Un grande suono di chitarra è il risultato di una catena solida ed efficace che congiunge le mani del musicista con il suo amplificatore, passando per la chitarra.
Per esigenze stilistiche, di repertorio o gusti personali la catena di ogni chitarrista, nel tempo, si fa sempre più estesa e complessa, arricchendosi di tanti altri anelli: gli effetti a pedale o a rack di ambiente, modulazione, distorsione, dinamica o equalizzazione, sistemi di amplificazione più articolati ed estesi (testata e cassa, pre e finale), sistemi digitali.
Esiste però una fase specifica nella formazione di un chitarrista che coincide con gli anni dell'apprendimento e della pratica - o con un dato periodo della sua storia in cui si concentrerà sul suono - in cui la catena deve limitarsi esclusivamente ai suoi anelli basilari: mani, chitarra e amplificatore.
Prima di ogni altro sostegno o arricchimento esterno, il musicista dovrà costruire le fondamenta del suo suono, forgiandolo attraverso la cura del tocco, assecondanone le esigenze con il suo playing. Un processo in cui, oltre alla pratica, alla disciplina e a tantissimi ascolti, non servirà nient'altro che la chitarra e un suono basico, dato da un amplificatore essenziale. Anzi, in questa fase, l'aggiunta di altri elementi non sarà che di distrazione e impiccio all'impegno primario: costruire un proprio suono.
Ecco cosa ci ha detto Doug Aldrich a riguardo:
" Quando stai lavorando sul tuo suono troppi pedali, troppi rack, troppa strumentazione rischiano di farti perdere la giusta direzione.
Bisogna partire da un buon amplificatore. Anzi, nel caso dei chitarristi più giovani, all’inizio andrà benissimo anche mini amplificatore.
E ci devi attaccare la chitarra direttamente, senza tanti fronzoli. E’ la maniera più pulita ed efficace per trovare il tuo suono. Bisogna partire in maniera semplice: “Less is more”. Suonare con la chitarra che entra dritta nell’amplificatore è la maniera giusta per trovare il suono più importante: il tuo. Che è quello che esce direttamente dalle tue mani. Solo dopo aver lavorato in questa maniera, piano, piano, si può iniziare a aggiungere qualcosa.
Per esempio un pedale del delay o un wha wha. Ecco, il wha wha per esempio è un pedale importante, io non potrei farne a meno, lo uso sempre.
Ed è un pedale che comunque ti aiuta a lavorare sull’espressività, sul continuo cesellare delle sfumature di tocco, controllo del suono.
Un altro consiglio importsnte è imparare a utilizzare bene il controllo del volume. Questo è uno straordinario strumento per controllare direttamente il proprio suono. Quando voglio che la chitarra urli, che il suono sia totalmente libero lo tengo, ovviamente, completamente aperto. Ma se ho bisogno di avere semplicemente meno volume, di un suono più pulito, lo abbasso un po’. Dunque, solo usando il controllo del volume riesco a passare da una parte di chitarra ritmica (tenendolo aperto circa a sei) a un suono lead aprendolo completamente. Il tutto, bada bene, senza ricorrere a pedali aggiuntivi o cambiando canale dell’amplificatore.
In conclusione, ascoltatemi: per lavorare sulla costruzione di un grande suono di chitarra bisogna partire in maniera essenziale: chitarra sparata dritta nell' l’amplificatore. Solo una volta trovato il suono giusto, direttamente dalle mani, con calma e criterio si possono iniziare ad aggiungere altri pedali, altra strumentazione."
Altre lezioni con Doug Aldrich:
Una preziosa lezione dedicata all'affinamento della tecnica: sotto la lente del microscopio la pennata alternata e alcuni esercizi che mettono in gioco la scala pentatonica e le corde a vuoto. Materiale perfetto per ottimizzare aspetti importanti come timing, tecnica del muting e coordinazione.
Cinque irresistibili fraseggi per vivacizzare il fraseggio pentatonico sugli accordi di Dominante. L’idea è quella di arricchire la scala pentatonica con le altre note del modo a cui si sta facendo riferimento, il Misolidio. Da qui, si integreranno anche le note blues e si creeranno delle avvincenti sovrapposizioni di pentatatonica maggiore e minore. |