di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 29 maggio 2014 ore 11:00
La chitarra è fatta di armonia, melodia e tecnica, ma anche tanti effetti speciali. Un gioco di destrezza tra plettro, potenziometro del volume e un buon delay dà vita a un effetto violino che lascerà il pubblico a bocca aperta: Eddie Van Halen docet!
La chitarra è fatta di armonia, melodia e tecnica, ma anche tanti effetti speciali. Un gioco di destrezza tra plettro, potenziometro del volume e un buon delay dà vita a un effetto violino che lascerà il pubblico a bocca aperta: Eddie Van Halen docet!
Qualche sera fa ascoltavo Van Halen su YouTube e sono incappato in un video dove il gigante olandese, armato di delay e mano sul potenziometro del volume, suona sequenze dal sapore vagamente classicheggianti dando un forte richiamo al violino. Quest'ultimo deve la sua ruffiana sinuosità e morbidezza sonora al fatto di non avere un attacco preciso, forte, quasi violento come quello della chitarra elettrica. Di fatto, tagliando l'attacco tantissimi strumenti riconoscibili istantaneamente tendono ad assomigliarsi, in quanto sono i primi millisecondi del suono, cioè l'attacco, a conferire la riconoscibilità timbrica.
Personalmente ho imparato da ragazzino questo semplice giochetto di coordinazione, ascoltando i dischi e cercando di capire come fare. Allora non avevo un delay e quindi mi limitavo all'imitazione del violino semplicemente segando appunto l'attacco tramite il potenziometro del volume. Ricordo che ci misi un po' di tempo per raggiungere un buon livello di coordinazione e precisione, soprattutto perché ho sempre pennato tutte le note per poi aprire il volume con il mignolo della mano destra. Solamente anni dopo, grazie ai video, ho scoperto che il grande Eddie eseguiva questo giochino completamente in hammer-on, senza plettrate quindi, impugnando il volume e aprendolo al momento giusto facendo sentire solamente la nota senza attacco. A questa si aggiungeva un suo ribattuto generato dal delay. Ho scoperto poi successivamente, grazie a un video di Yngwie Malmsteen, che anche lui usa il mignolo per aprire il volume, e proprio da quel video ho scoperto che aggiungendo il delay il tutto si viene a completare con l'effetto desiderato e definitivo. Quest'ultimo va regolato circa a 400/500 millisecondi. Attenzione, che più è corto e più bisognerà correre per ottenere un efficace effetto di ribattitura. Inoltre bisogna regolare il Level in modo da avere il volume generato dal delay al pari della chitarra diretta e il feedback con una sola nota di ripetizione. A questo punto, la nota ripetuta fungerà da metronomo. Andando a tempo con essa avremo la copertura quando chiuderemo il volume per generare la nota successiva. Credo che l'esempio in video renda meglio di qualsiasi spiegazione.
Consiglio di avvicinarsi a questo effetto concentrandosi dapprima sulla coordinazione della mano destra, curando il movimento tra la plettrata di ogni nota e la conseguente apertura del volume con il mignolo. Conviene ovviamente avere un potenziometro decisamente morbido e scorrevole, altrimenti attenzione ai crampi del vostro povero mignolo.
Una curiosità: verso la fine del video, produco un G tipo da ventisettesimo tasto, che ovviamente sulla Stratocaster non c'è. Avendo un Joe Barden Humbucker con le classiche lame, a volume chiuso splitto al pickup al ponte e uso la lama come se fosse un tasto. Suonando a volume aperto, l'attacco di questa nota è indecente, sporco e sbavato in quanto la corda non si appoggia su un tasto, ma grazie al trucchetto di tagliare proprio l'attacco il gioco è fatto e l'acuto impossibile per una Stratocaster è riuscito!