banale sdoppiamento delle regolazioni di livello dei canali (solo il volume!), attivabile via footswitch? Senza rivoluzionare il circuito, la possibilità di selezionare due volumi differenti sarebbe già sufficiente a ottenere i suoni di base che normalmente servono in situazioni live e -alleluja!- consentirebbe di usare, finalmente, la distorsione dell’amplificatore. Con la sola aggiunta di un potenziometro, più o meno. Senza digitale, senza MIDI: solo con un relais. Gli amplificatori Koch funzionano così da un pezzo, ma quanti li conoscono? Cosa aspettano i marchi più famosi e diffusi a costruire i giocattoli come li vorremmo noi, accidenti? I bambini vanno ascoltati.
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